Il mondo di Shari nel nuovo album: «Parlo d’amore e di cuori accesi»
«Io canto solo ciò che sento/ E dico solo ciò che penso/ Non seguo i trend della classifica»: così Shari in un brano di punta del nuovo album “Amore e Blues” (Columbia/ Sony) disponibile dal 29 novembre. Il grande pubblico l’ha scoperta tra i big al Festival di Sanremo 2023, in gara con “Egoista” ma già all’età di 13 anni si faceva notare al pubblico attraverso il talent “Tú sí que vales” su Canale 5; tra le tante esperienze arrivate dopo, dal tour con Il Volo alla colonna sonora di “Gomorra”, decisivo l’incontro con il rapper Salmo (compare nel suo disco e con lui ha duettato a Sanremo), e poi le collaborazioni con Mezzosangue e Nayt. Shari Noioso, mamma goriziana e papà di origini napoletane, è nata a Monfalcone il 14 ottobre 2002 e ha vissuto lì fino a quando frequentava la quinta elementare, muovendo i primi passi nella musica a Staranzano, suonando il pianoforte e componendo canzoni. Poi la sua famiglia si è trasferita a Udine, e in città Shari ha frequentato la scuola di musica Groove Factory.
Mentre parla si trova proprio da Groove Factory, dove ha tenuto le prove per il primo concerto (in programma per giovedì 28 novembre, al Biko di Milano): «Si tratta di una band tutta al femminile – precisa subito Shari – e tutta della regione».
Ce la presenta?
«La chitarrista si chiama Alice Chiara, la bassista Celeste Manfrè e poi la batterista Camilla Collett: per me le migliori in Friuli e in Italia».
Come è stato il suo post Sanremo?
«C’è stato un cambio di casa discografica, un tour estivo, ho fatto uscire dei pezzi, l’ep “Alice in Hell” ma non ero ancora pronta. E ho dovuto un po’ trovare me stessa».
Si è trovata?
«Musicalmente sì, per il resto c’è sempre tempo».
Così è nato “Amore e Blues”?
«Nell’ultimo anno mi sono chiusa in casa da sola, a Milano, a scrivere questo album. Avevo tante canzoni da parte e ci tenevo a far capire chi sono, volevo raccontarmi».
Chi ci ha lavorato?
«Diversi produttori Machweo, Riva Undici, Salmo, Stabber, Verano; featuring di Epoque, Anice, Dani Faiv».
Pop, r&b, urban, soul, elettronica… A che punto è la sua evoluzione?
«Mi sento di affermare che probabilmente è uno degli album più veri che scriverò mai. È il primo in cui ho trovato la mia strada e non vedo l’ora di percorrerla, di scriverne altri, sono convinta dei testi e dei suoni, ci ho messo tutta me stessa».
C’è una certa oscurità, vero?
«Sì, ma mi sono anche un po’ schiarita. Mi piace parlare del buio, comunque c’è sempre un lato positivo, parlo molto di amore, non più di cuori spezzati ma di cuori accesi, c’è il fuoco che ho dentro, emozioni fortissime».
La disillusione fa un po’ parte della sua generazione?
«Poveri noi. Però siamo anche forti, le fragilità ci rafforzano».
Le canta: “Non è come immaginavo io/ conta più l’immagine dell’arte”.
«Sono abbastanza infastidita da certi artisti che vanno adesso, tutta apparenza e niente sostanza. Mi fa tristezza, la musica si ascolta, non è una foto con un bel vestito. Ci sono tante cose da raccontare con le canzoni, io parlo di quello che ho provato e sentito».
Ci anticipa come sarà il live?
«All’inizio ci scaldiamo un po’ con pezzi più vecchi e qualche cover, poi presento tutto l’album».
È in uscita un videoclip?
«Di “Cenere e Fumo”, seguiranno altri».
Rimarrà in Friuli o ha deciso di tornare a Milano?
«Vorrei restare qua perché c’è il mio pastore tedesco Tea, non riesco a starle lontano».