Giacche, scarpe e monete: al Circolo ufficiali di Trieste rivive l’Armir sul fronte orientale
Giacche, pantaloni, scarpe e altro equipaggiamento appartenente ai soldati italiani in Russia. Ma anche monete dell’epoca, mostrine e quant’altro posseduto da chi partì per il fronte orientale con l’Armir. È solo una parte della mostra inaugurata mercoledì 27 novembre al Circolo Ufficiali di via dell’Università 8, intitolata “Le fosse di Kirov”, dove tra il 2017 e il 2018 furono ritrovati i resti dei corpi di dodici soldati morti durante la campagna di Russia. Le loro spoglie sono state poi portate in Italia nel 2019 e inumate nel santuario di Cargnacco in Friuli. Tutto merito di un gruppo di volontari italiani facenti parte dell’Italian Recovery Team e dell’associazione Gotica Toscana: uomini e donne appassionati di storia militare, che per due estati consecutive hanno trascorso le loro ferie con il solo obiettivo di riportare i resti di militari morti italiani di stenti e di malattia dopo la cattura da parte delle truppe sovietiche.
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I corpi in una fossa lungo la Transiberiana
«I corpi si trovavano in una fossa comune lungo un binario secondario della Transiberiana – spiega Guido Ferluga, uno dei curatori della mostra – all’epoca percorsa dai treni carichi dei prigionieri della disfatta del Don, costata la vita a circa 90 mila italiani. Alle salme rinvenute poi era necessario ricomporle e dare loro un nome, operazione molto complicata somigliante più a un lavoro di archeologia che di recupero di corpi». I memoriali russi hanno concesso ai volontari di riportare in Italia una parte degli oggetti recuperati a Kirov, luogo dove gli italiani all’epoca costruirono un ospedale militare. Si tratta di divise, cappotti, scarponi, medagliette religiose ed emblemi di guerra, come la croce della Julia per commemorare la campagna di Grecia e lo stemma della Divisione alpina cuneese. E ancora pipe, stellette, monete.
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Il calendario dell’esercito del 2025
Contemporaneamente all’inaugurazione della mostra è stato presentato anche il calendario dell’Esercito del 2025, quest’anno dedicato al 25 Aprile, di cui la prossima primavera ricorreranno gli 80 anni. L’opera, presentata dal giornalista di guerra Fausto Biloslavo, ripercorre i principali fatti d’arme a cui prese parte il ricostituito Esercito dopo l’8 settembre 1943, dal Corpo Italiano di Liberazione ai Gruppi di Combattimento, illustrando le imprese e il coraggio dei Corpi e delle unità ausiliarie che parteciparono alla Resistenza nonché il fondamentale contributo offerto dalla Forza Armata alla ricostruzione post bellica dell’Italia.
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