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Bonafede, Taverna, Dadone: ecco le vecchie glorie grilline che “rischiamo” di rivedere in Parlamento

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Eletti, poi “pensionati”. Ora rischiamo che possano tornare a sedere sugli scranni parlamentari, già in fila per il terzo mandato. Sono loro i “veri” vincitori dell’assemblea costituente del M5S: sono i big del tempo che fu e di cui sinceramente non avevamo sentito la mancanza. Anzi. Superare lo scoglio dei due mandati in assemblea è stato per loro un terno al lotto. Se fossero andati a Lourdes non avrebbero ottenuto il “miracolo”. Sono gli “scappati di casa” della prima ora, come sono stati definiti da loro colleghi  nel corso di questi anni. Sono Vito Crimi e la “pasionaria” Paola Taverna, i simboli un po’ naif della prima ondata che li ha catapultati dall’anonimato ad alti incarichi.

M5S, a volte tornano. Dal “reggente” Crimi a Paola Taverna

Della seconda a rimanere impresse sono state due cose, l’eloquio ruvido e fuori dalle righe “istituzionali” che tanti meme e sfottò le hanno procurato. E la giravolta brutale all’epoca dell’accordo di governo col Pd nel Conte2. Taverna fu una delle più “truci” contro “quelli di Bibbiano” ma poi tirò giù la maschera per difendere la “filosofia” della poltrona: «Noi non abbiamo alcuna intenzione di mollare la presa e vogliamo assumerci le nostre responsabilità: quelle che ci hanno consegnato i cittadini il 4 marzo». E poi arrivò la confessione: «A questo punto», scrisse su Facebook, «non ci importa chi ci accompagnerà in questa nuova partita di governo. Quello che conta è continuare a fare ciò che serve . Senza lasciarsi inquinare». Elogio della giravolta e dello spirito di contraddizione.

Sergio Battelli: si iscrisse a +Europa “perché è una figata”

Che dire dell'”anonimo” Vito Crimi, nominato “reggente” del Movimento nel 2021 ma così poco ascoltato e oggetto di frizzi e lazzi dallo stesso popolo social pentastellato all’epoca della partecipazione al governo Draghi. Rischia di rivendicare un rientro alla base anche Sergio Battelli, deputato per due legislature del M5S. Ha dichiarato di avere votato Bucci in Liguria e ha stroncato la fase contiana del Movimento così: “La verità è che il M5S, in passato veniva votato a prescindere dai candidati perché aveva idee da portare avanti. Oggi, invece, non ha più idee se non quella di dire ogni giorno che Renzi è cattivo”. Ha dichiarato un annetto fa di essersi iscritto a + Europa perché “è una figata”. “Sapete, in 10 anni di Parlamento – confessò all’Huffington post–  ho assistito e mi sono reso artefice di una parabola assurda: prima opposizione dura, poi compromessi, ingoiare rospi e ideali in cui credevo gettati alle fiamme in onore della ‘stabilità’.” Ecco, se ci ripensasse e si ricandidasse ne vedremmo delle belle. Signori, inizia la nuova era “della compoetenza”.

M5S, Bonafede, disastroso ministro della giustizia. Accolto come una star a “Nova”

E poi gli ex ministri e sottosegretari. C’è l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. E’ stato accolto come una star a «Nova» l’ex ministro della giustizia dal percorso accidentato. Più volte è stato battuto in commissione.  È riuscito ad accontentare i 5S e incassare l’abolizione della prescrizione dei reati. Un tema bollente che il Pd aveva contestato duramente quando era all’opposizione; ma che ha dovuto accettare suo malgrado quando è entrato nel governo coi 5S. Bonafede ha commesso più di un passo falso che ha creato un certo imbarazzo anche all’interno della stessa maggioranza. Basti pensare al  pasticcio sulle scarcerazioni. Finì nell’occhio del ciclone per aver inserito nel decreto “Cura Italia” una sorta di “svuotacarceri“:  dando così la possibilità ai detenuti che avessero ancora 18 mesi di carcere di scontare la propria pena con i domiciliari. Rischiamo seriamente di ritrovarlo in auge…

Dadone stravaccata al ministero

E poi l’ex ministra Fabiana Dadone, in prima fila tra gli stand del «congresso» grillino. Ve la ricordate con  le gambe sulla scrivania?  Ex Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione durante il governo Conte e poi Ministro per la gioventù. In occasione della Festa della donna, la Dadone si garantì ben 21mila like postando una foto che la ritraeva con quella posa stravaccata,piedi e tacco rosso in bella mostra sulla scrivania, dita e sguardo sullo smartphone. Uno scatto molto poco istituzionale visto che fu realizzato nell’ufficio del suo ministero.

Il No Tav Alberto Airola: “I parlamentari devono iniziare a tremare. Arriviamo noi…”

Pronto al grande rientro il No Tav Alberto Airola: “I parlamentari devono iniziare a tremare- ha detto in un’intervista pochi giorni fa a Republbica– . Noi pronti a tornare”. Nel luglio del 1919 minacciava i suoi a pochi giorni dalla risposta che Italia e Francia dovevano dare per non perdere i nuovi fondi promessi dall’Unione Europea per finanziare la Tav. Il senatore Alberto Airola assicurava: «Per il Movimento 5 Stelle il sì a quest’opera sarebbe una debacle. Sentirò Grillo, ma potrei anche lasciare i 5 Stelle». Insomma, uno dal diktat facile potrebbe gettare ancora scompiglio. Si  parla anche di un ritorno dell’ex sottosegretario Stefano Buffagni. Gli attuali parlamentari non la stanno prendendo bene. «A noi conveniva tenere la regola, tra società civile ed ex, per noi sarà complicatissimo essere rieletti», dice uno di loro, a riflettori spenti al Giornale. Tremano al solo pensiero che Conte possa – come pvevedibile- puntare  sulla vecchia guardia e su volti noti – ahimè-.

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