Portello, rovescia cassonetti e minaccia tre ragazzi con una forbice: arrestato 39enne
Stava rovesciando i cassonetti per la spazzatura, uno dietro l’altro. Tre ragazzi hanno filmato quell’atto vandalico e d’improvviso si sono visti contare contro una forbice. «Dammi quel cellulare» ha urlato un tunisino 39enne che era stato sorpreso al Portello a fare la bravata, senza alcun motivo. Sono le due della scorsa notte, quella tra domenica e lunedì, e tre ragazzi che passano di là per caso, lo filmano. La reazione è immediata.
Il giovane estrae una forbice, la punta addosso ai tre e scappa. Ieri processo per direttissima nei confronti del tunisino arrestato per rapina aggravata e porto in luogo pubblico di un’arma. Il difensore, l’avvocato padovano Stefano Sartori, ha chiesto termini a difesa per poter studiare le carte e così il processo è slittato al prossimo 15 dicembre. E ha anche sollecitato una riqualificazione del reato in quanto non si tratterebbe di rapina a suo giudizio. Ma se ne parlerà, appunto, nella prossima udienza.
Che cosa è successo l’altra notte? Lungo via Belzoni, nel quartiere universitario del Portello, il 39enne aveva preso di mira i cassonetti e si era messo a rovesciarli senza alcuna ragione. Così uno dopo l’altro, come birilli. I tre ragazzi, che avevano trascorso insieme la serata, sono stati attirati dal rumore e si sono avvicinati con curiosità. Quando, da vicino, si sono resi conto di quello che stava accadendo, uno di loro ha pigiato la modalità videocamera e si è messo a filmare quanto stava accadendo: chissà forse voleva pubblicare il video su qualche social, forse aveva l’impressione che potesse succedere qualcosa.
All’improvviso il tunisino si ferma e s’avvicina ai tre ragazzi che lo stanno riprendendo con aria minacciosa, estraendo una forbice e puntandola contro il giovane con il cellulare in mano.
È seccato, gli urla che non deve filmarlo e si fa consegnare il telefonino. I tre restano immobili temendo il peggio e il cellulare viene consegnato senza fiatare. Poi il 39enne scappa. A quel punto i ragazzi chiamano il 113 con un altro cellulare a loro disposizione. Si attiva la centrale della questura e alcune pattuglie in zona riescono a rintracciare per strada il 39enne che risulta domiciliato a Chiesanuova ma di fatto vive per strada; alle spalle ha diversi precedenti penali. Per lui scatta s’arresto. Ora si trova nella casa circondariale Due Palazzi dove almeno sarà anche curato.