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Scacchi: Ding Liren, la vittoria a 303 giorni dall’ultima. “Non vincevo da così tanto, certo che sono felice!”

Ding Liren, dopo quasi un anno, un tempo praticamente infinito, è tornato a vincere una partita a cadenza classica (escludendo, dunque, rapid e blitz). Occasione perfetta, per lui, la prima del match per il titolo mondiale che lo vede opposto a Gukesh Dommaraju. Di più: il cinese è stato in grado di riservare il meglio per il meglio, trovandosi per la prima volta nella sua vita in vantaggio in una sfida iridata.

Queste le sue parole in conferenza stampa a Singapore circa la scelta di optare per la Difesa Francese: “Siccome è la prima partita, ho pensato che potesse diventare nervoso a inizio match, quindi ho cercato di giocare qualcosa di inusuale, che non ho giocato a lungo, e ha funzionato perfettamente“. E su un altro aspetto del confronto, che non lo ha visto alzarsi dalla sedia quasi mai: “Oggi ho speso quasi tutta la partita seduto alla scacchiera, senza nascondermi nella saletta come l’altra volta. Credo sia totalmente nuovo per me e non penso che l’ultima volta fossi così concentrato su una partita“.

Un punto critico è stata la mossa 7… a5, con quasi mezz’ora di riflessione per rispondere a 7. c3: “L’ho analizzata, ma non riuscivo a ricordare quale fosse la continuazione. Dovevo decidere tra giocare la linea che conoscevo, anche se non profondamente, o tentare di mio un’idea nuova. Ho scelto la seconda opzione“.

Due i momenti importanti. Uno è quando ha trovato la linea che portava al Cavallo in b2: “L’ho trovata improvvisamente, Cxc4 e poi Cb2 per creare controgioco sul lato di Donna, e ho mosso molto velocemente, per mettergli pressione non solo sulla scacchiera, ma anche sul tempo“. Ding, va ricordato, a un certo punto era indietro di tre quarti d’ora abbondanti sull’orologio.

Dopo la 30a mossa di Gukesh, una chiara inversione di mosse con 30. Dc2 che non era la prima da effettuare, Ding ha saputo tenere in mano una situazione nella quale “a essere onesto, sono stato fortunato, perché non ho visto due tattiche“. Però in entrambi i casi aveva comunque le armi per non farsi sorprendere. E, alla fine, sull’ultimo tentativo dell’indiano con lo scacco che, se contrastato con Rg7, avrebbe riaperto la partita per recupero di materiale: “Sono stato molto fortunato ad avere 42… Rh8“.

In fin dei conti, Ding non può non essere soddisfatto: “Beh, certo che sono felice, non ho vinto una partita a cadenza classica da una vita e ora ce l’ho fatta!“. Da 303 giorni, per l’esattezza. E ora, per la prima volta in vita sua, conduce un match mondiale (contro Nepomniachtchi era sempre stato indietro fino all’abbandono di Nepo nell’ultima di spareggio).

Di umore decisamente opposto Gukesh, che pure su 10. g4 giocata letteralmente in preparazione (e con 10 mosse in un minuto e mezzo) si era espresso così: “Beh, non la giochi senza preparartela! L’ho chiaramente sorpreso in apertura, e stavo giocando bene. Dopo 10… Da5 ero fuori teoria“. E ancora: “Penso ci sia stata una svista tattica da parte mia. Può succedere, è un match lungo. La forma del mio avversario? Non mi aspettavo nulla di diverso, mi attendevo la sua versione migliore, e abbiamo un match lungo davanti, perciò ora è semplicemente più esaltante“.