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Rassegna stampa – L’Italia a un passo dalla Storia

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Bene, bravi fate il bis (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Non è un sabato qualunque, è un sabato italiano. Un`altra giornata meravigliosa di un anno colorato delle sfumature della leggenda. Un viaggio interstellare da Malaga, dove a novembre del 2023 la magia cominciò a prendere forma e Sinner spiccò il volo verso l`empireo, a Malaga: siamo ancora in finale di Coppa Davis, l`Australia si inchina di nuovo 2-0 come accadde allora (ma all`ultimo atto) e oggi alle quattro del pomeriggio difenderemo il titolo contro l`Olanda delle sorprese, mai arrivata così lontano. Gli Arancioni qui hanno già rovinato il party d`addio di Nadal, volteggiano sereni con la leggerezza di chi non avrà nulla da perdere, ma noi ci affidiamo alla coppia più bella del mondo, Sinner e Berrettini, e ci dispiace per gli altri. Il bis consecutivo dell`Insalatiera non riesce dal 2013 (Repubblica Ceca) e appena quattro nazioni (Usa, Australia, Repubblica Ceca e Russia) hanno conquistato nella stessa stagione la Davis e la Billie Jean King Cup delle ragazze: insomma, adesso si tratta di fare la storia. Davis Sarebbe la degna apoteosi di un`annata a fortissime tinte tricolori, con un`Italia gigantesca al centro del villaggio tennistico globale e il suo profeta Jannik a riscrivere giorno dopo giorno il romanzo dei record: può diventare il primo giocatore di sempre a vincere le Atp Finals, poi la Coppa e infine chiudere l`anno al numero uno del mondo. E se lo meriterebbero le migliaia di connazionali che sciamano in metropolitana fin dal mattino presto per raggiungere l`arena […]. E perciò quando la chioma riccia di Berrettini, scelto da capitan Volandri per il primo singolare contro Kokkinakis, cui il ct australiano Hewitt non rinuncerebbe neppure sotto tortura, spunta dallo spogliatoio, lo accoglie un boato che lo fa sentire davvero a casa, magari agli Internazionali, oppure alle Finals di Torino. Dentro questa bolgia rumorosa ma civilissima, The Hammer meriterebbe di vincere il primo set perché è più solido, costante e più reattivo nei game di risposta, anche se sciupa le prime quattro palle break. Ma quando finalmente frantuma la corazza del servizio di «Kok» e sale 6-5 con la battuta a favore, non sfrutta l`onda, spreca un set point e poi consente all`altro di rientrare. E nel tie-break, altre due opportunità per sigillare il parziale evaporano con un passante di rovescio sulla riga dell`australiano che Matteo giudica lungo, e una prima vincente dell`avversario, fino alla mannaia di un dritto di manovra in rete che dà il set a Thanasi. Però Matteo a marzo non è uscito dall`inferno dei dubbi di un altro maledetto infortunio per strozzare in gola l`urlo di questa gente adorante, non ha conquistato tre punti a settembre nel playoff che ci hanno aperto le porte del sogno per chinare la testa sotto il clima infuocato di un match così adrenalinico. E perciò resiste alla sfuriata dell`avversario, risistema il servizio e nell`ottavo game del secondo set si infila prepotente nel varco alla battuta che gli lascia Kokkinakis: break, e un set pari. Ora è battaglia mentale, più che di muscoli, il pupillo di Hewitt resta agganciato alla partita solo di nervi, fatica quando batte ma si salva sempre. Serve la scintilla, eccola: sul 5 pari 15 pari e servizio Australia, Berretto arriva in allungo su un dritto velenoso e con un dritto incrociato in corsa in chop di una complessità inenarrabile inchioda «Kok», rimasto immobile: «Lì è uscita la mia vecchia esperienza di terraiolo» . Una prodezza che affloscia Thanasi, che non tiene più in campo i due punti successivi. Il break del tripudio, Matteo tiene il servizio del trionfo, esulta braccia al cielo e lascia il testimone a Sinner. La solita storia. Dall`altra parte c`è De Minaur, che con la Volpe Rossa ha perso fin qui otto volte su otto. Pronti via, 2-0 Jannik. Ci risiamo. Stavolta però Demon è più dentro la partita, ottiene subito il contro-break, prova ad essere aggressivo, tuttavia quando il numero uno del mondo scala le marce verso l`alto, può solo guardarlo da lontano, sconsolato come sempre. Novanta minuti di ordinario lavoro d`ufficio, Sinner vince l`ottava partita consecutiva in Coppa tra singolare e doppio e ci riporta a un passo dal sogno. […]

Sinner è una garanzia, Berrettini in crescita, l’Italia ha più chance (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Non c`era modo migliore, per l`Italia, di arrivare alla finale di Davis di oggi contro l`Olanda avendo battuto per 2-0 l`Australia più che meritatamente. Possiamo contare su uno Jannik Sinner per il quale non ci sono più “quote” quando deve affrontare giocatori del livello di De Minaur e con le caratteristiche tecniche dell`australiano. Quanto a Matteo Berrettini, quando ho visto che l`Australia aveva scelto di schierare Kokkinakis contro di lui, ho fatto un sorriso sotto i baffi: ha fatto i miracoli, ma l`azzurro anche sul campo ha confermato la sua superiorità e dunque è giusto che in finale venga riproposto in singolare. L`Olanda l`abbiamo battuta, di recente, nel girone di Bologna: può contare su due singolaristi di buon livello, come Tallon Griekspoor e Botic Van de Zandschulp, ma che non possono neanche minimamente essere paragonati ai nostri. In particolare, Sinner non dovrebbe avere problemi contro Griekspoor. Qualcosa in più verrà di sicuro richiesto a Berrettini, che dovrà anche in finale essere in grado di fornire una prova altrettanto valida e di livello come quella che abbiamo appena visto: il suo avversario, Botic Van den Zandschulp, è un giocatore intelligente, poco appariscente, che su questo tipo di campi riesce sempre a esprimersi ad alto livello. Però credo che “basterà” il Matteo che è riuscito a battere Kokkinakis: certo, dovrà soprattutto ripetersi al servizio mantenendo la stessa efficacia. Il campo è molto veloce, difficile che Berrettini subisca un break. E, prima o poi, la possibilità di strappare il servizio all`avversario arriverà. Io sono ottimista, molto ottimista. E qualora dovesse esserci una sorpresa, nella fattispecie la sconfitta dell`Italia nel primo dei due singolari, abbiamo anzitutto Sinner, che in pratica ci assicura il punto del pareggio. Poi, il doppio, nel quale entreremmo in campo comunque da favoriti. L`eventuale formazione? Sinner e Berrettini hanno fatto molto bene contro l`Argentina giovedì nei quarti di finale, portando il punto decisivo. Un fattore sarà il recupero di Matteo, reduce da un incontro di semifinale lungo e tosto. C`è da vedere quanto spenderà nel singolare, avrà minimo due ore di riposo, si valuterà al momento. Certo che il servizio di Berrettini in doppio io vorrei sempre averlo, anche con un po` di stanchezza. E in ogni caso, sempre ipotizzando che il doppio sia decisivo per il risultato, non penso che si possa escludere Sinner. […]

La coppa la portiamo noi (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

«Se mi piacerebbe giocare contro me stesso? Forse sì… avrei il vantaggio di sapere cosa penso». Sull`onda d`entusiasmo di un 2024 senza precedenti, non è poi così irrealistico pensare che in questo momento Jannik Sinner possa perdere solo contro se stesso. Conoscendo il n. 1 del mondo, questo concetto di fantasia si può esprimere senza temere il karma o altre ritorsioni dovute alla scaramanzia. Non c`è il rischio che il campione altoatesino sottovaluti Tallon Griekspoor e la compagine olandese, domata dall`Italia due volte nel recente passato: quest`anno nel girone di Bologna e nella scorsa spedizione in occasione dei quarti di finale. «Giocare le finali è sempre un privilegio e in Davis non si sa mai cosa può succedere – le parole di Jannik dopo il trionfo sull`Australia -. Noi siamo contenti di essere qui a giocarci l`ultimo match della stagione. Difendere il titolo avrebbe un significato speciale, ma se non dovessimo riuscirci resterà comunque un`ottima cavalcata». Nel resoconto che segue il successo su Alex de Minaur l`allievo di Vagnozzi e Cahill non . lesina sui complimenti all`amico Berrettini: «De Minaur ha giocato una buona partita in cui ha provato cose nuove. È stato un match di ottima qualità e mi sono sentito meglio rispetto al match d`esordio. Matteo? La sua partita era importante. Sono molto felice per lui perché so quanto sta lavorando. Dopo l`ottimo doppio giocato insieme, si è ripetuto con un avversario ostico». Mentre Jannik chiudeva il primo set contro “Demon”, Benettini si è presentato in sala stampa con un sorriso grande così. Difficile biasimarlo dopo le due prestazioni stellari in questa Davis: «Kokkinakis è stato un avversario tosto, ma io ho giocato una partita completa. In attacco ma anche in difesa, cosa che su questi campi può essere complicata se non ti chiami Sinner». Sul 5-5, 15-0 è arrivato un vincente in chop di dritto che ha fatto saltare il pubblico dalle sedie e ha di fatto cambiato le sorti della sfida. Da lì sono scaturiti altri tre punti e il break decisivo: «Quel colpo non riesce sempre, ma ce l`ho nel mio repertorio e in questo caso ha cambiato l`inerzia della sfida. Se è una delle partite più belle in nazionale? È speciale, ma non meno di quelle di Bologna o del doppio contro l`Argentina. Per me è sempre un`emozione. Ricordo a 19 anni quando alla finale di Serie A1 suonarono l`inno e Bolelli mi disse “Pensa a quando sarai in Davis”. Per me sembrava un obiettivo irraggiungibile, a volte devo ancora darmi i pizzicotti». […]

Italia, sollevala ancora! (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Non c`è un solo modo per vincere in Coppa Davis. Ce ne sono mille. Non so quanti ne abbia calati sul campo Matteo Berrettini, impossibile contarli. Ma sono stati un`infinità. E tutti necessari. Importanti. Il cuore, la resistenza, l`invenzione giusta al momento giusto, la tenuta, la rabbia accumulata nei tanti, troppi anni in cui le cose non sono andate per il verso giusto. La testa, poi… Quella sì è stata decisiva. Nel tenere a bada l`ansia, la pressione, il peso dei momenti più complicati, sempre a contatto con quei rigagnoli di lucidità, limpidi come fossero appena sgorgati, nei quali tranquillizzarsi e rimettersi in carreggiata. Potrei continuare a enumerare la dotazione che ha permesso a Berrettini di rimanere in vita e non bruciarsi lungo un match che ha presentato decine di momenti a dir poco roventi. L’importante è che vi sia riuscito, prima recuperando con un guizzo felice il set perduto in avvio – non si sa come, né si comprende perché – contro un Thanasi Kokkinakis che non avevo mai visto giocare a questi livelli. Poi distendendosi in un finale pirotecnico, nel quale Matteo ha ideato colpi mai visti, senza più smarrire il filo del gioco. Il passaggio di testimone alla fine è riuscito, la staffetta azzurra si è presentata di slancio nel tratto finale, con un Sinner imprendibile che ha accumulato metri di vantaggio su un De Minaur volitivo e bellicoso finché si vuole, ma incapace di prendere il largo. Era un match da vincere in due mosse, e l`Italia ha la coppia giusta, capace di fare la differenza. Berrettini e Sinner, amici che si cercano con gli occhi, che sembrano giocare in coppia anche quando affrontano i rispettivi singolari. Il traguardo della staffetta azzurra era la finale, la seconda consecutiva. Matteo e Jannik l`hanno condotta per mano. Oggi c`è l`Olanda, battuta a settembre a Bologna. Haarhuis, il capitano, disse l`anno scorso che i problemi per la sua squadra erano cominciati quando Sinner era sceso dall`aereo. Quest`anno sono scesi in due, e Berrettini vuole la sua parte. Micidiale Kokkinakis nel recuperare il break smarrito all`undicesimo gioco del primo set, che dava a Matteo l`opportunità di portarsi in vantaggio. Una grande prova anche la sua, saggia e avveduta, senza mai smarrire quell`aggressività che aveva reso la vita da subito difficile a Berrettini. Incredibile il ribaltone che ha preso forma nei pochi minuti di quel finale di set, fissato prima dal ricongiungimento con Matteo, sul 6-6, poi da un tie break che ha visto l`australiano sotto 5-3, eppure capace di risalire una seconda volta (aiutato da un nastro millimetrico che ha annullato un ace all`azzurro sul secondo set point), per portarsi a sua volta alla palla del set e approfittare dell`errore con il dritto di uno scorato Berrettini. È stato nella difficile partenza della seconda frazione che Matteo ha ritrovato l`intensità che serviva per recuperare il suo tennis migliore. Proprio quando Kokkinakis sembrava aver acquistato, nella serenità fornita dal vantaggio di un set, quella spensieratezza che gli permetteva di colpire ogni palla con violenta determinazione. Importante è stato tenere il servizio nei primi tre turni di battuta del secondo set, e non è stata cosa da nulla. In quelli, Berrettini ha avuto il tempo di ritrovarsi, di rimettersi in carreggiata. Un passaggio a vuoto di Kokkinalds, nel settimo game, ha dato al romano il break che serviva, rilanciandolo nel punteggio e permettendogli di abbordare la terza partita di nuovo in fiducia, convinto di poter portare a termine la missione che gli era stata affidata, quella di ottenere il punto che con ogni probabilità avrebbe allontanato la minaccia di uno scontro al doppio decisivo. È giocatore vero, Matteo. Lo è da sempre, e lo dico con il rimpianto di non averlo visto vincere un torneo davvero importante. Non so se ne abbia ancora il tempo. Penso voglia giocare sei o sette anni, ma non è questo il punto. Sono convinto che sull`erba, se vi arriva con la giusta preparazione, in una stagione senza intoppi e lunghe soste in officina per le riparazioni del caso, abbia ancora la possibilità di farcela. Mi ostino a dire che il tennis alla Berrettini sia unico nel suo genere, il solo capace di guidare gli appassionati sulle montagne russe del nostro sport, divertirli ed estenuarli di brividi e scossoni. C`è riuscito anche ieri nel set decisivo, quando ha avviato il game del break, di nuovo l`undicesimo, andando a recuperare un pallettone ferace di Kokkinakis che lo aveva ormai quasi superato, con un taglio di dritto talmente anomalo da spedire la palla quasi sotto la rete, con una traiettoria a uscire prodigiosa. Kokkinakis si è come bloccato al centro del campo per chiedere spiegazioni a Hewitt su un colpo che non aveva mai visto. Lì Berrettini ha colto il momento della svolta, e ha continuato a giocare colpi da antologia a una velocità fuori dalla portata dell`australiano. Break e servizio per chiudere il match, stavolta senza dare a Kokldnalcis l`opportunità di rimettersi in gioco. Vittoria spettacolare, l`ottava in singolare nella Davis, la settima consecutiva. Che vale da sola l`aggancio alla seconda finale della Coppa più antica del tennis. Sinner ha dovuto solo mettere il proprio sigillo, e l`ha fatto con i suoi modi, le sue accelerazioni, e quella serenità che solo i più forti possono permettersi. Ha lasciato qualche cosa, qua e là, ma soltanto perché De Minaur ha giocato al meglio delle proprie possibilità, senza riuscire a scalfire la corazza del numero uno. […]

Italia infinita (Stefano Semeraro, La Stampa)

Come è allegra Malaga, appena un anno dopo. Canti, balli, maglie azzurre ovunque, sbarcate in massa nel tepore andaluso per godersi esattamente quello che succede: l`Italia di nuovo in finale in Coppa Davis. E’ la nona della storia, i Volandri boys se la giocano oggi alle 16 da favoriti, e di fatto in casa (ma l`anno prossimo la sede potrebbe essere spostata a Zuhai, in Cina), contro la debuttante Olanda. La missione, insidiosa come sempre in Coppa, ma tutt`altro che impossibile è aggiungere un terzo successo a quelli del 1976 e del 2023, rendendo nel contempo l`Italia campione del mondo unisex: vittoria in Bille Jean King Cup e Coppa Davis nello stesso anno, in passato è riuscito solo a Usa (7 volte) Australia (3 volte), Repubblica Ceca (2012) e Russia (2021). Insomma siamo una nazione fortissimi, direbbe Checco Zalone. Anzi i più fortissimi di tutti, visto che abbiamo anche il numero 1 e la numero 4 del ranking. L`Australia era stata l`ultima a farsi disboscare l`anno scorso dalla calma furia sinneriana, affiancata dall`attendente Arnaldi. Stavolta non è riuscita a fare molto di più. Jannik, in versione ulteriormente accessoriata dopo un anno da fenomeno, ormai gioca più contro l`orologio che contro gli avversari. De Minaur, vittima sacrificale, alla nona sconfitta in nove incontri, rimedia 6-3 6-4 in un`ora e 28 minuti e alza bandiera bianca: «Jannik è un puzzle che non so risolvere». A portare il primo, fondamentale punto ci aveva pensato Matteo Berrettini, raggiungendosi dove Jannik lo aveva immaginato dodici mesi fa, quando strinse con lui un patto d`argento: «La prossima Coppa la vinciamo insieme». Tre set (6-7 6-3 7-5) strappati a un altro acrobata della jella come Thanasi Kokkinakis, molte occasioni sprecate nel primo set (Matteo ha servito sul 6-5 e scialato un set point nel tie-break), molta garra, molta qualità, soprattutto molto Berrettini dei tempi migliori negli ultimi due. Compreso un mirabolante chop di diritto che ha fatto saltare in piedi l`arena e aperto la strada al break decisivo. «Credo di aver giocato una delle mie partite migliori», dice Matteo, esibendo palpabile felicità. «Arriva alla fine di un anno molto solido. Giocare per la nazionale è sempre speciale, mi dà un`energia pazzesca. E ogni volta, nel riscaldamento, c`è sempre un momento in cui ripenso a quando tanti anni fa in Serie A Simone (Bolelli, ndr) al momento dell`inno mi disse “immagina quando lo sentirai in Coppa Davis”. Mi devo dare i pizzicotti, per capire che è successo davvero». Subentrato al Musetti emotivamente inceppato della prima giornata, Matteo accanto a un Sinner che sembra giocare un altro sport è diventato la carta vincente di Volandri. «La chiave contro Kokkinakis è stata stare lì, superare la delusione del primo set. Mi dicevo che ero stato il migliore in campo e visto che me lo ripetevano anche i ragazzi dalla panchina, ho dovuto crederci». Oggi l`idea sarebbe di chiuderla con i due singolari, prima Berrettini contro Van de Zandschulp, a seguire Sinner contro Griekspoor. Ma in caso di necessità il Martello è disponibile a ripetersi a fianco del numero 1 dopo lo show a due contro l`Argentina. […]

Prima volta Olanda in cerca di magia (Roberto Bertellino, Tuttosport)

La premessa è che l`Olanda giocherà oggi la sua prima finale di Coppa Davis e questo rappresenterà da un lato uno stimolo maggiore a far bene e dall`altro un elemento di tensione per la prima volta. L`Olanda ha due ottimi singolaristi che ben si adattano al terreno veloce come quello del Palacio de Deportes José Maria Martin Carpena di Malaga, considerato il terzo più veloce del circuito. Il numero 1 è Tallon Griekspoor attuale n. 40 Atp e con un best ranking di n. 21 raggiunto il 6 novembre 2023. […] Griekspoor ha vinto due titoli nel circuito maggiore, entrambi nel 2023, a Pune e sull`erba di casa nel 250 di s`-Hertogenbosch. Fisico potente, Tallon ha nel servizio l`arma migliore ma anche con i colpi da fondo campo ha la possibilità sia di attaccare sia di difendersi. Ma troverà Jannik Sinner che conduce nei precedenti 5-0. Partite comunque lottate e giocate nelle ultime due stagioni. L’ultima ad Halle, sull`erba tedesca, con vittoria dell`azzurro in tre set e in rimonta. Le tre volte nelle quali si sono confrontati sul duro indoor Jannik ha sempre vinto in due set. Il numero 2 dei tulipani è Botic Van de Zandschulp, 29 anni e già n. 22 Atp nell`agosto 2022. Nell`ultima classifica è collocato al n. 80 ma vale molto di più. In stagione ha vissuto momenti e stati d`animo diametralmente opposti, passando secondo le indiscrezioni dal desiderio di ritirarsi, dopo la sconfitta subita al Roland Ganos per mano di Fabio Fognini, alla grande gioia per la vittoria colta agli US Open contro Carlos Alcaraz. Nel 2024 ha alternato l`attività Challenger a quella nel circuito maggiore. Non ha al proprio attivo titoli Atp proprio perché è la continuità (e un po` di personalità) la cosa che più gli è mancata in carriera. Gran servizio e potenza nei colpi, con il rovescio bimane che gli permette di trovare angoli preziosi, sono le armi del suo gioco. Se costretto agli spostamenti laterali entra in difficoltà. Sarà l`avversario di Matteo Benettini con il quale ha perso quattro volte su quattro. Le ultime giocate quest`anno anche in Coppa Davis a Bologna. […] Il doppio olandese è temibile e si spera ovviamente di non doverlo affrontare ma chiudere sul 2-0 dopo i singolari. Lo compongono lo Wesley Koolhof, già n. 1 ATP di specialità nel 2022 alla possibile ultima partita in carriera, e lo stesso Van de Zandschulp, che ha sostituito in questo ruolo Griekspoor, comunque a disposizione del capitano, Paul Haarhuis, ex n. 18 ATP in singolare e 1 in doppio: «Dovrò far capire ai miei giocatori – ha detto il CT – che possono farcela a battere l`Italia». […]