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Società Tennis Bassano e l’orgoglio di giocare solo con ragazzi del circolo. Presidente Fioravanzo :”Un progetto bellissimo” [ESCLUSIVA]

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La regione Veneto si affacciava alla Serie A1 maschile 2024 con un solo circolo a rappresentarla: la Società Tennis Bassano. Il circolo bassanese ritorna in Serie A1 in questa stagione nell’anno del novantesimo compleanno dopo una promozione meritata sul campo ma arrivata un po’ a sorpresa rispetto a quelle che erano le aspettative del circolo. L’impatto con la Serie A1 non è stato facile considerando il blasone di diversi circoli facenti parte della concorrenza e la strategia messa in atto dal circolo veneto. Questo non ha intimorito la Società Tennis Bassano, che ha affrontato la fase a gironi a testa alta e con un progetto chiaro in mente, oltre al valorizzare il lavoro di chi si era conquistato la possibilità di giocare in Serie A1. Della filosofia del circolo, della stagione in corso, dell’importanza dei giovani e del rapporto con la città, ne abbiamo parlato prima della disputa dei play-out col presidente Marco Fioravanzo.

D: Rieccovi in Serie A1 dopo che la promozione dello scorso anno è arrivata un po’ a sorpresa. L’obiettivo era in primis una salvezza tranquilla per poi vedere l’evoluzione della competizione. A Torino, nella finale play-off, avete battuto degli avversari che, guardando la classifica, erano probabilmente un po’ più forti di voi. Come avete affrontato questa nuova stagione?

Sì esatto, lo scorso anno non siamo partiti con l’obiettivo di puntare alla promozione. Sapevamo di avere una buona squadra perché il nostro settore giovanile è valido. Abbiamo Gabrieli e Salviato che sono nati e cresciuti qua al circolo e che hanno una buona classifica. Poi una serie di eventi ci hanno permesso di raggiungere la promozione. È stato un risultato molto bello per noi, nonostante il nostro circolo abbia conquistato lo scudetto nel 2013. Questo perché si è trattato di un risultato molto diverso. Noi da un paio di anni abbiamo una squadra composta solo dai nostri ragazzi o che si allenano da noi. Una bella realtà. Essere arrivati in Serie A1 con ragazzi come Salviato e Gabrieli, che hanno preso la racchetta in mano per la prima volta da noi, o Speronello e Dal Zotto che si allenano da noi, è stata una grandissima soddisfazione

D: Il progetto è quello di puntare solo su ragazzi cresciuti da voi. Questo lo si vede nel momento in cui si guardano le rose dei vari circoli. Voi, insieme a Palermo, siete le uniche due squadre ad aver schierato solamente giocatori italiani, ma voi a differenza dei siciliani non avete registrato nessuno straniero nella lista dei giocatori. Come è maturata la scelta di non aggiungere nessun giocatore straniero alla vostra rosa? Si tratta di una scelta in controtendenza rispetto a quanto fatto dalla maggioranza degli altri circoli. Quali sono le motivazioni che vi hanno portato a puntare su giocatori “vostri”?

“È stata una scelta ponderata una volta vinto lo scudetto. In quegli anni abbiamo raggiunto per due volte la semifinale, una finale e una volta abbiamo vinto lo scudetto. Abbiamo fatto dei grandi campionati, ma non con gente del circolo. A quei tempi le regole erano diverse (la regola degli 8+) e per noi c’era Paolo Lorenzi che era arrivato da noi quando si trovava intorno alla posizione 400. Una volta vinto lo scudetto la strategia è cambiata. Noi abbiamo la fortuna di avere un’ottima scuola tennis e non poteva esserci motivo migliore se non quello di valorizzare tutti i nostri ragazzi, una volta che diventavano competitivi, per realizzare una squadra che rispettasse quelli che sono i nostri obiettivi per la crescita di questi ragazzi. Giocando il campionato di A1, diventa difficile per noi mantenere la categoria, però abbiamo voluto seguire la stessa strategia che avevamo applicato giocando in A2. Più di qualcuno ci ha chiesto perché non prendete uno straniero, ma io penso che la promozione se la siano guadagnati questi 5 ragazzi qua ed era giusto che si godessero loro lo spettacolo dell’A1, il giusto premio per il lavoro fatto. Quest’anno Gabrieli (Tommaso) non è più settore giovanile e abbiamo aggiunto in prima squadra il fratello (Cesare). Se avessimo aggiunto anche un altro giocatore, due dei ragazzi che si erano conquistati la promozione non avrebbero potuto scendere in campo. Si tratta di una scelta ponderata ed è una scelta che continuerò a fare finché avremo dei ragazzi competitivi. Adesso siamo in A1, potremmo andare in A2 o finire anche in Serie B ma nel frattempo tra i giovani ci sono tanti ragazzi che cominciano a essere seconda categoria. Giocatori che cresceranno e il mio obiettivo è quello di far giocare loro per la squadra.”

D: Parliamo del vivaio. È evidente dalle formazioni messe in campo che ci avete puntato molto. Basta pensare a Cesare Gabrieli, uno dei giocatori di Bassano che è cresciuto da voi e che vi sta regalando delle soddisfazioni. Un esempio è la vittoria su Ceppellini nel match contro il Park Tennis Club Genova, un giocatore meglio posizionato di lui. Come è strutturato e come viene valorizzato il vivaio a Bassano? Qual è la vostra filosofia e quante soddisfazioni vi regala vedere questi risultati da parte dei vostri giocatori?

“Per comprendere meglio ciò, occorre fare un passo indietro. Io e i miei soci Marco Moretto e Tommaso Moretto, siamo nati e cresciuti qui e da trent’anni facciamo i maestri nel circolo. È raro vedere dei maestri di tennis nello stesso circolo per così tanto tempo. Negli anni abbiamo avuto la fortuna di avere dei Presidenti che ci hanno fatto lavorare sempre come volevamo. Noi come circolo puntiamo tanto sull’agonismo, ma anche sulla scuola tennis. Abbiamo tantissimi ragazzini iscritti. I vari Presidenti ci hanno fatto lavorare seguendo la strada che volevamo percorrere negli anni. All’inizio siamo stati fortunati, poi abbiamo continuato su questa strada. Col tempo i risultati sono arrivati perché abbiamo tanti ragazzi e ragazze under talentuosi, nelle squadre under 16 maschile e femminile. Se penso a Cesare Gabrieli, ha iniziato insieme al fratello Tommaso che è un 2.2 mentre Cesare è un 2.6. Ha iniziato a giocare insieme a Salviato e a Zitarosa, tutti i ragazzi che hanno esordito da noi. Questo modo di concepire la squadra è percepito anche dai ragazzi e lo si vive con un’unione molto forte tra noi. Inoltre è, soprattutto, un messaggio bellissimo che diamo ai ragazzi più giovani. È da stimolo anche per loro. Nell’ultima giornata della fase a gironi abbiamo fatto esordire un ragazzo di 16 anni, Battaglia, che è un ragazzo 2.8, nato e cresciuto anche lui al circolo. Puntiamo su di lui e su De Antoni (2.8 anche lui) e posso dire che un giorno, fra due o tre anni, sarà la loro squadra. Questo modo di vivere la competizione rappresenta un collante importante tra prima squadra e il settore under, anche perché il tennis è molto seguito a Bassano. È un progetto che portiamo avanti e che vorremo continuare a percorrere anche negli anni a venire.”

D: Approfondiamo il legame che c’è tra prima squadra e settore giovanile, perché in circoli più grandi, con l’arrivo di giocatori stranieri o esterni, si perde un po’ il collante. Considerando come siete strutturati, come si può descrivere il rapporto tra prima squadra e settore giovanile, anche alla luce dell’esordio di Battaglia?

“La squadra titolare è composta da Speronello, Gabrieli, Salviato, l’altro Gabrieli e Dal Zotto e, a parte Cesare Gabrieli, tutti gli altri sono anche maestri nel circolo. Questo fa capire che il legame è ancora più importante rispetto ad altre squadre. Non sono solo ragazzi che giocano la Serie A, ma sono anche i maestri degli stessi ragazzi che si allenano al circolo; quindi, anche questa è una realtà poco consueta e molto particolare. Speronello e Dal Zotto da quest’anno lavorano insieme a me, Marco Moretto e Luigi Zitarosa, che è nato e cresciuto con noi. Lo staff che i ragazzi vedono in campo al pomeriggio è composto dalle stesse persone che poi vanno a giocare la domenica la Serie A, quindi è un collante importantissimo. Ci rende felici e ci piace molto che i ragazzi vedano questo legame e che anche i più piccoli lo vedano come un loro obiettivo, perché è anche il nostro, ossia che un giorno anche loro andranno a far parte di questa squadra.”

D: Lei ha raggiunto il ruolo di Presidente del circolo, nascendo e crescendo nel circolo come giocatore, maestro e poi Presidente. Guardando alla vostra storia come circolo, emerge come sia forte il legame del circolo con la città. Tante iniziative create dal circolo per cercare di coinvolgere la comunità, da “Tennis in Piazza”, alla collaborazione per ospitare la Fed Cup in città nel 2001, all’incontro-esibizione Becker-McEnroe del 1993. Come viene vissuto il tennis a Bassano?

Il legame che c’è tra il circolo e la città è forte. Bassano è una città piccola ma ci sono squadre importanti, basti pensare all’hockey. Si tratta di una città che vive molto lo sport. Se facciamo riferimento al lavoro fatto con gli altri presidenti, negli anni precedenti abbiamo dato l’impronta sia a livello di scuola tennis sia a livello di manifestazioni perché abbiamo organizzato per due anni anche due tornei future sia al maschile sia al femminile. È una simbiosi molto importante. Un torneo a cui io tengo molto e che organizziamo da vent’anni è quello di tennis in carrozzina. Lo definisco il mio torneo perché quello che mi danno questi giocatori, non me lo da nessun altro. Tornando al grande legame con la città questo avviene sia perché è una cittadina piccola ma soprattutto il nostro circolo vive tantissimo lo sport e lo vive in maniera simbiotico, tra socio, scuola tennis, prima squadra e maestri. In termini di eventi e manifestazioni organizzate, a parte gli anni che ci hanno visti protagonisti nell’organizzare grandi eventi come la Fed Cup o l’incontro Becker-McEnroe, lavoriamo molto più sul settore giovanile e su tornei giovanili e Open. Ogni anno organizziamo un torneo Open perché abbiamo sei nostri giocatori che li giocano, più altri 7-8 giocatori che si allenano da noi, che sono più indietro in termini di classifica. Lo organizziamo soprattutto per loro. Come detto poi organizziamo da vent’anni tennis in carrozzina che un torneo a cui credo tantissimo. Per 6 o 7 anni abbiamo ospitato i campionati italiani e 2/3 i campionati italiani a squadre. Ogni anno faccio sempre richiesta per poter portare il tennis in carrozzina al nostro circolo perché è un grande esempio non solo per noi ma anche per le stesse scolaresche. Nelle giornate dedicate al torneo del tennis in carrozzina ci sono tantissimi scolari che vengono ad assistere perché è un messaggio importante quello che viene dato da questi giocatori. Richiedo di organizzare ogni anno questo torneo perché ho voglia di vederli all’opera, li considero degli atleti di altissimo livello. Il tennis è uno sport difficile e molto tecnico, nel momento in cui una persona sale su una carrozzina realizza quanto siano forti questi ragazzi perché la difficoltà più grande muoversi in campo per poi colpire la palla. È qualcosa che noi facciamo anche provare ai ragazzi. Insieme alle scuole, aderiamo ad un progetto si chiama Kairos sulle diseguaglianze. Gli atleti vanno nelle scuole e, a parte una parte piccolissima di interviste, viene data la possibilità a tantissimi ragazzi di provare a giocare. In questo modo sia loro sia gli stessi professori possono comprendere la difficoltà che affrontano questi atleti e di che campioni stiamo parlando”

D: Il circolo ha compiuto 90 anni essendo stato fondato nel 1934. Come avete festeggiato? Nel corso di questi 90 anni di storia poi è arrivato anche lo scudetto nel 2013,con una squadra composta da Lorenzi, Seppi, di Mauro, Huta Galung, Crugnola ma anche da giocatori che erano parte del vivaio e che insieme a questi giocatori hanno trionfato, ossia Gabrieli, Salviato e Zitarosa. Che ricordi ha di questo scudetto?

Abbiamo fatto la festa di novant’anni a giugno nella quale abbiamo premiato le persone che hanno raccontato la storia del Tennis Bassano, quindi adesso aspetteremo a festeggiare il centenario. Per quanto riguarda lo scudetto, è stata una rincorsa che è durata tre anni finché alla fine finalmente ce l’abbiamo fatta. Uno dei ricordi più belli era legato al fatto che, giocando a Rovereto quindi non lontano da casa, c’era un muro giallo, perché gialle erano le magliette dei nostri supporter. Tanta gente di Bassano è andata ad assistere alla sfida ed è stato emozionante, veramente bello e rimarrà nella storia del circolo.

D: In chiusura Presidente possiamo dire che si percepisce l’orgoglio per il lavoro che state facendo.

Il punto di cui vado più orgoglioso è l’unione che c’è e la bellezza e la forza di avere una squadra di ragazzi che tu hai cresciuto. Questa è una cosa meravigliosa. Magari non vincerai mai un titolo, non potrai competere con le città contro la quale stiamo competendo quest’anno però l’orgoglio di vedere un bambino del tuo circolo, che lo hai visto giocare sin da bambino e lo vedi, come è avvenuto per Battaglia, giocare e perdere al super tie-break di una partita importante, per me vale uno scudetto. È un messaggio che ho lanciato chiaramente allo staff a suo tempo e anche ai soci. Poi a nessuno piace perdere, l’obiettivo non è che solo lanciare giovani e perdere ma lanciare giovani per fare una squadra di ragazzi nati e cresciuti nel circolo e cercare di essere competitivo. Vorrei che tanti circoli seguissero questa nostra filosofia, anche se capisco bene che se uno vuole vincere un titolo di serie A1, questa tipologia di progetto è difficile da portare avanti. Vedo, comunque, che ci sono tante squadre che stanno investendo in maniera importante nel settore giovanile questo per me è una cosa di valore, il futuro sono loro. Tornando al campionato, noi siamo capitati un giorno veramente difficile. Nella conferenza stampa di inizio stagione ho dichiarato se ci salviamo lo facciamo all’ultima giornata ed è quello che sta succedendo. In ogni caso i ragazzi hanno fatto il loro massimo, se si guarda alle sfide, abbiamo perso tutte partite molto tirate. È stato un campionato giocato in maniera dignitosa indipendentemente da come vada e sono stato contento come di come lo abbiamo giocato. In giro ci sono squadre che sono nettamente più attrezzate più forti, hanno un budget economico molto alto, ma non lo cambierei col mio. Per me è un progetto bellissimo quello che stiamo seguendo e penso che lo percepisca.