Movember: farsi crescere i baffi per la salute maschile
Un po' per gioco e un po' (molto) sul serio: il movimento Movember ha raggiunto dal 2003 a oggi quasi 5 milioni di sostenitori, riuscendo a raccogliere 1 miliardo di dollari utilizzati per finanziare progetti sulla salute maschile. L'idea di base è di farsi crescere i baffi per tutto il mese di novembre, per "generare" curiosità e offrire un pretesto per parlare di argomenti che non sempre gli uomini affrontano volentieri. I partecipanti sono anche invitati a condividere le proprie foto con i baffi con l'hashtag #movember e a fare una donazione. Per capire quali controlli è opportuno fare, con quale cadenza, e quali sono le nuove terapie disponibili per le patologie maschili (il tumore della prostata colpisce più di 40.000 uomini ogni anno) abbiamo intervistato il professor Pietro Acquati, primario dell'Unità Operativa Complessa di Urologia dell'IRCCS Policlinico San Donato di Milano.
Professor Acquati, spieghiamo meglio cosa è “Movember”?
Movember è una campagna che si concentra sulla sensibilizzazione riguardo ai tumori urologici maschili, in particolare quelli della prostata e dei testicoli. Questa iniziativa, che si svolge nel mese di novembre, mira a promuovere la consapevolezza e la prevenzione di queste patologie, sottolineando l'importanza della diagnosi precoce e dell'accesso alle cure. La campagna coinvolge attivamente la popolazione maschile, spingendo a riflettere sull'importanza della salute e del benessere maschile. Attraverso eventi, raccolte fondi e attività di sensibilizzazione, Movember affronta anche temi critici come la cultura della salute maschile, il tabù che spesso circonda le malattie urologiche e le sfide che i medici affrontano nel trattare questi argomenti. In sintesi, Movember non è solo un momento di riflessione, ma un'opportunità per migliorare la consapevolezza e promuovere comportamenti proattivi verso la salute maschile.
Quali sono gli esami che un uomo deve assolutamente fare, per prendersi cura della propria salute?
Per quanto riguarda il tumore del testicolo, l'autopalpazione è una delle forme di prevenzione più efficaci, soprattutto per i giovani a partire dall'adolescenza. Questa pratica consiste nel palpare regolarmente i testicoli per identificare eventuali anomalie come noduli o cambiamenti nelle dimensioni o nella consistenza. Eseguire questa azione almeno una volta al mese permette di rilevare precocemente segni di tumore testicolare che, se diagnosticato e trattato tempestivamente, ha ottime possibilità di cura e guarigione. Per quanto riguarda il tumore alla prostata invece, la decisione di sottoporsi ad un prelievo ematico per il dosaggio del PSA (acronimo anglosassone che identifica l’Antigene Prostatico Specifico), un marcatore prostatico prodotto dalla ghiandola in diverse condizioni, deve essere presa insieme al proprio urologo, prendendo in considerazione i fattori di rischio individuali, come la familiarità, l’età, e le caratteristiche specifiche della ghiandola. In casi selezionati, l'urologo potrebbe includere il dosaggio del PSA in un programma di monitoraggio periodico, soprattutto in presenza di fattori predisponenti. Oltre al PSA, il controllo della salute prostatica include la valutazione clinica della prostata, che consiste nell'esplorazione digito-rettale. Con questo esame possono essere rilevate anomalie nella consistenza della prostata e nelle dimensioni, oltre a segni di infiammazione. Combinando i risultati del PSA con l’esplorazione digito-rettale, l'urologo dispone di tutti gli strumenti utili ad eseguire una accurata valutazione dello stato di salute della prostata.
Quale potrebbe essere un “calendario” di controlli da fare, divisi per età?
In relazione alla patologia tumorale testicolare, a partire dai 20 anni, è necessario sottoporsi regolarmente all’autopalpazione testicolare. Effettuare una visita urologica in età adolescenziale è l’occasione per apprendere le modalità con cui effettuare questo tipo di esame in autonomia. Per quanto riguarda la prevenzione del tumore prostatico, si raccomanda di eseguire controlli urologici annuali, a partire dai 50 anni di età. In caso di familiarità per tumore alla prostata, è preferibile iniziare i controlli già a partire dai 40 anni.La prevenzione attiva e i controlli regolari sono fondamentali per la diagnosi precoce dei tumori, in quanto aumentano significativamente le possibilità di successo del trattamento. La diagnosi precoce permette di individuare il cancro in uno stadio iniziale, quando le possibilità di cura sono maggiori e il trattamento è più efficace.
A quale età occorre iniziare a controllare la prostata? Quali esami effettuare?
A partire dai 40 anni tutti gli uomini dovrebbero rivolgersi ad un urologo. Tale raccomandazione è particolarmente importante per la prevenzione oncologica, in particolare del carcinoma prostatico. La valutazione specialistica a questa età consente di identificare precocemente i fattori di rischio, non solo attraverso l'esame fisico della prostata, ma anche grazie al dosaggio dei livelli di PSA nel sangue. Il dosaggio del PSA, che si effettua con un prelievo ematico, è utile per monitorare possibili alterazioni nell’andamento dei livelli di tale antigene nel tempo, che potrebbero essere indicative della presenza di un tumore della prostata. Sulla base della storia clinica, dell’anamnesi familiare e dei fattori di rischio, l’urologo sarà in grado di stabilire il momento giusto per iniziare lo screening.
Quanto sono diffuse le neoplasie prostatiche, e quanto quelli ai testicoli?
La neoplasia della prostata è effettivamente il tumore più comune tra gli uomini in Italia, rappresentando il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nella popolazione maschile. Secondo le stime AIOM del 2022, sono stati diagnosticati 40500 nuovi casi di tumore alla prostata a livello nazionale (il 16% in più rispetto al 2017), dato che evidenzia l'importanza di monitorare la salute maschile, soprattutto nelle fasce di età più avanzate. Il tumore al testicolo interessa invece la popolazione maschile tra i 20 e i 40 anni, con un’incidenza che va dai 1000 ai 1500 casi all’anno.
Quali altre patologie possono colpire l’apparato uro-genitale dell’uomo? Quanto possono essere gravi?
L’apparato uro-genitale maschile può essere colpito da numerose patologie di diverso tipo: infezioni, tra cui ricordiamo quelle sessualmente trasmesse; patologie ostruttive; patologie oncologiche di diversa natura e disfunzioni del sistema neuro-muscolare. Tutte queste patologie possono presentarsi con gravità e intensità differenti e, in aggiunta, possono causare problematiche di tipo sociale e relazionale.
Quali nuove tecniche o nuove cure esistono, oggi, per curare queste patologie?
La terapia specifica per il tumore ai testicoli viene pianificata in base alla tipologia di tumore, alla stadiazione, all’eventuale risposta a precedenti trattamenti e alle condizioni generali del Paziente. Ogni caso di tumore testicolare è unico, e le terapie devono essere adattate alle circostanze specifiche del paziente, compresi i suoi desideri di preservare funzioni vitali come la fertilità e la potenza sessuale. Esistono diverse opzioni terapeutiche, che possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione, a seconda del caso. Le possibilità terapeutiche sono di natura chirurgica, oncologica e radioterapica. I nuovi studi si stanno muovendo verso tecniche diagnostiche mininvasive e verso l’utilizzo di tecniche chirurgiche mini-invasive. Anche la patologia prostatica dispone di numerose armi terapeutiche, estremamente personalizzate in base alla tipologia di malattia, alle comorbidità del Paziente e alla sua aspettativa di vita. Tali opzioni possono variare dalla chirurgia alla radioterapia, oltre che alla terapia medica o alla sola osservazione. Dal punto di vista delle terapie mediche, le associazioni tra terapia ormonale e chemioterapia sono sempre più studiate e utilizzate per i casi di tumore in stadi avanzati. Sono inoltre in corso di studio anche terapie focali, che potrebbero essere utilizzate in casi estremamente selezionati i per i quali altre tipologie di terapia potrebbero non essere indicate o potrebbero costituire un rischio eccessivo.