Così i vini Serprino e Friularo puntano a crescere da Padova agli States
Uno ricerca l’ambizioso traguardo di quintuplicare le bottiglie prodotte e ovviamente vendute, l’altro mira a diventare definitivamente il “vino dei padovani”, puntando persino a rimpiazzare lo spritz negli aperitivi di piazze e locali.
Serprino e Friularo sono due eccellenze della produzione vinicola in provincia e, dopo qualche anno di stanchezza (se non di oblìo), entrambi hanno preso coscienza della necessità di far valere questa peculiarità. Doc l’uno e Docg l’altro, sia Serprino che Friularo sono al centro di importanti piani di rilancio, ciascuno con il proprio cronoprogramma e con i propri obiettivi.
Serpino, obiettivo 4,5 milioni di bottiglie
È recentissimo quello del frizzante vino dei Colli Euganei, Doc dal 1969: appena qualche settimana fa il Consorzio di tutela Vini Colli Euganei ha dichiarato – in un preciso piano strategico – di voler rilanciare il Serprino per renderlo un riferimento per tutti i padovani e per i veneti in generale, portando le 800 mila bottiglie prodotte oggi ad almeno 4,5 milioni in tre anni.
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«I vigneti già esistenti possono consentire, teoricamente, di arrivare anche a 8,5 milioni di bottiglie», aveva spiegato il presidente consortile Gianluca Carraro, «12 milioni se si considera la riserva vendemmiale che la Regione non nega mai». Come? Lavorando innanzitutto nella ridefinizione del marchio e nella creazione di un brand, cercando nuovi mercati fuori dai confini padovani (per ora rimanendo in Veneto, ma strizzando l’occhio pure al Nord Europa), facendo diventare il Serprino la bottiglia che non può mancare negli eventi locali, che sia per un Capodanno o per un’inaugurazione. I motori di questo rilancio si sono accesi, il Consorzio ha investito i primi fondi, gli specialisti del settore, i produttori ci credono.
Il Friularo, “vino da viaggio”
La competizione – si fa per dire, visto che uno è bianco e l’altro rosso, e questa è la differenza è più macroscopica – è con l’altro importante vino padovano, il Friularo. Da quando questo vino è uscito dalla nicchia conquistandosi la pregiata fascetta Dogc, che attesta appunto la Denominazione di origine garantita e disciplinata, lo storico vino rosso si è via via ritagliato fette sempre più importanti di mercato, sia nella nostra regione che all’estero.
Certo i volumi del “vino che ama il freddo”, raccolto dai filari con una delle vendemmie più tardive d’Italia, e che da secoli viene coltivato nel Conselvano non sono elevati ma l’attuale produzione, ad opera di una trentina di viticoltori fra i quali la Conselve Vigneti e Cantine e il Dominio di Bagnoli, è più che sufficiente per affermare il Friularo fra chi ama i grandi rossi.
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In passato era il “vino da viaggio”, ideale per essere conservato in grosse botti e trasportato anche sulle lunghe distanze: si narra che anche l’imperatore Federico II ne volle un carro pieno, da portare a palazzo. Negli ultimi anni – il rilancio di questo vino è partito con qualche anno di anticipo rispetto al Serprino – il Friularo Docg si sta facendo conoscere come il “vino dei padovani”, ricercato da chi, anche fra i giovani, ama gustare un rosso importante e corposo, all’insegna di un consumo consapevole e dosato.
È in aumento, sottolinea Nicola Zaggia, presidente del Consorzio Doc Bagnoli, la richiesta anche da parte di ristoranti, locali ed enoteche di Padova e del Veneto in generale, proprio per il “carattere” e la storicità di questo vino.
Gran parte della produzione, ben oltre la metà, finisce all’estero, dalla Svizzera ai Paesi dell’Europa settentrionale. «Anche negli Stati Uniti il Friularo sta muovendo i primi passi», ricorda Zaggia, «ed è apprezzato fra i consumatori alla ricerca di questa tipologia di vini rossi». Guardando alla vendemmia appena conclusa, il clima umido di questo autunno ha influenzato il calendario, spingendo ancora più avanti la raccolta delle uve, conclusasi giusto in questi giorni. «La maturazione è stata particolarmente lenta», aggiunge Zaggia, «e abbiamo dovuto affrontare una vendemmia più lunga. È stata necessaria una attenta selezione dei grappoli in vigneto pertanto ci attendiamo un vino di qualità».
Per assaggiarlo, però, bisognerà attendere il 2029, quando il Friularo raccolto in queste settimane avrà completato il suo periodo di invecchiamento.
Gli appuntamenti nel weekend
Un fine settimana di… vino. Il gioco di parole è più che mai azzeccato, non solo perché domenica sono ben due gli eventi dedicati al vino padovano, ma anche e soprattutto perché protagoniste sono due eccellenze del nostro territorio: il Serprino e il Friularo, rispettivamente Doc e Docg attualmente al centro di un serio e convinto piano di rilancio.
Per domenica 17 novembre c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il primo evento è quello ospitato dal salone del centro convegni dell’Abbazia di Praglia a Teolo, teatro – dalle 10 alle 18 – della manifestazione “Vulcanico Serprino”, definita senza mezzi termini dagli organizzatori come la più grande degustazione sin qui organizzata di Serprino dei Colli Euganei, ospitata in uno dei luoghi simbolo del territorio padovano.
Saranno presenti con i loro stand circa venti aziende, che complessivamente proporranno in assaggio ai visitatori oltre trenta referenze, offrendo un ampio panorama delle tipiche bollicine euganee, sia in versione frizzante, sia nella più rara tipologia spumante, inclusa, in alcuni casi, un’anteprima delle primissime bottiglie della vendemmia 2024. L’evento è organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Euganei, nell’ambito delle iniziative previste dal piano strategico di rilancio della Doc frizzantina.
L’ingresso a “Vulcanico Serprino” è libero. Gli assaggi si effettuano con un acquisto del kit di degustazione, in vendita a 15 euro presso il punto di accesso al salone, oppure prenotabile online, scontato a 12 euro, sul portale Eventbrite.
L’altra grande celebrazione del vino padovano si tiene in un altro luogo eccellente, il Dominio di Bagnoli a Bangoli di Sopra. È la “Festa del Vin Friularo”, ormai alla trentesima edizione, in programma dalle 11 alle 21 nel podere che vanta mille anni di storia. Degustazioni, musica live, mercatini, dj set, specialità gastronomiche, attività per bambini e molto altro: l’evento non è solo l’occasione per festeggiare la vendemmia tra le più tardive d’Italia, ma sarà anche momento aperto alle famiglie tra intrattenimento e shopping.
L’ingresso con tre calici di vino inclusi costa 10 euro, mentre è gratuito per gli under 18. Nel sito festadelvinfriularo.it è possibile prenotare gratuitamente l’ingresso e di ottenere un calice con tasca in omaggio. Si possono riservare anche le attività del ricco programma: dalla vendemmia dei bimbi al rito della pigiatura, passando per la masterclass e degustazione di Friularo e il concerto del gruppo The Fireplaces. E ancora, spettacolo con bolle di sapone, asta di beneficenza a favore della coop Alambicco e dj set di fine giornata.
Cin cin, doc doc!