Bersani, la rivolta triste delle tagliatelle al ragù. E da Floris insulta il governo: “Gentaglia” (video)
Bersani/1.“Cena elettorale tra compagni a Perugia. Come sempre, caviale”. E’ l’ironia triste di Pier Luigi Bersani a corredo di una foto sul suo profilo social in cui sta mangiando le classiche fettuccine al ragù. Una foto scattata nel corso di un evento tra esponenti dem ed elettori, in vista delle elezioni regionali in Umbria del 17 e 18 novembre. Siamo al crepuscolo inglorioso della sinistra italiana. Bersani è considerato un “guru” a cui ci si rivolge in periodi di grande difficoltà del Pd. Lo sa bene Giovanni Floris che lo ha invitato a “Di martedì”. E’ dunque, con scarso senso del ridicolo che l’ex segretario dem si abbandona ai termini squallidi di una “rivolta culinaria” in risposta alla “sinistra al caviale”: frase pronunciata dalla premier Meloni durante un programma Rai umoristico, “Un giorno da pecora”. Una sorta di cabaret radiofonico nel quale molti leader politici si prestano a sdrammatizzare i temi politici. Ma la sinista non ha senso dell’umorismo, questo è il dramma.
A sinistra e a Bersani rimano solo la rivolta culinaria
Fa ridere la prontezza culinaria con cui da sinistra si scatenano e si oppongono al “famigerato” caviale. Grande mobilitazione contro quella che era una battuta, un modo di dire, ma Bonelli e Fratoianni la presero terribilmente sul serio e rivendicarono di preferire i prodotti tipici umbri. Che battutone, che opposizone “da tavola”. Un crepuscolo mesto. La sinistra e il Pd hanno ben altri problemi e Bersani non è che dia proprio loro una mano butttandola in caciara. Dall’antifascismo alle “camice nere”, da Musk ai giudici fino alle tagliatelle a ragù per farsi beffe della premier: evidentemente vogliono vedere invecchiare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Volete una cosa ancora più triste? “Magari ci fossero politici come lei”, scrive un seguace di Bersani sui social: è le dismostrazione che alla sinistra piace così, spassandosela solo con le tagliatelle al ragù di Bersani. Persino Luca e Paolo nel loro spazio satirico lo strapazzano un po’.
Bersani, insulti pesanti al governo ne salottino rosso di Floris
Bersani/2. C’è poi l’insulto, l’epiteto volgare verso il governo e il “tifo” per i centri sociali. Digerite le tagliatelle, Bersani si fomenta nel salottino rosso di Floris parlando degli scontri di Bologna in cui antagonisti hanno aggradito i poliziotti che tentavano di mantenere l’ordine tra varie iniziative incrociate. Rivolto al conduttore parla così del governo: “Questa gentaglia qui, nel momento in cui davanti a un luogo del genere (la stazione di Bologna, ndr) sfilano col passo dell’oca, le svastiche e canti fascisti… dicono che non hanno visto le camicie nere. Ragazzi, siamo avanti coi lavori…”. Insiste nel gettare benzina sul fuoco. I gruppi di estrema destra sono stati bloccati dalle forze dell’ordine in via Boldrini; per evitare che si avvicinassero troppo a via Indipendenza, verso la quale stavano procedendo gli altri due cortei non autorizzati, tra proteste e scontri. Ma Bersani spara a zero ugualmente:
Bersani: “Se fossi stato lì io…”
“Se io fossi stato lì davanti alla stazione con un fascista con la svastica che mi marcia davanti al luogo dove loro hanno messo la bomba, io non so come avrei reagito, lo dico sinceramente. Quindi tocca a chi gestisce l’ordine pubblico prima di tutto metterci il buon senso; poi posson chiederlo anche a me e ce lo metto ma prima devono avercelo loro, non possono consentire una cosa di questo genere”. Il buon senso Bersani in questo caso non sa dove sia. “Non so a quali camicie nere si riferisca il sindaco di Bologna, perché le uniche camicie che ho visto io sono quelle blu dei poliziotti aggrediti dai centri sociali e dagli antagonisti amici della sinistra”: questo aveva segnalato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni commentando le parole irresponsabili del sindaco Matteo Lepore, dopo gli scontri in cui sono rimasti feriti diversi agenti. Ma questo a Bersani non interessa.
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