Ristoratore condannato per estorsione: «Dammi ogni mese 200 euro o perdi la pensione»
/ PAVIA
Fingeva, secondo l’accusa, di avere un filo diretto con fantomatiche commissioni di medici dell’Inps e di essere, quindi, in grado di far avere o togliere i sussidi. In questo modo avrebbe ricattato una donna di 84 anni, chiedendole 200 euro al mese e minacciando, se non glieli avesse dati, la revoca della pensione di invalidità. Angelo Tilocca, 58 anni, ristoratore di Pavia, conosciuto anche per avere partecipato a una trasmissione di cucina su Sky, è stato condannato dal collegio dei giudici presieduto da Fabio Lambertucci a quattro anni di reclusione per l’accusa di estorsione. I giudici lo hanno invece assolto per le accuse di truffa, sostituzione di persona e usura, relative ai casi di altri tre anziani. Le motivazioni ci saranno tra 90 giorni. Nessuna delle parti offese si è costituita parte civile nel processo.
La prima denuncia
L’uomo era stato denunciato nel 2020 dall’anziana di 84 anni, che secondo l’accusa avrebbe versato al ristoratore in due anni una cifra di circa 5mila euro. Quella prima segnalazione fece scattare le indagini e una perquisizione domiciliare: a casa del ristoratore gli investigatori trovarono alcuni documenti sospetti, tra cui cambiali e carte telefoniche intestate ad altre persone.
Secondo l’ipotesi al centro degli accertamenti, durati diversi mesi, l’uomo millantava conoscenze tra le commissioni mediche dell’Inps per raggirare anziani con cui era in contatto, nessuno legato a lui da vincoli di parentela. Al termine delle indagini il sostituto procuratore Andrea Zanoncelli contestò al ristoratore quattro capi di imputazione: la condanna è arrivata per il primo.
Le minacce per i soldi
Nel caso che ha fatto scattare la condanna l’uomo era accusato di avere estorto denaro a un’anziana che abita nelle case popolari di via Colesino: in più occasioni, tra il 2018 e il 2020, l’avrebbe minacciata che se non avesse acconsentito alla sua richiesta - cioè versargli 200 euro al mese – le avrebbe fatto togliere il sussidio erogato dall’Inps. La donna avrebbe accettato di pagare, arrivando a versare circa 5mila euro. Così fino alla primavera del 2020, quando decise di denunciare. A giugno la casa dell’uomo fu perquisita.
L’assoluzione per tre casi
Per altri tre casi il ristoratore, difeso dall’avvocata Barbara Ricotti, è stato assolto. Uno vedeva come parte offesa una donna di 58 anni, residente in provincia di Piacenza. Secondo l’accusa le fece credere di essersi impegnato per il pagamento di speciali visite mediche, che avevano permesso alla donna di ottenere l’aggravamento del grado di invalidità civile e del conseguente aumento del sussidio: alla donna chiese 1.400 euro per il servizio. L’assoluzione è arrivata anche per il caso di un uomo di 65 anni, residente in viale Sicilia a Pavia. Il ristoratore doveva rispondere di sostituzione di persona: aveva, per l’accusa, utilizzato l’identità del 65enne per contratti con alcuni operatori finanziari e commerciali.
Infine, l’ultimo caso per cui è stato assolto: era accusato di essersi fatto consegnare cinque cambiali per 42.500 euro come corrispettivo di un prestito di 34mila euro, applicando interessi del 25%. In alcuni di questi casi l’assoluzione è arrivata per «non avere commesso il fatto», in altri invece perché mancava la querela delle parti offese. L’avvocata difensore attende che siano depositate le motivazioni per fare appello contro la condanna per l’accusa di estorsione. —