Italrugby fa il pieno di entusiasmo e passione: migliaia di tifosi (anche dall’America) per il match a Udine
D’azzurro e d’albiceleste, i colori delle due squadre, rivali in campo, amiche in città, unite da un solo abbraccio: quello di Udine. I tricolori qua e là alternati a drappi versione old school, motti dannunziani. Palla ovale e cinema, in centro storico, ben mescolati: ieri, sul grande schermo, a finirci è stato però solo il primo. E ci perdonerà il buon Scamarcio se a rubargli la scena, per qualche ora, son stati gli appassionati giunti da ogni dove per condividere una festa che non ha conosciuto confini. Che ha parlato la lingua del rugby. Inglese? Certo, ma anche spagnolo, nella sua declinazione argentina. Quindi tedesco, sloveno e croato. Persino francese. Gli occhi del mondo puntati sul Friuli.
Su via Mercatovecchio avanzano le riprese della pellicola “Alla festa della rivoluzione”. Curiosi indugiano, atleti compresi. Tutt’intorno, tifosi a migliaia, sprazzi d’azzurro, come detto, e d’albiceleste. La tavolozza arricchita grazie a magliette e tute di società rugbistiche più o meno note, gran parte di esse straniere. Nel villaggio del terzo tempo, allestito per l’occasione in piazza XX Settembre, il gioco è in pieno svolgimento, chiama a raccolta decine di giovanissimi atleti. A osservarli, fra gli altri, una squadra arrivata da Vienna, la divisa a strisce rigorosamente orizzontali.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:14792914]]
I bimbi corrono, le comitive passeggiano, rubano selfie, immortalano scorci. Fra i turisti sportivi c’è un signore americano, la cui passione per questo sport ha forse avuto la meglio sugli impegni elettorali oltreoceano. Viene dalla Florida. Più in là, una famiglia francese si chiede cosa stia accadendo in Castello, con tutte quelle persone vestite secondo una moda d’altri tempi. Figuranti cinematografici, comparse di un quadretto inedito, affollatissimo.
Gli hotel dunque pieni, bar e pub pure. Così da venerdì, il flusso protrattosi fino alle prime ore del pomeriggio di ieri. Il trasferimento, da lì, è graduale e coinvolge anche il villaggio dei piccoli, con campo sintetico e tutto il resto. Ci si sposta allo stadio. La festa continua: nel pre e post partita. Per la gioia di tutti, istituzioni incluse.
«Questo evento è destinato a entrare nella storia sportiva della nostra Regione – il pensiero del vicepresidente e assessore regionale alla Cultura e allo Sport Mario Anzil –. Ed è solo un’anticipazione di quanto verrà sviluppato da qui in avanti, visto il progetto triennale che ci porterà a ospitare ancora la nostra Nazionale. Questo a dimostrazione di come anche le federazioni nazionali e internazionali ormai si appoggino sempre più a Udine e alla nostra Regione grazie al supporto garantito in manifestazioni che hanno ricadute molteplici, in termini economici, di visibilità e non solo, stimolando i giovani a intraprendere un percorso sportivo».
Soddisfazione anche da parte dell’assessore comunale allo Sport: «Sono orgogliosa. Questo è solo il primo anno: si sta già pensando a come organizzare l’evento in maniera più strutturata per il futuro, sperando che il tempo resti clemente. La risposta comunque è stata entusiastica, anche da parte di chi, storicamente, non è un appassionato di questo sport». Un plauso, nello specifico, all’universo della palla ovale: «Il rugby, quando stimolato, risponde sempre presente. Ci si rimbocca le maniche: qui sono arrivati un sacco di volontari da tutta Italia». E sul numero di tifosi stranieri: «La posizione di Udine è favorevole. Se siamo defilati a livello italiano, come Regione siamo nel cuore dell’Europa».
A tirare le fila anche il responsabile tecnico regionale di Federrugby Luca Nunziata: «La risposta è stata ottima. In piazza XX Settembre le due più importanti realtà regionali, il Rugby Udine e il Rugby Pasian di Prato, hanno unito le forze per il buon esito dell’iniziativa: bello veder nascere queste sinergie. E andrà sempre meglio. Ma come inizio non c’è male». L’appuntamento, dunque, al prossimo anno.