I diplomati dell’Oberdan di Trieste di nuovo nel loro liceo: «Anni di spensieratezza, oggi uniti come allora»
Lunghi abbracci, selfie, tante foto di gruppo e anche qualche lacrima scesa per l’emozione. Sono almeno 500 gli ex studenti dell’Oberdan che hanno partecipato a “Back to Oberdan”, un open day promosso dal liceo e aperto a tutte le persone che nel tempo si sono diplomate alla scuola.
All’invito hanno risposto intere classi degli anni Sessanta e Settanta, ma anche gruppi più recenti. Molti hanno mantenuto i contatti, anche se pochi avevano varcato la soglia dell’edificio di via Veronese dopo la maturità.
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Hanno avuto la possibilità di rientrare nelle le aule, nei laboratori e nella palestra. «Un’iniziativa stupenda – sottolinea Roberta Gant – noi abbiamo finito il liceo nel 1976, ci rivediamo ancora per le cene degli anniversari. Qui ci siamo divertiti davvero tanto». Vicino di banco Paolo Forza, «appena abbiamo saputo dell’evento ci siamo sentiti, siamo una ventina qui oggi. Eravamo una classe molto affiatata, una banda di matti, ma anche molti bravi. Siamo usciti dalla scuola con ottimi risultati».
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Guardando l’aula del piano terra dove tutti sono tornati, Giuliano Di Bin ricorda che «un giorno il professore mi aveva rimproverato perché facevo baccano, intimandomi di uscire subito. Non aveva specificato da dove – ride – e io sono andato fuori dalla finestra».
Barbara Cimarosti non era iscritta all’Oberdan, ma è venuta in rappresentanza dello zio che non c’è più, portando le sue pagelle degli anni Cinquanta, esposte da Elisabetta de Gavardo, docente dell’istituto, «sono arrivate tantissime persone – dice – anche da altre città d’Italia e dall’estero, fa tanto piacere vedere così tanti ex studenti».
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Roberta, Valentina, Costanza e Cristina si abbracciano, diplomate nel 1990 e da allora rimaste amiche, c’è chi ha anche i figli iscritti all’Oberdan, «eravamo l’unica sezione di Francese di quell’anno, abbiamo continuato a sentirci e siamo felici di questo pomeriggio insieme». Ha concluso le fatiche sui libri nel 1997 la sezione C con Cristina Favento, Francesca Bandi, Valentina Zorzet, Gaia Martinelli e Fabio Costanzo, «anche noi non ci siamo persi di vista, abbiamo una chat, un gruppo e ci vediamo. La memoria torna spesso a una guerra di gavettoni fatta quando eravamo in seconda, contro i ragazzi della quinta, una battaglia epica – scherzano – e poi l’occupazione, avevamo dormito per una settimana dentro il liceo».
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Più recente il diploma, dieci anni fa, per Francesca, Alessia, Nicoletta e Giulia, «abbiamo colto l’occasione per incontrarci e per rivedere la scuola». Per Dennis Ghersevich, Alessandro Michelazzi e Giuseppe Perrella, «sono stati gli anni della spensieratezza, quando non c’erano preoccupazioni e responsabilità. Tutto questo lo colleghiamo a quel periodo. Guardando la tecnologia che c’è qui adesso – aggiungono – fa strano pensare che noi eravamo felici di avere i primi cellulari». La sezione F del 1974 a giugno ha festeggiato i 50 anni dal diploma, «tra i momenti più belli trascorsi al liceo, quelli nell’aula di disegno – raccontano – e i mitici panini preparati dal bidello Oscar, con wurstel e senape».
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Dove un tempo c’era lo spaccio con il cibo, oggi c’è la vicepresidenza, qui lavora Virginia Giusti, prima studentessa dell’Oberdan, poi docente e adesso prima collaboratrice della dirigente scolastica, «non ci aspettavamo così tanta gente, è fantastico».
Foto di rito nell’atrio per la V C del 1968, che ancora oggi ripropone le gite scolastiche di un tempo, per stare assieme. E ancora, tra i più emozionati della giornata, Giovanni Luca, 81 anni, «non credo troverò i miei compagni, ma volevo esserci. Non c’ero più tornato. La scuola è stata importante per me. Così come lo studio. Due anni fa ho preso la seconda laurea».
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Tra i volti noti l’ex ministro Stefano Patuanelli: «Quello che resta di più importante sono i compagni di classe, diventati amici di sempre, persone con le quali tenere vivi i ricordi di un periodo bellissimo trascorso insieme».
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