Alla scuola multiculturale di Torino gli alunni distruggono i crocifissi. Il preside: abbiamo un problema
Gli alunni di una quinta elementare di Torino hanno lanciato dalle finestre dell’aula i crocifissi, che sono finiti in pezzi sul marciapiede sottostante: è accaduto nella scuola primaria Parini, istituto modello di integrazione e di arricchimento multi culturale, dove gli alunni sono tutti figli di immigrati.
Si fa presto a dire Ius Scholae: crocifissi distrutti nella scuola modello di Torino
Se è questo è il modello di Ius Scholae che ci aspetta, c’è da essere molto preoccupati. L’episodio, che secondo il Corriere della Sera è stato scoperto alla vigilia di Halloween, ha sollevato interrogativi profondi su educazione, rispetto e convivenza multiculturale. Ma cosa ha spinto un gruppetto di bambini di quinta elementare a compiere un gesto così simbolicamente carico di odio anti cristiani?
L’episodio avvenuto alla vigilia di Halloween
La scoperta dei crocifissi distrutti è stata fatta da una maestra della scuola di Torino il giorno successivo all’atto vandalico. Non è servita una indagine troppo approfondita per comprendere che cosa fosse accaduto. Durante la ricreazione, alcuni alunni sono entrati di nascosto all’interno dell’aula dedicata alle lezioni di religione e hanno deliberatamente distrutto i crocifissi. Li hanno quindi gettati dalla finestra del secondo piano. Un gesto che, secondo il preside dell’istituto comprensivo Torino II, Massimo Cellerino, richiede una riflessione profonda: “Bisogna capire quali fossero le motivazioni, se una bravata o un’inquietudine più profonda“.
La scuola multiculturale Parini di Torino rappresenta un modello in tutta Italia di integrazione: è stata invitata di recente al Festival della Pastorale migranti per documentare come gli educatori operano per l’accoglienza e l’integrazione nei confronti di coloro che, secondo la sinistra, grazie allo Ius Soli dovrebbero essere italiani appena nati. Anche se dell’Italia non condividono i valori basilari, come appunto i simboli cristiani. «Abbiamo convenuto con i genitori – ha proseguito il preside – sulla necessità del rispetto che noi insegniamo e pratichiamo nei confronti di tutte le confessioni religiose, quali che siano. Soprattutto in una scuola come la Parini dove ci sono famiglie di varia nazionalità, compresa l’italiana. Dall’Egitto alla Nigeria, dal Perù alla Tunisia e al Bangladesh».
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