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Ноябрь
2024

Ivrea, studente modello e ragazzo solare, la famiglia e gli amici ricordano Alex

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IVREA

Liceo Gramsci. Ore 11.40. Suona la campanella in tutto l’istituto superiore. Ma non segna la fine di una lezione né l’inizio di un’altra. Non porta con sé la solita, leggera aspettativa del weekend imminente per gli oltre mille allievi che lo frequentano. Stavolta, è un richiamo al vuoto, un monito silenzioso. L’ultimo squillo è per Alex Barile, 17 anni, che poche ore prima ha perso la vita in un incidente stradale. Nella classe quarta, indirizzo di Scienze applicate, i compagni si stringono in abbracci silenziosi. Tutti fissano quel banco rimasto vuoto, il banco di Alex, quel ragazzo «solare, intelligente, sensibile», quello che «tutti vorrebbero per amico», ma che ora non c’è più.

LETTERA AGLI STUDENTI

«Ci sono giorni che sembrano impossibili da affrontare, notizie che non vorremmo mai dover dare e riflessioni che preferiremmo mettere da parte. In quei giorni, trovare le parole giuste è difficile, perché forse, semplicemente, non esistono». Così comincia la lettera del dirigente scolastico Marco Bollettino, una missiva che arriva al cuore di ogni studente del Gramsci. Con voce rotta dall’emozione, lo stesso Bollettino confessa: «Ho voluto scrivere a tutti perché non avrei la forza di parlare». Il ricordo di Alex, «brillante, studioso, simpatico. Amato dai compagni, apprezzato e stimato dai professori» pesa come un’assenza tangibile che rende ogni parola un sussurro. Nella sua lettera agli studenti, il dirigente scrive: «Ieri sera, come molti di voi già sapranno, si è verificato un tragico incidente, e purtroppo Alex, un nostro caro alunno, non è più con noi. Alex ha fatto parte della nostra famiglia scolastica per quasi quattro anni, e ci ha lasciati in un modo che lascia senza risposte, profondamente scossi». «È un momento di dolore indescrivibile per la sua famiglia – prosegue – a cui va tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. È un momento difficile per i suoi compagni di classe, i suoi insegnanti, i suoi amici e per chiunque l’abbia conosciuto. È un momento che tocca profondamente tutti noi del Gramsci». «Alle 11.40 suonerà la campanella. In quell’istante, ogni cosa si fermerà. Non sarà un minuto di silenzio, ma un momento in cui l’eco di Alex risuonerà nei cuori, una preghiera silenziosa che lo farà vivere ancora nei ricordi» conclude il dirigente scolastico. «Vi invito a pensare a un bel momento che avete vissuto con lui, un ricordo prezioso da conservare nel cuore. Che sia una risata, uno scambio di battute nei corridoi, o un semplice sguardo o sorriso: quei frammenti ci aiuteranno a far sì che Alex resti con noi, attraverso il potere della memoria condivisa. Questo gesto è piccolo, e di certo non può lenire la sofferenza che molti di noi stanno provando, ma è un primo passo per far sì che Alex, nei nostri cuori e nelle nostre menti, sia sempre presente qui con noi, al Gramsci. Arrivederci, Alex».

IL DOLORE DELLA FAMIGLIA

Il dolore è un muro impenetrabile nell’alloggio di via Aosta, dove Alex viveva con la mamma, Letizia Stifani, ex commerciante e titolare per anni di un negozio di materiali per ufficio in città. Accanto a lei, il papà del 17enne, Ermanno, imprenditore con un’azienda, la Crc di via Monte Stella, specializzata in pc, servizi informatici e assistenza software. Intorno a loro, parenti e tanti amici. «Alex era il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere: era un adolescente, ma ragionava e agiva da uomo maturo. Era il mio confidente, il mio insostituibile aiuto nei momenti di difficoltà», dice la mamma prima di scoppiare in lacrime. Gli stessi singhiozzi non permettono a papà Ermanno di dire altro che: «Era la cosa più bella che avevo. Il mio orgoglio».

PASSIONE PER NUMERI E PALESTRA

Studente modello, amato dagli amici, senza grilli per la testa. Alex eccelleva a scuola sin dalle elementari. Per lui, la matematica e i numeri non avevano segreti. Alle medie aveva vinto più volte le Olimpiadi di matematica. Voleva iscriversi ad Economia, all’università. «Aveva affrontato la prima elementare sapendo già leggere e scrivere», racconta la sorella Tatiana, 34 anni. «La sera veniva nella mia cameretta e mi sfidava con i numeri. In seconda elementare riuscì a risolvere un’equazione proposta per cicli di studi superiori e alla maestra stupita rispose: “La soluzione me l’hanno suggerita i numeri”». Tatiana scorre sullo schermo del suo cellulare le foto di suo fratello e le condivide con gli amici di sempre. «Era sempre sorridente». Giovedì sera, Alex stava tornando da T orre, dove aveva un appuntamento con il dentista. Lo aspettavano per cena.

«MANCHERÀ A TUTTI NOI»

«La notizia dell’incidente è arrivata come un fulmine a ciel sereno, seminando un dolore sordo, una grande angoscia in tutti noi» dice Massimo Actis Perino, il compagno di Letizia, la madre, molto conosciuto in città e nella comunità del Carnevale. Al Circolo ufficiali, una serata sui canti del Carnevale è stata cancellata in segno di lutto. «Alex era uno sportivo e un ferreo salutista. Non cadeva in nessun tipo di eccesso», lo ricorda l’amica Lucrezia. Si allenava con costanza e impegno alla palestra Direzione del benessere e non sgarrava mai. «Era un ragazzo con una marcia in più –dice ancora commossa –. Ci mancherà, mancherà a tutti». —