Fondo amianto esteso alle aziende, il caso approda in Europarlamento
Enrico Bullian e Diego Moretti, competitor nella disfida interna per la scelta del candidato che a Monfalcone fronteggerà il designato di Cisint & Co alle prossime amministrative, ma affiatata coppia politica all’opposizione in Regione, sono come un martello pneumatico. «Parlateci dei fondi, discutiamo di amianto», il loro leitmotiv per demolire, frantumare quella che ritengono essere una scorza di impenetrabile silenzio.
E così, dopo i reclami che l’Associazione Ubaldo Spanghero, prolungamento della Cgil, e la Fondazione Bepi Ferro hanno inoltrato alla Commissione europea - Direzione generale della concorrenza - Registro degli aiuti di Stato, anche la politica alza il tiro. È atteso infatti lunedì il deposito a Bruxelles di un’interrogazione a firma dell’eurodeputata Elisabetta Gualmini, gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici al Parlamento europeo. Il documento si concentrerà sulla vicenda del nuovo fondo vittime amianto istituito per decreto dal Governo Meloni e si rivolgerà alla Commissione europea. E sono stati i politici locali a chiedere all’esponente democratica di attivarsi per ottenere chiarezza e informazioni.
«La sospensione dell’iter dei fondi del decreto interministeriale Giorgetti-Calderone è un primo segnale. In arrivo a Bruxelles c’è l’interrogazione alla Commissione europea dell’onorevole Gualmini - affermano in tandem Moretti e Bullian - mentre dal Comune di Monfalcone c’è stata soltanto strumentalizzazione. Noi, per parte nostra, raccogliamo l’appello del consigliere Francesco Volante e del presidente consiliare Ciro Del Pizzo a esercitare uno sforzo unitario per una modifica della norma». Dunque dai due consiglieri regionali, rispettivamente del Partito democratico e del Patto per l’Autonomia, arriva una nuova sollecitazione a rivedere la norma sul Fondo vittime amianto istituito con il decreto legge 34/2023, che sollevò a inizio anno l’ondata di indignazione e la battaglia delle associazioni che assistono le vittime e i loro familiari.
«Non solo - chiariscono Moretti e Bullian - perché gli uffici competenti della Commissione europea hanno chiesto chiarimenti e di fatto sospeso l’iter degli indennizzi a Fincantieri, oggetto di una richiesta al Governo di osservazioni rispetto a un presunto, possibile aiuto di Stato, a nostro avviso illegittimo, ma anche per il deludente esito del dibattito in Consiglio comunale a Monfalcone. Dibattito che non ha fatto altro che confermare come chi guida l’amministrazione di Monfalcone non abbia alcun interesse a lavorare per modificare il decreto della vergogna, lasciando che i fondi possano essere destinati alle aziende che hanno provocato dolori e lutti».
Sul punto l’azienda navalmeccanica non si è mai pubblicamente espressa, anche se il gruppo si trova nelle condizioni di ereditare, per volontà dell’allora Iri, situazioni estranee all’oggi, risalenti a una trentina di anni prima e tuttavia gravanti sugli attuali bilanci. Ha inoltre professato la scorsa estate la volontà di avviare un comitato scientifico e di destinare una parte delle risorse alla ricerca e cura del mesotelioma, patologia letale causata dall’esposizione all’asbesto.
«Il fatto che Lega e Fratelli d’Italia a Monfalcone abbiano confermato in aula la validità del decreto interministeriale Giorgetti-Calderone – affermano i due consiglieri – conferma la strumentalità e il disinteresse rispetto a un tema che dovrebbe vedere l’unità di azione del Consiglio comunale e delle assisi mandamentali. Abbiamo invece assistito ancora una volta, da Cisint e dal consigliere di FdI Bastone, alla patetica difesa del Governo nazionale su un decreto che definire vergognoso è poco. Ecco perché abbiamo apprezzato la richiesta di uno sforzo unitario sul tema espresso in quella sede da Volante e l’auspicio di Del Pizzo affinché i fondi “vadano alle vittime e non a chi le ha cagionate”, facendo anche capire come delle interlocuzioni romane di Cisint il Consiglio non abbia avuto alcuna informativa».—
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