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Ноябрь
2024

La Casa di comunità di Gorizia prende forma. «Ma i medici sono sempre meno»

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«Come può essere ipotizzata una svolta della sanità territoriale se non vi sono i medici e gli infermieri sufficienti per attuarla?».

Non fa troppi giri di parole Adriana Fasiolo, segreteria provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). Lo afferma guardando dritta al maxi-cantiere milionario che porterà alla realizzazione dell’Ospedale e della Casa di comunità nell’area dell’ex Pneumologico in via Vittorio Veneto a Gorizia che, secondo le previsioni dell’assessore comunale al Welfare Silvana Romano, dovranno essere pronte nel febbraio 2026. Per far rinascere l’area, c’è un investimento (già in saccoccia) di 34,5 milioni. Pertanto, il contenitore ci sarà. Ma i professionisti chiamati a operare all’interno, ci saranno?

La situazione

«L’assistenza sul territorio, lo si dice ormai da troppi anni, necessita di essere ridisegnata - esordisce Adriana Fasiolo -. Ma siamo tutti testimoni di come, oggi, la sanità (sia territoriale sia ospedaliera) viva un momento di importante criticità, in particolare nella realtà locale. Pazienti senza scelta per il medico; me dici di medicina generale oberati da un numero eccessivo di assistiti con inevitabili ricadute sulla qualità dell’assistenza; reparti ospedalieri con carenze di personale infermieristico; liste d’attesa; anziani costretti a peregrinazioni per sottoporsi a indagini e, problema sempre più severo nel nostro territorio, la grave carenza di medici di famiglia. Quest’ultima è una professione oggi poco attrattiva e i giovani medici scelgono per lo più altre specializzazioni (oculistica, dermatologia, chirurgia plastica le più gettonate) per il loro futuro professionale, sì che pochi medici si orientano sulla medicina generale».

Le mansioni

Fasiolo è un fiume in piena. Rammenta: «Si prevede che il medico di medicina generale, oltre a svolgere l’attività ambulatoriale e le visite a domicilio, presti la sua opera se “inseritosi” dall’entrata in vigore del nuovo Accordo nazionale (4/4/2024) e dia una disponibilità oraria nella Casa di comunità o in progetti assistenziali definiti a livello regionale/aziendale. Prevede, anche, che il medico a quota oraria (ex guardia medica) passi da 24 ore settimanali di servizio a 38, lavorando anche nelle ore diurne per progetti assistenziali. Nella Casa di comunità è prevista, infatti, la presenza medica h24, 7 giorni su 7, anche attraverso il servizio di continuità assistenziale e la presenza infermieristica h24, sempre 7 giorni su 7. Sorge a questo punto un serio problema: ovvero la carenza di medici e infermieri che rischia di inficiare la reale e seria programmazione».

Continua la Fimmg: «Solo attraverso la forte promozione di una proposta organizzativa al passo con i tempi (telemedicina, medicina di iniziativa, innovazione tecnologica, etc.) si potranno colmare le carenze di personale e dare al territorio quell’attrattività che è il presupposto per reclutare il personale necessario. Senza un’adeguata e solerte programmazione, non potremo che essere testimoni del procedere di questo declino della sanità territoriale».

Cittadini in prima linea

In parallelo, ci sono le preoccupazioni del Comitato salute pubblica di Gorizia. In occasione della riunione fra la Commissione Welfare del Comune di Gorizia e il direttore di Distretto sanitario Alto Isontino Giacomo Benedetti «abbiamo chiesto lumi sulla ristrutturazione dell’ex Pneumologico per la realizzazione di una Casa di Comunità e di un Ospedale di Comunità e sul personale che vi andrà a operare. Il dottor Benedetti ha risposto che, di fatto, verrà utilizzato il personale già in servizio presso altre strutture, ma che per coprire l’intero organico previsto dal Dm 77 si farà ricorso ad enti esterni. Quindi la riorganizzazione non prevederà nuove assunzioni, bensì ancora nuove, da noi deprecate, esternalizzazioni».

«Il rischio - aggiunge Adelino Adami - è che lì venga trasferita l’Rsa che già c’è in ospedale. Non capiamo perché si spendano oltre 30 milioni per un... mero trasferimento. Peraltro, nella Casa di comunità è previsto vadano a lavorare i Mmg ma non sono dipendenti di Asugi, alcuni di loro sono liberi professionisti. Ammesso e non concesso che ci saranno professionisti disponibili, quanti accetteranno di andare a lavorare lì?». —

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