Investì e uccise un bancario e fuggì, patteggia quattro anni di reclusione
Quattro anni di reclusione per omicidio stradale, per aver travolto e ucciso un pedone e non essersi fermato a soccorrerlo. È la pena patteggiata ieri di fronte al gup Domenica Gambardella da Michele Salmaso, 59 anni, che al volante della sua auto ha investito il bancario Fabrizio Copetti, 55 anni, il 6 febbraio del 2023 all’incrocio tra via Avanzo e via del Plebiscito.
L’imputato, incensurato e difeso dall’avvocato Riccardo Cerioni, ha beneficiato dello sconto di pena e potrà essere ammesso all’affidamento in prova ai Servizi sociali.
Quindi misure alternative alla detenzione. Inoltre la patente di guida gli è stata sospesa per tre anni, ma un anno e 9 mesi sono già passati. I parenti di Copetti sono stati risarciti del danno dall’assicurazione. Salmaso aveva assicurato di essere sceso dall’auto dopo aver sentito un urto e di non essersi accorto del corpo del bancario che giaceva nell’aiuola poco distante, gravemente ferito.
La sua idea, inizialmente era stata quella di aver colpito un cartello o un cavalletto stradale. Sulla Citroen C1 di Salmaso, sono state rinvenute tracce di Dna della vittima. Ad inchiodare Salmaso c’erano, tra le altre cose, le videregistrazioni delle telecamere di sorveglianza, alcuni tabulati telefonici e una consulenza tecnica sull’incidente.
Il giorno successivo a quello dell’incidente Salmaso era andato dal carrozziere per provare a sostituire il parabrezza che non era disponibile e quindi l’aveva ordinato. Sulla sua auto inoltre, sono state trovate tracce del Dna delle vittima che aveva sbattuto in modo violento sul parabrezza e sul montante laterale.
Ancora una volta le telecamere sono state determinanti per scoprire la verità. Gli agenti della Polizia Locale hanno cercato quelle più vicine al luogo dell’incidente e sono riusciti a trovare l’immagine di Copetti che viene ripreso mentre sta rincasando a piedi – dalla banca Unicredit dove lavorava alla Cittadella della Stanga verso la sua abitazione all’Arcella – lungo il marciapiede. Dal punto in cui viene ripreso a quello dove è stato ritrovato agonizzante non c’è molta distanza.
Gli agenti hanno pertanto calcolato il tempo presunto per percorrere quel tratto e quindi, grazie al filmato di una telecamera successiva al punto di rinvenimento del corpo, hanno ristretto il cerchio sulle targhe delle auto che sono passate. Tutti i veicoli sono stati controllati: una decina.
Gli investigatori sono andati a casa dei proprietari per visionarli. Tra i primi sottoposti all’esame c’era proprio la vecchia Citroen C1 di Salmaso, parcheggiata a lato dell’abitazione a San Lazzaro, nel piccolo cortile interno. I vigili il giorno successivo all’incidente hanno suonato il campanello della casetta di Salmaso e hanno chiesto di poter vedere la sua vettura.
Hanno notato il parabrezza danneggiato, così come il montante dell’utilitaria. Tutto corrispondeva. Lui ha ammesso di essere stato sul luogo dell’incidente all’ora indicata, ma ha riferito la sua verità. Successivamente si è detto dispiaciuto e addolorato per l’accaduto, per non essersi accorto della tragedia provocata.
Copetti è stato trovato parecchio tempo dopo l’investimento, a margine della strada. Purtroppo per lui non c’era più nulla da fare. Troppo gravi le lesioni riportate nell’impatto con la Citroen.