Via ai Giochi senza barriere: «Una città più inclusiva»
PAVIA. Con le testimonianze di tre campioni plurimedagliati, delle società pavesi che da anni si occupano dello sport dei diversamente abili, di Annalisa Minetti, cantante di successo e poi atleta plurivincente in tre differenti discipline (atletica, ciclismo e triathlon), è stata presentata in Castello l’edizione zero di “Giochi senza barriere”, l’iniziativa del Comune di Pavia che promuove una tre giorni dedicata appunto allo sport dei diversamente abili.
Dopo il convegno di venerdì, oggi (sabato 9) si scende in campo per i primi due eventi sportivi: dalle 9.30 alle 18.30, al Tennis Club di via San Lanfranco, il torneo Mano De Pedra di tennis in carrozzina (che si svolge dal 2010): alle 10.30 al Palaravizza il 13° torneo di basket Giuliano Ravizza con in campo squadre formate da atleti normodotati e altri con disabilità mentale (Special team ’87 Pavia e Social Osa Overlimits Milano), e poi alle 11.30 la spettacolare performance di Freestyle a cura di Da Move. Domani (domenica 10) alle 10, infine, al Palachiappero di via Carlo Bianchi si svolgerà il quadrangolare di calcio a 5 che vedrà impegnati Asd Pavia Special team, Insuperabili Torino, Insuperabili Milano, Special Dream team Piacenza.
Le testimonianze dei campioni
«Sono diventato un meravigliosamente abile, come dico sempre, nel 2003 dopo un incidente – ricorda Alessandro Carvani Minetti, due volte campione mondiale nel paraduathlon, due volte oro europe, quattro titoli italiani – quando incontro i ragazzi nelle scuole cerco di fargli capire che ci devono provare sempre, ci saranno tanti insuccessi ma non devono avere paura del fallimento. Di fronte alle difficoltà bisogna capire come affrontarle e risolverle: è la mente che comanda il corpo. Lo sport è prima di tutto rispetto di se stessi, accettarsi, altrimenti si tratta male la propria persona e chi ti sta vicino».
A Monica Boggioni, plurimedagliata nel nuoto (un oro e due bronzi alle Paralimpiadi di Parigi sono gli ultimi titoli conquistati) «piace parlare più di diversità che di uguaglianza. Mi spiego: dire che siamo tutti uguali può essere la più semplice forma di discriminazione se non c’è rispetto delle esigenze necessariamente differenti dei singoli individui. Sono le diversità che ci rendono uguali. Una cosa su cui le istituzioni potrebbero imparare dallo sport è che cancella la diversità. L’importante è come si guarda a noi: non con una forma di pietismo, noi non siamo la nostra disabilità, ma la disabilità fa parte di noi».
Aggiunge Fabrizio Cornegliani, oro a Parigi nell’handbike: «L’attività del paraciclismo è bellissima, lo sarebbe ancora di più se le istituzioni ci dessero l’aiuto di cui abbiamo bisogno, perché i costi sono altissimi e sono sostenuti solo da noi, dalle nostre società».
La manifestazione
Nella parte iniziale del convegno il sindaco Michele Lissia e Angela Gregorini, assessore allo sport, hanno spiegato come l’idea di avviare i Giochi senza barriere, mutuata da una manifestazione simile che si tiene a Besançon, rientra nell’idea di una città più accessibile e inclusiva, e l’obiettivo è quella di farla crescere negli anni a venire. Sullo sport come esempio di inclusività, anche a livello sociale e al di là delle differenze di etnia o religione, ha insistito anche Andrea Libanore, presidente del Panathlon Pavia, tra i relatori assieme al presidente del Coni Lorenzo Cremonesi e alla professoressa dell’Università Maria Gabriella Cusella De Angelis, mentre l’assessore Elena Lucchini ha portato il saluto della Regione.
Dal presidente di Pavia nuoto un richiamo alla situazione della città, priva di una piscina pubblica: «Il sindaco deve essere coraggioso o pazzo ad annunciare che riaprirà la Folperti. Noi dobbiamo andare a Sommo per allenarci, mentre gli atleti da anni vanno a Lodi».