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Ноябрь
2024

Croce e delizia all’Udinese, Samardzic sfida il suo passato

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Lazar Samardzic ha sempre dato l’impressione nei suoi tre anni all’Udinese di essere un talento inespresso. Bello da vedere, elegante, talentuoso, eppure gli è sempre mancato qualcosa per fare cifra tonda. Ora che si è trasferito all’Atalanta è di fronte a un bivio: se nemmeno un “mago” come Gian Piero Gasperini, l’allenatore italiano capace di far migliorare più di qualsiasi altro i giocatori, è in grado di fargli fare il salto di qualità, allora il serbo resterà una mezza incompiuta.

I segnali arrivati da Bergamo in questi primi tre mesi di campionato dicono che Samardizc è meno discontinuo rispetto a quello di Udine, ma non è ancora un top player. Ha segnato due reti in nove partite fornendo due assist. Solo in una è partito titolare (quella persa dalla Dea 4-0 contro l’Inter), ha giocato l’intero secondo tempo contro il Monza (suo il gol del 2-0) ed è entrato al 44’ del primo tempo a Bologna, segnando al 90’ il gol del pareggio in quella che è stata l’ultima gara non vinta in campionato dai bergamaschi.

All’Udinese è stato croce e delizia. Croce perché ci sono state partite in cui ha recitato il ruolo del grande assente, delizia perché non ha mai segnato gol banali. Il primo lo fece a La Spezia: gioco di suola, finta di calciare di sinistro e gol di piatto destro. Mancavano 4’ alla fine e l’Udinese allenata allora da Gotti si portò a casa i tre punti. L’ultimo, lo scorso 19 maggio, su rigore al minuto 104 che valse il pareggio con l’Empoli. Al 90’ era stato lo stesso Samardzic a causare il penalty a favore dei toscani capace poi nel prendersi la responsabilità di andare a calciare un pallone che pesava una tonnellata. Questione di personalità, del resto quella che non gli è mai mancata, altrimenti non sei in grado di segnare gol come quello al Maradona, con serpentina in mezzo a tre avversari. Fu una rete inutile ai fini del risultato, ma se ne parlò a lungo facendolo diventare uno dei pezzi più pregiati del mercato sia invernale che estivo.

Già, il mercato. Samardzic avrebbe dovuto lasciare l’Udinese con un anno di anticipo. Era l’estate del 2023 quando Gino Pozzo trovò l’accordo con l’Inter: il giocatore arrivò a Milano e sostenne addirittura le visite mediche, poi tutto saltò perché l’Inter non si rese disponibile a pagare al signor Mladen tutte quelle commissioni che pretendeva. Il ragazzo non ne è uscito benissimo da quella storia, gli fu rinfacciato di non avere abbastanza attributi per ribellarsi alle pretese paterne e decidere di andare nel club in questo momento più forte d’Italia rinunciando anche a qualche mazzetta di euro. Non è semplice comportarsi così quando hai 22-23 anni.

Domenica 10 novembre Samardzic affronterà per la prima volta l’Udinese. Dovrebbe partire dalla panchina, ma siccome Gasperini cambia quasi sempre i suoi tre giocatori più offensivi è facile immaginare un ingresso in campo dell’ex bianconero a gara in corso. Per Lazar sarà solo l’antipasto della gara di ritorno al Friuli in programma sabato 11 gennaio. Quel giorno sarà molto più simbolico e quindi sentito da parte sua dal punto di vista emozionale. Al Lipsia non giocava, in Friuli ha avuto l’occasione di crescere e oggi fa parte di un gruppo che gioca per vincere sia in Italia che in Europa. Ecco perché all’Udinese dovrà sempre dire grazie. —