“Stabilimento bagni” incendiato a Gorizia: tre quarti del tetto andati in fumo
È pesante il bilancio dell’incendio che ha devastato lo storico “Civico stabilimento bagni” di via Cadorna, opera dell’architetto Leopoldo de Claricini Dornpacher costruita tra il 1876 e il 1878. La conta dei danni prosegue e le prime quantificazioni sono tutt’altro che incoraggianti.
Lo storico edificio, abbandonato e inutilizzato da parecchi anni, era stato anche messo in sicurezza per impedire accessi non consentiti «ma – ripete il sindaco Rodolfo Ziberna – non si può affatto escludere che qualcuno possa esservi entrato e, volontariamente o accidentalmente, aver appiccato l’incendio».
Il primo cittadino rammenta accadimenti analoghi, frutto di pesanti atti vandalici «come Villa Frommer, nel 1990, a seguito del quale peraltro ci furono diversi sfollati; come Villa Ritter nel 1992; come Casa Rassauer, in Borgo Castello, nel 2017. Ma si potrebbero ricordare anche i piccoli incendi che hanno interessato l’area dell’ex Ospedale civile di via Vittorio Veneto. Era lo scorso anno».
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La vendita e i danni
Peraltro, c’è un elemento in più da considerare. Il Civico stabilimento bagni era parte integrante del Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. La cifra a base d’asta era di 300 mila euro nell’annualità 2025 e pare ci fosse una manifestazione d’interesse (soltanto verbale) per procedere con l’acquisto. Cosa succederà adesso?
«Confermo: era pronto il bando per mettere in vendita, al miglior offerente, la struttura degli ex Bagni ma, ora, dobbiamo accertarci – spiega Ziberna – che l’immobile sia in sicurezza, dando tempo agli inquirenti di verificare l’origine più probabile dell’incendio. I lavori di messa in sicurezza del tetto, eseguiti una decina d’anni fa, sono andati perduti e, adesso, il tetto è privo di copertura per circa tre quarti dell’estensione. Immediatamente, dovremo far valutare la struttura per verificare se l’incendio ha fatto scendere il valore dell’immobile perché, nella migliore delle ipotesi, potrebbe aver intaccato solo parti e impianti che, comunque, andavano sostituite. Rimane il fatto che l’accaduto comporterà tempi e costi in carico all’amministrazione comunale».
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Un luogo del cuore
Sulla questione, interviene anche la consigliera comunale e regionale Laura Fasiolo. Che evidenzia quanto il Civico stabilimento bagni sia un luogo del cuore. «Alcuni goriziani, i più anziani, ricordano lo splendido servizio del bagno turco in via Cadorna. All’uscita dall’ambiente caldo umido e profumato, c’era la possibilità di immergersi nell’acqua pulitissima e fresca della tinozza di cemento. Quindi l’asciugatura, avvolti in un lindo lenzuolo, poi la “reazione” tra le coperte: quindi, la doccia finale e, se lo desideravi, i massaggi. La scelta di un nuotata nella piscina, per bambini e adulti, era un passaggio quasi obbligato, apprezzato soprattutto dai piccoli».
Continua Fasiolo: «È triste l’aver constatato l’abbandono graduale di questa struttura, trascurata e trattata senza rispetto della storia e delle tradizioni. La cenere di felce, di cui la drogheria Rovis era fornitrice ai frequentatori della struttura, assicurava un effetto “dimagrante”, a detta degli esperti di allora. Ora il sogno di ripristinare, con nuove tecnologie e ambienti rigenerati, un servizio similare, sta purtroppo svanendo. Ed è un’occasione perduta, ma forse c’è ancora lo spazio per un recupero. Chissà. La speranza è l’ultima a morire». —
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