Cantina Terre, arriva il sigillo alla “cooperativa gerarchica”
CASTEGGIO. Con 213 soci fisicamente presenti e 62 deleghe, ieri pomeriggio è stato approvato il bilancio a giugno 2024 della cantina Terre d’Oltrepo con 62 voti contrari e 6 astenuti. Di fatto, questioni di bilancio a parte, è il sigillo al progetto di rilancio della cantina presentato dall’amministratore delegato Umberto Callegari, progetto che prevede l’«evoluzione» della cooperativa oltrepadana in una cooperativa gerarchica con la nascita di una società per azioni totalmente controllata dalla stessa cooperativa. Strumento societario già applicato in Italia, ma ancora poco noto, che permetterà, secondo l’attuale governance della cooperativa, una maggiore flessibilità in particolare nell’attirare nuovi soci e, di conseguenza, nuovi capitali. Una svolta che i 62 soci che hanno votato contro non condividono, in particolare per il rischio paventato di poter perdere il controllo della cooperativa.
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Umberto Callegari non può che essere soddisfatto del risultato: «Il numero dei consensi è un segnale importante e preciso. E ringrazio i soci per la fiducia. Un anno fa non c’erano un piano industriale, obiettivi e strumenti che oggi ci sono perché ce li siamo dati con metodo e visione. Fa piacere che la stragrande maggioranza dei soci abbia compreso appieno gli sforzi in essere. Si vincerà solo sapendo fare gruppo e comunità. Chi volta pagina si carica sempre di grandi responsabilità, Terre d’Oltrepo l’ha fatto pensando al proprio futuro e a quello del territorio nel suo insieme. L’unico futuro possibile passa da competenze, strategie e tensione comune verso gli obiettivi. Ha vinto ciò che unisce. Hanno perso disinformazione e veleni. E’ stato ben compreso che ogni trasformazione ed ogni evoluzione in Terre d’Oltrepò sono stati voluti e progettati per il bene della base sociale e per dare un futuro all’insegna della creazione di valore».
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Tra i 62 soci che hanno votato contro il bilancio di Terre d’Oltrepo c’è anche l’ex presidente Enrico Bardone, che già alla vigilia dell’assemblea aveva espresso alcuni dubbi sull’andamento della cantina. «Dai numeri del voto sul bilancio è inequivocabile che la dirigenza abbia vinto – il commento di Bardone -, mentre l’opposizione si è mantenuta sulle percentuali dell’assemblea dello scorso anno. Penso che non sia un bilancio brillante, rispetto a quello che era stato promesso. Sul tema del trattamento acque, ad esempio, hanno ribadito di aver ereditato pesanti situazioni dalle gestioni passate, quando erano proprio loro che in campagna elettorale avevano detto chiaramente che un impianto di scarico non serviva». Pur non essendo stato oggetto di votazione, nel dibattito si è parlato inevitabilmente del tema della creazione di una Spa all’interno di Terre, che si evolverà in una cooperativa gerarchica, per attirare nuovi finanziatori. Ma le spiegazioni date in assemblea, che è durata circa tre ore, non hanno chiarito i dubbi di Bardone: «Premetto che non sono contrario alla creazione di una Spa esterna a cui conferire specifici rami di azienda, come la linea di imbottigliamento o la commercializzazione – conclude l’ex presidente di Terre d’Oltrepo -. Ma la creazione di una, Spa a cui conferire gli interi beni della cooperativa mi lascia, invece, molto perplesso. I dubbi che avevo all’inizio sono rimasti anche dopo l’assemblea». (ha collaborato Oliviero Maggi) —