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Ноябрь
2024

“Sondaggisti go home!”. L’America processa gli indovini del voto: erano tutti a favore della Harris…

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Processo ai sondaggisti, i ‘grandi sconfitti’, insieme alla Harris e ai Democratici, dopo aver sbagliato completamente le previsioni sulle ultime elezioni americane. Fino all’apertura dei seggi si pensava, infatti, sulla base delle ultime rilevazioni degli istituti di ricerca, che le votazioni sarebbero state le più incerte degli ultimi tempi, ma così non è stato. Nate Silver, statistico e presentatore di un modello probabilistico per i responsi delle urne, aveva paragonato i risultati finali ad un ‘lancio della monetina’. Considerando il vantaggio ottenuto da Donald Trump, si presume che la monetina avesse due facce uguali e che queste rappresentassero il volto del candidato repubblicano. Stando a quanto riportato dall’agenzia Nova, tutti i sondaggisti erano d’accordo nell’attribuire ad Harris un leggero vantaggio su Trump. L’esito del voto però ha sbaragliato completamente tutte le analisi fatte in precedenza, dimostrando la mancata veridicità delle anticipazioni.

6 novembre: una giornata terribile per i sondaggisti

Tutte le ipotesi fatte dai sondaggisti sono evaporate come l’acqua nel bollitore: Trump non ha vinto soltanto in tutti gli stati in bilico, ma ha battuto la Harris con divari enormi, fino a dieci punti di vantaggio, in alcuni casi. Per non parlare dei voti delle donne che avrebbero dovuto premiare più Kamala che The Donald: anche stavolta il pronostico non ha avuto il riscontro immaginato. Il fatto che anche il voto femminile non sia stato così compatto durante le elezioni, dimostra un ulteriore punto debole dei sondaggisti. Ad esempio, nell’ultimo monitoraggio di Nbc news, il vantaggio di Harris rispetto all’appoggio della popolazione femminile su Trump si aggirava intorno ai 16 punti, ma alla fine gli exit poll ne hanno confermati soltanto 10. Persino Joe Biden era riuscito ad ottenere più voti dalle donne rispetto ad Harris nelle scorse elezioni, distaccandosi dal candidato repubblicano per 14 punti nelle ‘quote rosa’.

I sondaggisti hanno sottostimato l’impatto dell’economia

I nuovi elettori, inoltre, sono insoddisfatti della corrente situazione economica all’interno degli Stati uniti d’America: un dato, questo, sottovalutato dai sondaggisti, un fattore che potrebbe aver agevolato ulteriormente Donald Trump nella campagna elettorale. Molti cittadini statunitensi, come dimostrano le urne, sono convinti che durante l’amministrazione Biden le proprie condizioni finanziarie siano peggiorate. Il 45% delle persone crede infatti che la situazione politica precedente abbia influito negativamente sull’economia: il numero di questi individui con un “sentiment” negativo è superiore al 42% registrato nel 2008, ossia l’anno della recessione per il nuovo milennio.

Iowa, cronache esemplari di un sondaggio sbagliatissimo

Il quotidiano Des Moines Register, nato nello Iowa nel lontano 1849, si è reso protagonista di un tragico scivolone dal punto di vista statistico: a due giorni dalle elezioni, dava il vantaggio di Kamala Harris su Donald Trump di tre punti, al 47% contro il 44%. Stando a quanto riportato da Open, il candidato repubblicano ha superato la vice presidente americana di 13,2 punti, attestandosi al 55,8% seminandola al 42,6%. Un errore che non è quindi di poco conto, specialmente se così ravvicinato all’inizio dell’accesso alle urne.

Perché Donald Trump ha vinto le elezioni?

Dopo le precedenti elezioni, l’organizzazione dei Repubblicani americani non aveva considerato credibile la candidatura di Donald Trump ed è proprio per questo motivo che inizialmente c’era stato una scarsa attenzione nei meccanismi di controllo del voto. Dopo l’attentato subito da Trump, una gran parte dei dirigenti della destra americana ha deciso di schierarsi dalla parte del businessman e questo ha, di conseguenza, determinato anche un impegno maggiore da parte della macchina organizzativa nel monitoraggio dei voti. Il tycoon, inoltre, è riuscito ad incassare anche il voto popolare, e questo non accadeva dalle elezioni del 2004 in occasione della candidatura di George W. Bush.

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