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Ноябрь
2024

Scritta contro il presunto stupro a Venezia, ancora al setaccio le telecamere

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Vernice bianca, lettere grandi come i masegni di campo San Giacometo a Venezia su cui sono state tracciate. La scritta che martedì 5 novembre ha salutato il risveglio dell’Erbaria non ha visto neanche il sole di mezzogiorno, gli operatori di Veritas l’hanno cancellata nelle prime ore della mattina, a colpi di detersivo e idropulitrice.

Ma il messaggio è arrivato lo stesso: “Stupratore, hai le ore contate”, si leggeva sulla pavimentazione veneziana, a ridosso della fontana. E poi quattro numeri: 1312, che nel linguaggio dei graffiti hanno un significato preciso, basta sostituire ogni cifra alla corrispondente lettera dell’alfabeto per ottenere la famigerata sigla “Acab”, acronimo di “All cops are bastards”; in Italia il titolo di un libro diventato film, ma soprattutto un’espressione di violentissima contestazione alle forze dell’ordine che affonda le sue radici nei contrasti tra poliziotti e ultras inglesi, negli anni 70, poi divenuto urlo di tantissimi movimenti antagonisti, in tutto il mondo.

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Martedì chi ha tracciato la scritta comparsa nottetempo in area realtina ha recuperato quello stesso insulto per usarlo come atto d’accusa contro il presunto violentatore che nella notte di Halloween avrebbe abusato di una 17enne nei bagni di uno dei locali della zona.

I condizionali restano d’obbligo, la vicenda è ancora tutta da verificare: a raccontarla - prima ai giornali e poi ai carabinieri - è stata una ventenne veneziana che giovedì sera si trovava in campo Bella Vienna; a lei è crollata addosso la ragazza che avrebbe subito la violenza: in lacrime, con le gambe ferite, avrebbe detto di avere solo 17 anni e di essere stata costretta a subire un rapporto da un ragazzo più grande, conosciuto quella sera stessa.

I due avrebbero chiacchierato per qualche tempo, tra un bicchiere e l’altro, poi lei si sarebbe allontanata per usare i servizi e lui l’avrebbe seguita, si sarebbe chiuso con lei dietro la porta della toilette e, nonostante il rifiuto categorico della minorenne, le avrebbe strappato gli slip e l’avrebbe violentata.

La ventenne veneziana avrebbe poi incrociato la vittima poco dopo, raccogliendo il suo sfogo prima che l’amica più grande che la accompagnava la portasse via. Le due, originarie del sud Italia, sarebbero state in città per una vacanza, mentre l’aggressore si sarebbe identificato come un militare, a Venezia per partecipare alle celebrazioni del 4 novembre. Ed ecco, probabilmente, il perché di quel “1312” a chiusura del graffito apparso in Erbaria.

Sulla scritta bianca ora indaga la Digos, che sta raccogliendo le immagini delle telecamere della zona per identificare il responsabile. E sempre grazie alla videosorveglianza - comunale o privata - gli uomini dell’Arma stanno cercando di ricostruire gli spostamenti della presunta vittima e dell’amica: domenica i carabinieri hanno ascoltato la soccorritrice veneziana, ma resta ancora da rintracciare la 17enne.

Per questo (e per confermare che sia effettivamente minorenne, tra le altre cose) può essere utile arrivare a ritroso fino alla struttura ricettiva che presumibilmente avrà accolto lei e l’amica nel corso del soggiorno lagunare: che si tratti di un albergo, di un bed & breakfast o di una semplice locazione turistica resta comunque fermo l’obbligo di legge di raccogliere i documenti di tutti gli ospiti.