ru24.pro
World News
Ноябрь
2024

Processo Adriatici, la giudice: «Non ci fu legittima difesa». Chiesta la riqualificazione del reato in omicidio volontario

0

PAVIA. «Non può esserci legittima difesa». La giudice Valentina Nevoso ha letto per più di 20 minuti le articolate motivazioni della sentenza del processo a Massimo Adriatici e ha chiesto la riqualificazione del reato come omicidio volontario con dolo volontario, e quindi la trasmissione degli atti in Procura. «Da ex poliziotto aveva tutti gli strumenti per valutare la situazione. Il dolo del reato è confermato anche dalla zona in cui il proiettile ha attinto la vittima: poteva sparare altrove, alle gambe»: queste sono alcune delle parole pronunciate dalla giudice nell’emettere una sentenza attesissima.

[[ge:gnn:laprovinciapavese:14780994]]

Massimo Adriatici, ex assessore leghista alla Sicurezza del Comune di Voghera, avvocato ed ex poliziotto, era a processo per eccesso colposo di legittima difesa per avere esploso il colpo di pistola, con una Beretta calibro 22, che la sera del 21 luglio 2021 uccise in piazza Meardi il 39enne Younes El Boussettaoui. Per questa accusa, il pm Roberto Valli nela requisitoria di due settimane fa, aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione, con le attenuanti mentre gli avvocati della difesa avevano chiesto l’assoluzione.

Gli avvocati dei familiari di Younes, Debora Piazza e Marco Romagnoli, avevano invece chiesto alla giudice di aggravare il capo di imputazione e trasmettere gli atti alla Corte di Assise, competente per il reato di omicidio volontario. La giudice Nevoso era chiamata a pronunciarsi con una sentenza di condanna, di assoluzione o di modifica del capo di imputazione.

[[ge:gnn:laprovinciapavese:14783128]]

«L’aggressione – sostiene la giudice – non fu a sorpresa. La reazione di Younes era prevedibile. Adriatici ha mostrato un’arma carica e senza sicura: superfluo sapere il momento esatto dello sparo, l’imputato non è credibile quando ha detto che il colpo era partito per errore. E non è credibile un automatismo del dito sul grilletto». Non importa invece, per la giudice, il momento dello sparo.

[[ge:gnn:laprovinciapavese:14783099]]

La giudice ha anche spiegato come l’imputato abbia «avuto un atteggiamento freddo verso la vittima, dopo aver esploso il colpo. Parlava al cellulare, andava avanti e indietro sulla scena del crimine mentre la vittima si lamentava». Younes era a terra, ferito dalla pallottola.

[[ge:gnn:laprovinciapavese:14783100]]

Nel leggere l'ordinanza, la giudice ha più volte sottolineato che l'ex assessore leghista "ha accettato l'evento nefasto", cioè che El Boussettaoui potesse morire. "Non si può parlare di legittima difesa perché fu lui a creare ed accettare una situazione di pericolo", è la tesi della giudice che ha evidenziato anche come quella sera Adriatici agì da "privato cittadino" anche se, data la sua lunga esperienza di poliziotto, avrebbe dovuto immaginare che si sarebbe messo in una condizione di pericolo.

Dopo la lettura del verdetto, i genitori e i fratelli e le sorelle della vittima si sono abbracciati tra loro in lacrime e anche con gli avvocati di parte civile, Debora Piazza e Marco Romagnoli.

«Riteniamo che sia stato travisato ogni elemento della legittima difesa – ha detto l'avvocato Gabriele Pipicelli, che con Luca Gastini difende Massimo Adriatici, per il quale il tribunale di Pavia ha riqualificato il reato da eccesso di legittima difesa a omicidio volontario, rimandando tutti gli incartamenti del processo alla Procura -. La Procura ora deciderà in relazione a quanto richiesto e poi si vedrà il percorso da seguire, che tipo di processo chiederemo per esempio».