Vittime e danni: Latisana ricorda l’alluvione del 1966
Nel 58° anniversario della rovinosa alluvione del 4 novembre 1966 l’amministrazione comunale di Latisana ha unito memoria e prospettiva, ricordando le vittime e i danni di allora e guardando agli obiettivi di messa in sicurezza del bacino del Tagliamento.
Organizzato in collaborazione con la squadra locale di Protezione civile e apertosi con un minuto di silenzio, il convegno “La cittadinanza come parte attiva del sistema integrato di protezione civile” – svoltosi in sala consiliare – si è imperniato sul concetto della sinergia tra istituzioni e comunità per prevenire e contenere il rischio idraulico: e sinergia – questo il senso dell’intervento dell’assessore regionale alla Pc Riccardo Riccardi, intervenuto in chiusura dei lavori – fa rima con responsabilità e spirito di collaborazione.
«Siamo fortemente impegnati – ha detto – in investimenti sul territorio, ma a fronte della crescente frequenza e violenza dei fenomeni meteo estremi c’è bisogno dello sforzo di tutti.
Gli ambientalismi da salotto e indecisioni che si trascinano da anni, trasformandosi così, in decisioni, compromettono il risultato finale. Non si può continuare con il conflitto fra le parti, con l’arma delle petizioni: un compromesso è inevitabile, nell’interesse collettivo.
Mi auguro che il senso di responsabilità prevalga. Non si può più buttare la palla in tribuna, né continuare a farsi comandare dai sondaggi, altrimenti avrà la meglio proprio l’indecisione, che è la via più comoda ma che poi, inevitabilmente, fa pagare il conto a qualcuno».
Nei 58 anni trascorsi dall’alluvione «sono state realizzate varie opere sulla parte alta e su quella bassa del fiume, ma non nella fascia centrale, in cui – ha evidenziato il sindaco di Latisana, Lanfranco Sette – si continua a polemizzare».
«Serve invece – ha ammonito – una soluzione anche per quell’area, che risulta strategica: non si può attendere oltre, la contrapposizione fra territori deve terminare. Basta con le battaglie strumentali e le divisioni.
C’è la necessità di un atteggiamento solidale. Stiamo aggiornando – ha poi informato – il piano di emergenza per la nostra comunità, per noi un assillo, un tema di cui sentiamo fortissima la responsabilità: i familiari delle vittime del’66 sappiano che quelle morti hanno un significato profondo nelle nostre coscienze e che siamo determinati a fare di tutto perché tragedie del genere non si ripetano».
Critica la prima cittadina di Lignano, Laura Giorgi: «Capisco che sia difficile, a volte impossibile, trovare un accordo pieno – ha dichiarato durante i lavori della IV Commissione regionale –, ma per il Tagliamento si attende una soluzione da quasi 60 anni.
Manifesto preoccupazione per il cambio di portata, prossimo al raddoppio, ipotizzato tra il canale Cavrato e la foce del fiume. Non sono state prospettate strategie di protezione di tutte le aree di Lignano a ridosso del corso d’acqua».