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Ноябрь
2024

Addio alla prof Patrizia Ciarcia, insegnava inglese alla Manzoni. «Era una donna coraggiosa»

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Il lavoro e la famiglia come perni intorno a cui ruotava una vita densa di interessi. Udine l’aveva accolta alcuni anni fa in un abbraccio affettuoso: Patrizia Ciarcia, docente di lingue alla scuola secondaria di primo grado intitolata ad Alessandro Manzoni, è morta il 2 novembre a sessantuno anni. «Troppo presto» concordano il marito Sergio Apolloni e la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo III, Maria Rosaria Arfè.

«Un’insegnante instancabile. L’ultima volta che l’ho sentita era una settimana fa: ricoverata in ospedale, mi ha parlato del corso pomeridiano di tedesco che aveva in mente di far partire presto» dice Arfè, sconvolta dalla notizia tanto quanto le sei classi che seguiva Ciarcia. Scomparsa dopo tre settimane di ricovero per via delle complicanze di una malattia diagnosticata anni fa, insegnava inglese alla Manzoni da appena un anno e mezzo. «Attenta ai bisogni dei ragazzi, ci teneva a introdurre lo studio del tedesco perché era convinta che potesse aiutarli per le loro carriere future», spiega la dirigente scolastica.

«Patrizia era nata in provincia di Reggio Emilia e si era laureata in lingue con specializzazione in tedesco» racconta il marito, originario di Ancona. «Era una persona appassionata e colta: scrisse una tesi sulla stregoneria nella Germania medioevale – continua – e il suo interesse principale fu sempre rivolto alla lingua tedesca». Tant’è che andò a insegnare a Bolzano, dove i due si conobbero, prima di spostarsi ad Ancona, dove ventiquattro anni fa nacque il loro unico figlio. «Una donna coraggiosa, non temeva le responsabilità: ci teneva tanto a portare gli studenti in gita e non è passato anno in cui non l’abbia fatto» prosegue Apolloni, ricordando alcuni viaggi in Austria e Germania compiuti insieme. «Amavo accompagnarla perché mi aveva trasmesso il suo entusiasmo per la cultura tedesca, al punto che mi capitò pure di fare da guida ai ragazzi».

Una vita trascorsa insieme tra le Marche e il nord Italia: «Il tedesco ad Ancona non piaceva, per questo qualche anno fa abbiamo deciso di muoverci di nuovo». E così, indecisi tra Bolzano e Udine, hanno lasciato la scelta al figlio, che ha optato per il capoluogo friulano. «Non potevamo chiedere di meglio: Patrizia è stata curata in maniera ineccepibile e saremo sempre grati a questa città» racconta il marito, che con un sorriso cita gli unici due difetti di Udine: «Le zanzare e le piogge frequenti».

Ai funerali di Patrizia, previsti martedì 5 novembre alle 9 nella chiesa di San Gottardo, presenzieranno la dirigente scolastica Arfè e molti colleghi, con alcune delle classi che seguiva la docente. «Era dedita ai suoi studenti tanto da restare impressa – conclude il marito – e tanto da ricevere, anni dopo che i ragazzi avevano concluso la scuola, messaggi di ringraziamento per averli avviati così bene all’apprendimento delle lingue».