L’agguato e i feriti fuori dal PalaTrieste, indaga la Digos: individuati 21 ultras
La Digos indaga sugli scontri tra tifosi di domenica pomeriggio all’esterno del PalaTrieste. Gli agenti hanno già individuato praticamente tutti i protagonisti. Soprattutto i supporter della Openjobmetis Varese, vale a dire gli autori del clamoroso agguato organizzato per aggredire i tifosi triestini mentre defluivano dal palazzetto a partita terminata. Erano in ventuno. Tra loro, secondo testimonianze, anche ultras friulani in virtù di un gemellaggio con i lombardi e della rivalità antitriestina. Un ambiente frequentato anche da frange politicamente estremiste. Ma la presenza effettiva degli udinesi ai successivi pestaggi, stando a fonti di Polizia, deve ancora essere accertata fino in fondo.
Il questore Pietro Ostuni intende affrontare il caso con severità e preannuncia un «rafforzamento» dei controlli in occasione delle prossime partite di basket.
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L’attacco premeditato
La dinamica appare ormai chiara. E tutto fa pensare a qualcosa di premeditato. La scena è questa: la manciata di tifosi arrivati da Varese e Udine chiede di andarsene dal palazzetto prima della fine del match. Sembra almeno cinque minuti in anticipo sulla conclusione dell’ultimo quarto. La Questura sostiene che il gruppo, i ventuno appunto, viene scortato dalle forze dell’ordine verso la zona in cui ha posteggiato le auto, in direzione dell’imbocco della grande viabilità a Valmaura.
Tutto pare tranquillo. Da ricostruzioni risulta che i tifosi imboccano effettivamente la superstrada ma, anziché andarsene via, escono all’uscita di via Caboto e ritornano indietro a Valmaura. Lasciano le auto e si dirigono armati di bastoni (le aste delle bandiere) avvicinandosi minacciosamente al palazzetto, intabarrati nei giubbotti neri. Cappucci e sciarpe nascondono i volti. Sono ormai all’altezza del Grezar. Urlano, fanno esplodere petardi, accendono fumogeni e sferrano bastonate a caso su chi passa in scooter e con la macchina. E pure sulle vetture posteggiate.
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Il blitz a sorpresa
Alcuni agenti in divisa e in borghese si accorgono del blitz. Non indossano i dispositivi anti sommossa e quindi tentano di fermare gli esagitati calmandoli, a parole, per evitare il peggio: cioè il contatto con gli ultras avversari e il pericolo che facciano del male anche alle altre persone – ci sono famiglie con bambini, ci sono anziani – mentre escono dal palazzetto.
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Nel frattempo piombano gli ultras triestini. Lo scontro è feroce. E ce n’è più di uno a poca distanza. Volano sprangate, pugni e calci anche su chi è per terra. Succede in via Flavia, sulla carreggiata, a qualche decina di metri dall’ingresso del PalaTrieste. La gente è sconcertata.
I feriti
Volano oggetti. Uno colpisce in testa una poliziotta, fortunatamente senza gravi conseguenze. Ma sarà portata al Pronto soccorso. Stando a numerose testimonianze i rinforzi della Polizia arrivano almeno una decina di minuti dopo i tafferugli, quando i violenti si sono già dileguati. Sul posto anche le ambulanze del 118. Alla fine il bilancio è di quattro feriti non gravi, tra cui una persona con un trauma cranico.
Le indagini
Ci sono video e foto che hanno immortalato la scena. Le targhe delle auto dei lombardi e dei friulani sono state sicuramente riprese ai caselli autostradali. La Digos ha dunque materiale sufficiente per risalire ai facinorosi e a identificarli. Ci sono già i nomi e cognomi di una buona parte delle persone che hanno preso parte all’agguato.
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Il ruolo della Polizia
La Questura poteva gestire l’ordine pubblico in modo diverso, così da impedire l’assalto? E perché ai tifosi lombardi e friulani è stato consentito di uscire prima della conclusione della partita? Il tema si pone. Chi se ne intende di dinamiche tra tifoserie sostiene che il match era foriero di rischi, così com’era prevedibile la presenza dei friulani: certamente lo sapevano gli ultras triestini, che già durante la partita avevano esposto striscioni al loro indirizzo.
«Stiamo lavorando a fondo sull’accaduto», spiega il questore Pietro Ostuni. «È successo che i tifosi ospiti erano stati accompagnati lontano dal palazzetto e poi sono tornati indietro lasciando la macchina a distanza. Ripeto, stiamo lavorando e ci saranno dei risultati. Non staremo a guardare. Domenica l’attenzione c’era, ma va detto che nel mondo del basket non si verificano fatti del genere – osserva il questore – è la prima volta che capita. Comunque nelle prossime partite prevederemo un rafforzamento delle forze dell’ordine, anche in base alle tipologie di tifoserie. L’attenzione salirà».
Le reazioni
Sia la Pallacanestro Trieste che la società di Varese hanno espresso messaggi di condanna rispetto alle violenze avvenute domenica. Sul caso sono intervenuti anche i sindacati di Polizia Sap e Siulp che hanno manifestato solidarietà nei confronti degli agenti coinvolti e della poliziotta ferita.