Il mistero sulla morte della baronessa e della sua segretaria friulana: testimoni ascoltati 44 anni dopo
Nessuna scoperta eclatante, solo la convinzione che 44 anni dopo i racconti dei testimoni e la rilettura delle carte potranno portare a una svolta nel giallo della scomparsa di Jeanette Bishop, l’ex baronessa Rothschild, e della sua assistente, la friulana Gabriella Guerin, sparite nel nulla sui monti Sibillini nel novembre 1980.
Il procuratore di Macerata Fabrizio Narbone è stato chiaro: «Abbiamo pensato che questo poteva essere l’ultimo momento per cercare di arrivare alla verità, alla ricostruzione di quei fatti che sono rimasti sospesi», ha spiegato.
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Ma ci vorrà del tempo, come ha sottolineato lui stesso, annunciando possibili novità «tra qualche mese, per tenerci un po’ larghi. Il momento è delicato – ha concluso Narbone – stiamo lavorando sperando di avere poi un risultato».
È bastato l’annuncio della riapertura del caso fatto dalla trasmissione tv Quarto Grado per riaccendere i riflettori sulla vicenda. Compreso l’interesse sulla sorte della friulana Guerin, originaria di Ronchis di Latisana, che all’epoca della scomparsa aveva 40 anni. Lei e Bishop furono viste per l’ultima volta alle 19 del 29 novembre a Sarnano, nella provincia di Macerata. Poi le due donne salirono in auto lasciando il paese per dirigersi verso le montagne. I loro corpi furono ritrovati solo nel marzo 1982 da un gruppo di cacciatori in un bosco a Podalla di Fiastra.
Ora la Procura ha voluto riaprire il caso, identificandolo come un duplice omicidio e riascoltando almeno una ventina di testimoni. Tra questi c’è anche il geometra Nazzareno Venanzi, che come confermato al Corriere della Sera, fu tra le ultime persone a incontrare le due donne in vita e a parlare con loro: «La mattina del 29 novembre feci vedere a Bishop un portale, le piaceva per il casolare che stava ristrutturando. Abbiamo bevuto un aperitivo prima di pranzo, poi mi ha chiesto se volevo accompagnarle la sera in montagna. Rifiutai perché ero impegnato».
Dettagli che potranno tornare utili agli investigatori, con le indagini del caso che sono state affidate ai carabinieri del comando provinciale di Macerata.
Una vicenda diventata un cold case, un caso irrisolto, che negli anni Ottanta venne intrecciata alla morte di Roberto Calvi e alla banda della Magliana, oltre che a un furto di opere della casa d’aste Christie’s di Roma, avvenuto il giorno dopo la scomparsa. All’epoca si parlò anche di un possibile sequestro, chiamando in causa Paul Marcinkus. Piste battute dal giudice istruttore Alessandro Iacoboni, che però portarono a poco o a nulla, costringendolo nel 1989 ad archiviare l’inchiesta.
Oggi si riparte, nel tentativo di scansare quell’alone di mistero calato sul caso. E il Friuli attende di sapere com’è morta Guerin, legata a Bushop prima come sua cuoca e governante in Inghilterra, poi come sua assistente e interprete in Italia.