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Ноябрь
2024

La dura vita di Andrea Crisanti, da virostar a senatore Pd: “In Aula capisco il 30% delle leggi. Mi annoio”

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Dimenticate le “lezioni” che il professor Andrea Crisanti offriva agli italiani ai tempi del Covid, quando assurse al ruolo di virostar. Nel salto dalla cattedra mediatica, e prima ancora universitaria, ai banchi di Palazzo Madama, il senatore Pd Andrea Crisanti sembra essersi trasformato in uno di quegli alunni sonnacchiosi che in aula divagano con la mente, per salvarsi dalla noia che li attanaglia quando non capiscono di cosa si parla. Ad ammetterlo è stato lui stesso, in un’intervista al Fatto quotidiano nella quale ha spiegato che “in aula capisco il 30% delle leggi che voto. Il resto è totalmente inaccessibile alla mente oppure è noia”.

La confessione di Andrea Crisanti: “In Aula capisco il 30% delle leggi che voto”

“Mi annoio il giusto, il necessario. Quando la dose eccede corro ai ripari”, ha chiarito, spiegando che la sua ricetta per salvarsi dal tedio dei lavori parlamentari è mettersi a pensare. “Il pensiero trascina la mente e il corpo in un altrove. Quell’altrove concede un altro destino a me”. “Invece di star lì a zuzzurellare mi metto a pensare cosa fare, quali gambe dare a quell’emendamento su cui si sonnecchia”, ha aggiunto il professore. Un interdetto Antonello Caporale, che firma l’intervista, gli ha chiesto se quella frase significasse che pensa a come rendere più efficiente la macchina politica. “Quali suggestioni può darmi quell’informe massa di parole? E lì inizia il pensiero costruttivo”.

Per il prof in aula “ci si annoia a morte brancolando nel buio”

Non è chiaro dove porti questo “pensiero costruttivo”, sul quale nello scambio successivo non ci sono ulteriori approfondimenti. Ciò che è certo, invece, è il disagio di Crisanti di fronte alle votazioni: “Lì è tremendo, quella cosa ti stende, ti uccide. Esci dall’aula rincoglionito, inghiottito dal vuoto cosmico. Ci si annoia a morte brancolando nel buio”. Epperò, Crisanti ci tiene molto a capire gli elettori, che continua a frequentare costantemente anche grazie al proverbiale autobus. In uno dei passaggi dell’intervista che si sono soffermati sul suo stile di vita morigerato, infatti, l’esponente dem ha spiegato che “utilizzare il bus fa risparmiare tempo e concede un faccia a faccia con gli elettori. Le ricordo che sono senatore”. Anche le vacanze, apprendiamo dal colloquio, sono low cost, così come i vestiti, acquistati all’outlet, mentre di ristoranti non se ne sente il bisogno: “È che so cucinare”.

Uno stile low cost, ma non per la casa

Unica concessione al lusso una villa sui Colli Berici acquistata insieme alla moglie e descritta da Caporale come una casa da “2430 metri quadrati di superficie interna, otto camere da letto, sette bagni, quattro saloni, 12mila metri quadrati di verde”, per la quale ci sono voluti “due milioni di euro l’acquisto”. “Come ho avuto modo di spiegare – ha precisato Crisanti – io e mia moglie abbiamo avuto la fortuna di avere retribuzioni alte e quella casa è il frutto di una vita di lavoro ad alti livelli”.

La “disponibilità” a candidarsi governatore del Veneto…

L’intervista offre anche una chiave di lettura nuova alla tentazione – “disponibilità”, l’ha chiamata lui – di Crisanti di correre come governatore del Veneto, manifestata una decina di giorni fa. “Se mi candido alla presidenza del Veneto? Facciamo piazza pulita di qualsiasi equivoco. Ho dato contributo alla sanità del Veneto, il ricordo di questa cosa ha creato in molte persone l’idea che io potessi essere il candidato giusto. Ho espresso la mia disponibilità, ma non voglio interferire con il naturale processo di selezione del candidato”, ha detto Crisanti nel corso della trasmissione “Il Timone” sulle frequenze di Giornale Radio. Contemporaneamente, però, l’ammissione di oggi porta con sé anche qualche interrogativo sulla consapevolezza del senatore che capisce un terzo delle leggi che vota rispetto alla complessità di una macchina come la Regione Veneto. Comunque, c’è da dire che la questione non ha avuto particolari seguiti e che, con ogni probabilità, l’ipotesi si può considerare chiusa qui.

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