Agricoltura, Nenz: «Un’annata dura, colpa del clima»
In queste settimane stanno facendo gli straordinari per completare il raccolto di quanto seminato in ultra ritardo. Eppure hanno il sorriso di chi vive con passione il proprio lavoro andando oltre alle difficoltà del momento. Sono gli agricoltori che ieri hanno affollato il centro con i loro trattori per festeggiare la Giornata del ringraziamento agricolo di Coldiretti.
Dopo la messa in duomo tutti sotto il capannone per festeggiare insieme, mentre il direttore, Michele Nez, tira le somme della giornata: «Oltre 120 trattori presenti,tanti agricoltori con le loro famiglie a Feltre e la fiera in centro storico che va benissimo con grandi numeri. Scommessa vinta e organizzazione perfetta. Coldiretti e Comune di Feltre hanno fatto centro».
L’annata agricola è alle battute finali, ma c’è chi sta concretizzando in questi giorni il raccolto che non ha potuto realizzare prima: «È stato un anno complicato», spiega Nenz, «perché il clima ha rovinato le fioriture primaverili. Nessuno si è salvato. Sono saltate le semine, la produzione di foraggio è stata in parte compromessa per l’intero mese di giugno e parte del mese di luglio. Chi ha avuto il danno maggiore sono stati gli apicoltori che ha soffertto delle mancate fioriture di acacia e tiglio. Così la produzione è stata ai minimi. Le cose sono andate un po’ meglio nella parte alta della provincia».
Gli agricoltori stanno lavorando sodo in questi giorni: «Dopo un settembre e un ottobre non proprio favorevoli gli associati stanno approfittando di questa coda autunnale con clima mite per raccogliere quanto seminato in ritardo. Devo dire che quest’anno, oltre alla fauna selvatica, si è riproposto il problema della cimice asiatica che soprattutto da settembre è tornata prepotentemente sul territorio. E quella mangia di tutto».
Il comparto agricolo bellunese si sta evolvendo: «A livello di numeri il saldo di aziende è positivo», dice ancora il direttore di Coldiretti, «ma sta cambiando la modalità con cui si svolge l’attività agricola. I giovani puntano su attività che privilegiano l’offerta turistica e la vendita diretta dei prodotti. Difficilmente avviano aziende di allevamento che richiedono un pesante investimento iniziale. Qui il cambio generazione è più complicato».
Il presidente della Provincia, Roberto Padrin, plaude alla categoria: «Queste persone rappresentano il contrasto più evidente allo spopolamento e con il loro lavoro valorizzano il territorio e la montagna».