Educatori socio pedagogici: in Friuli Venezia Giulia 400 esclusi dal nuovo albo
Nella nostra regione sono almeno 400 gli esclusi dal nuovo albo degli educatori professionali socio pedagogici perché non si sono iscritti in tempo. Lo dice l’Apei Fvg, l’associazione dei pedagogisti e degli educatori italiani, nel fotografare il processo di costituzione, in Friuli Venezia Giulia, del nuovo multi albo di pedagogisti ed educatori professionali che, come nelle altre regioni, ha visto la sua nascita formale a maggio con l’entrata in vigore della legge istitutiva del nuovo ordine, la 55 del 2024.
Gli iscritti e l’iter
In totale l’Apei Fvg conta un numero di iscritti al nuovo ordine regionale, comprensivo anche dei pedagogisti, che al momento oscilla tra le 7 e le 10 mila persone. Le domande pervenute in regione sono al vaglio del magistrato Edoardo Sirza, nominato commissario per la costituzione dell’ordine in Fvg. L’iter procede: le associazioni professionali sono state convocate dal Ministero della Giustizia prima il 4 novembre a Roma, poi l’invito è stato riformulato ma verrà calendarizzato. L’appuntamento segnerà l’apertura del tavolo interistituzionale sollecitato dalle Regioni e dall’Anci per dare efficacia alla legge 55, cercando di trovare una soluzione per le persone escluse.
Gli esclusi
Il presidente regionale dell’Apei Fvg, Moreno Castagna, ne conta appunto «quattrocento fra educatori e aspiranti tali in possesso dei requisiti: un diploma, fra i cinque richiesti, o la laurea in Psicologia, purché conseguiti entro il 15 maggio 2020». Dovevano fare domanda di iscrizione entro il 6 agosto, ma le rassicurazioni su una possibile proroga li hanno convinti ad attendere oltre il termine fissato. Il rinvio su cui confidavano, invece, non è arrivato, col risultato che in tanti si sono trovati esclusi dall’albo nato proprio per tutelare la professione, oltre che il servizio offerto.
Il rischio di un cambio di mansione
I lavoratori coinvolti adesso rischiano, ben che vada, un cambio di mansione. Gli educatori che esercitano senza risultare iscritti all’albo possono infatti essere perseguibili penalmente per esercizio abusivo della professione, insieme al loro datore di lavoro. L’ipotesi peggiore è che perdano il posto, anche dopo anni di esperienza nel settore.
Un passo indietro
Per capire cosa è successo bisogna fare un passo indietro. La legge istitutiva del nuovo ordine professionale ha previsto appunto la creazione di due albi (educatori e pedagogisti) indicando il 6 agosto come termine di iscrizione per diplomati e laureati in Psicologia.
Alcune sigle sindacali, fra cui Cisl, Uil e Usb, insieme all’Anci e le Regioni, Friuli Venezia Giulia compreso, hanno chiesto una proroga accolta dal Ministero della Giustizia, che il 31 luglio ha diffuso una nota di apertura in tal senso: «La scadenza, inizialmente prevista per il 6 agosto, sarà prorogata. I Ministeri interessati sono al lavoro per predisporre il testo e inserirlo nel primo provvedimento normativo utile». E poi? «La proroga doveva essere inserita nel decreto Omnibus discusso il 7 agosto ma è stata cancellata dal Quirinale perché ritenuta non attinente, gettando nel vuoto le persone che vi confidavano», così Castagna.
La polemica
La Regione spiega il motivo dal punto di vista tecnico: la proposta non poteva essere approvata perché non si sarebbe trattato di una vera e propria proroga, essendo il termine per iscriversi già scaduto il giorno precedente. La nota polemica non manca: «Come Apei – così Castagna– abbiamo sempre consigliato a tutti gli interessati di iscriversi entro l’unico termine ufficializzato, il 6 agosto, mentre alcune sigle sindacali regionali hanno suggerito loro di attendere la proroga, che però non è mai arrivata. Tant’è che un numero così ampio di esclusi si registra solo nella nostra regione».
Il parere della Regione
Va detto che l’Apei non è mai stata a favore di un rinvio: «Andrebbe solo a generare una serie di complicazioni nella già articolata costituzione dell’ordine professionale» sentenzia Castagna.
Diametralmente opposto il parere della Regione, con l’assessore Rosolen che, saltata la proroga, ha incontrato le associazioni professionali, i sindacati e le organizzazioni datoriali coinvolte (Legacoop, Confcooperative e Fism). Dal confronto è emersa, sintetizza la Regione, la richiesta di “riaprire i termini” entro il 31 dicembre: una dicitura dunque diversa per aggirare l’ostacolo della “proroga” già cassata. Per una platea di interessati le speranze si sono però già definitivamente spente: quelle persone che, in possesso dei titoli di studio previsti solo dalla normativa precedente, potevano presentare domanda entro il 6 agosto come in una sorta di sanatoria. Ora non la possono più fare. —
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