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Ноябрь
2024

Il caro acqua, bollette più salate in tutta la provincia di Treviso

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In tutta la provincia di Treviso le prossime bollette dell’acqua saranno più costose. E gli aumenti continueranno anche nei prossimi cinque anni.

Sia Ats che Piave Servizi, le due società idriche che insieme coprono il territorio dei Comuni della Marca trevigiana hanno ottenuto il via libera al piano tariffario 2024-2029 dall’autorità di bacino. I nuovi prezzi entreranno in vigore dalla fatturazione delle bollette che arriveranno nelle case dei trevigiani nelle prossime settimane con il calcolo dei consumi dell’anno.

l’illustrazione ai sindaci

Le amministrazioni comunali sono già state avvertite nelle scorse settimane mentre le due società attendevano il via libera dell’autorità per attivare i nuovi piani tariffari.

La prima ad ottenerlo è stata Piave Servizi, presieduta da Alessandro Bonet, che a fine settembre ha avuto il disco verde alle relazioni finanziarie ed operative per il prossimo quinquennio, poi è stata la volta di Ats – guidata da Fabio Vettori – che ha incassato il via libera lo scorso 28 ottobre ed ora provvederà ad aggiornare i suo costi.
Per le due società due diversi prospetti e programmi finanziari che si sono tradotti in una diversa modulazione degli aumenti sia su base percentuale che temporale. Si parte comunque con una crescita – media – del prezzo dell’acqua al metro cubo tra il 9,4% (Ats) e il 8,4% (Piave Servizi).

Piave servizi

Nelle tabelle illustrate ai sindaci e amministratori locali Piave Servizi (società che gestisce il servizio idrico integrato per oltre 135.000 utenze site in 39 Comuni della Sinistra Piave) ha messo in evidenza una previsione di incasso, grazie alle modifiche tariffarie, che permetterà di passare da 43,6 milioni previsti a bilancio nel 2024 ai 59 milioni (2029).

La modulazione tariffaria parte con un aumento del costo dell’acqua al metro cubo che passa dai 2,26 euro del 2023 (per una famiglia di tre persone con consumo di 175 metricubi/anno) ai 2,45 euro/metro per le bollette che verranno recapitate a breve per i consumi 2024. E poi una crescita standard fino al 2028 e 2029, due anni in cui il rincaro si riduce dall’8-9% al 3% circa.

Tradotto in moneta sonante significa pagare l’acqua dagli ex 2,26 euro/metro ai prossimi 3,4 euro. Il tutto, va sottolineato, sempre tenendo poi conto che le società applicano tariffe diverse a seconda della tipologia di utenza.

Alto trevigiano servizi

La società che gestisce acquedotto e fognatura per i 52 comuni della Destra Piave punta a portare gli incassi annuali da tariffa dagli attuali 70 milioni (2024) ad 87 milioni circa nel 2029.

Il tutto attraverso un sistema di aumenti che cresce fortemente nei primi due anni (+9,4% nel 2024 e +8,27 nel 2025) per poi assestarsi a quota +3%. Un capitale che si unisce a quello ottenuto attraverso gli “idrobond” per andare a coprire le spese dell’azienda e soprattutto un mastodontico piano di investimenti sul territorio.

Il valore dell’acqua

L’acqua è un tesoro, e come tale va valorizzata e tutelata. L’hanno ripetuto a lungo i responsabili delle due società sia per sensibilizzare gli utenti contro gli sprechi domestici e non, sia per introdurre il tema degli aumenti tariffari che comunque, stando a uno studio illustrato da Ats, portano ad avere tariffe medie pro-capite (un ipotetico 2,7 euro metro cubo individuato da Ats facendo la media 2023-2029 ) tra le più basse d’Europa: tre volte più economiche di quelle tedesche, quattro volte più convenienti di quelle danesi, meno della metà delle francesi.

Il tutto a fronte di investimenti tra i più alti della media dei paesi UE.
«Non si sta facendo un gioco all’incasso» dice il direttore Ats Pierpaolo Florian, «le tariffe servono a finanziare investimenti sul territorio per l’ambiente, l’efficienza della rete, l’ampliamento del numero di famiglie servite e il servizio a tutti i cittadini».

Gli investimenti

Prendo di più, spendo di più. È la regola del bilancino che rende meno indigesto l’ennesimo aumento di costi per i trevigiani.

Non si tratta di speculazioni o inflazione, a giustificare la crescita delle bollette è un progetto operativo che si spalma in tutti e 5 gli anni dei rincari. Ecco perché sia Ats che Piave Servizi hanno allegato al prospetto finanziario della revisione tariffaria il “piano delle opere 2024-2029”.
Insieme hanno messo a terra progetti per la bellezza di 426 milioni di euro tra fognatura, acquedotto, miglioramento dei sistemi di gestione e controllo dell’acqua in tutti i territori di competenza.

ATS: progetti per 265 milioni

È un piano monstre: 265 milioni e 500 mila euro per la precisione. Il 34% per potenziare l’acquedotto, il 22% per ampliare e rinnovare la rete fognaria, il 32% per i sistemi di depurazione. Un residuale 12% per finanziare altre spese operative.

L’intero piano opere pubbliche è stato riassunto in settanta pagine di relazione che annoverano interventi da Treviso a Loria, da Fonte a Istrana, Follina e oltre, toccando quasi tutti i territori gestiti. C’è il collettore primario a servizio di Vedelago; la fognatura dentro e fuori le mura di Treviso; la connessione fra la rete di Valdobbiadene e quella della comunità montana di Settolo con la posa di un gruppo elettrogeno per garantire la fornitura h24 anche in mancanza di energia elettrica; la realizzazione di un nuovo serbatoio di 5.000 mc lungo la rete adduttrice denominata “Comunità Montana del Grappa” e di un altro a Follina; il risanamento strutturale delle tubature in via Callalta a Riese Pio X e in via San Giovanni a Paese; una nuova condotta di attraversamento del Piave a Nervesa; e molto altro ancora. Per elencare tutto servirebbero ciclostili.

Si tratta, comunque, di cantieri che prenderanno il via nell’arco del quinquennio e che verranno terminati al più entro il 2033 e prevedono anche l’implementazione del sistema di depuratori esistente.


Piave Servizi: 161 milioni

È più ridotto il bilancio, e lo è anche il territorio gestito. Ma lo sforzo operativo di Piave Servizi si può considerare proporzionale a quello di Ats. La società della Sinistra Piave, con la crescita degli incassi tariffari, ha disegnato un piano operativo che conta 24 milioni di interventi messi a bilancio nel 2024, altri 24,5 milioni per il prossimo anno, 25,5 milioni nel 2026, 27 milioni di opere nel 2027, 29 milioni nel 2028 e 31 milioni nel 2029.

Gli ambiti? Come per Ats – lo stabilisce la normativa – distribuiti nei tre macro settori di acquedotto, fognature, depurazione. Anche i questo caso la lista dei progetti dei cinque anni è lunga e prevede interventi “di sistema” (nuovi misuratori ed attrezzature; nuovi potabilizzatori; la perimetrazione delle aree di salvaguardia; nuove condotte fognarie non specificate), e interventi puntuali. Tra i tanti: la realizzazione condotta adduttrice San Martino di Colle Umberto (8, 4 milioni); l’adeguamento ed ampliamento dell’impianto di depurazione di Cordignano (tre milioni); l’adeguamento dell’impianto di depurazione di Orsago, Motta e Oderzo (10 milioni); un nuovo serbatoio idrico a servizio del comune di Santa Lucia di Piave (2 milioni).

A questo si aggiungono stanziamenti generici per opere come i sei milioni per nuovi depuratori, i 10,3 milioni per riqualificazione reti fognarie ammalorate e 14 milioni per quelle dell’acquedotto; gli oltre tre milioni per riparare perdite.

Nel mezzo anche 5,5 milioni in cinque anni per l’acquisto di nuovi automezzi, e un milione per le attività di laboratorio.