L’Apu balla coi lupi: Udine vince ad Avellino con una bella prova di squadra. Finisce 63-76
L’Apu balla con i lupi in Irpinia e torna da Avellino con due punti (76-63) conquistati con una prova convincente che le consente di restare seconda in classifica a una vittoria dalla capolista Rimini.
Con difesa discreta, attacco ordinato e buona intensità, anche se permangono i soliti problemi sotto le plance, l’Old Wild West continua il percorso netto dopo il derby perso. Non c’è tempo per rifiatare, dopo un viaggio di ritorno tutt’altro che agevole, bisognerà subito pensare a Pesaro (mercoledì 6 novembre), andare a Brindisi (domenica 10) e ospitare Forlì (ancora mercoledì 13). Qui si fa un pezzo di campionato e bisognerà continuare a ballare. Anche senza lupi.
All’inizio Vertemati se l’è giocata con Hickey, Johnson, Stefanelli, Alibegovic e Da Ros. Insomma, Pini parte dalla panchina. E subito sotto la lente finisce un avversario: il pivot. Si chiama Matias Bortolin Vara, 31 anni, italo-argentino originario di Colonia Caroya, che qui da noi vuol dire un paese friulano oltre oceano.
Ha posizione e fisicità, che insieme a quella di Lewis ed Arlington, contribuisce ad evitare la prima mini-fuga dei bianconeri, che però in attacco partono bene, soprattutto con Johnson e Da Ros, che forse a 35 anni mai pensava di dover tirare ancora la carretta così. Alla fine del primo quarto Udine conduce: 22-17. Hickey non fa canestro, ma orchestra e oscura l’ex Mussini.
Cantano nel mezzo vuoto palasport (che ha vissuto epoche migliori) i quattro tifosi della “Gioventù Bianconera” sobbarcatisi un lungo viaggio carico di passione.
Dispiace girare il dito nella piaga. Ma a inizio quarto ecco emergere il problema che, secondo noi, sta tarpando le ali ai bianconeri: l’intensità sotto le plance. Gli irpini, ad un certo punto, controllano quattro rimbalzi in attacco nella stessa azione, fortuna per i friulani che il talento dei “lupi” è quello che è, con pure tante palle perse. Però la truppa di Vertemati, che deve rinunciare a Caroti (affaticamento muscolare, fuori per precauzione), perde un po’ il filo in attacco andando all’intervallo avanti solo 36-33, con Hickey e Pini (male) che si mangiano pure tre tiri liberi. Troppo poco per la differenza di talento vista in campo.
Tira 2 su 10 da tre (contro il migliore 3 su 7 dell’Apu) Avellino, la chiave è molto lì: se le percentuali restano così vincere per Udine è più facile. Che deve, però, trovare punti da Hickey e Alibegovic (arriveranno) migliorando il 9 su 26 da due. Fa il suo Bruttini, ripresosi dall’infortunio: segna e difende. L’atletismo da lui, non lo si può pretendere. Ma con due punti di un positivo Johnson a metà del terzo quarto l’Apu strappa a 49-39.
Non ci fossero quegli otto rimbalzi in attacco dei lupi la situazione per gli ospiti sarebbe tranquilla. Invece, complice un evitabilissimo quarto fallo di Xavier, i padroni si tengono vagamente a galla a fine terzo quarto: 58-48 .
Mussini a 10’ dalla fine però tira 1 su 6 da tre, insomma, il piano partita di Vertemati ha funzionato e la tripla di Alibegovic, dopo un giro-palla, come si direbbe nel calcio, niente male, all’alba dell’ultimo quarto pare una specie di “mamma butta la pasta” di petersoniana memoria.
Avellino, però, risale a meno 5 (59-64) a 4’ dalla fine, Da Ros e Johnson hanno 4 falli, ma le triplone di Hickey, Ikangi e Alibegovic ricacciano nella foresta i lupi. Bravi.