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Ноябрь
2024

Contattato su Whatsapp, riceve in regalo 5 euro e si convince a investire ancora: un 23enne truffato per 14 mila euro

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Il primo contatto avviene su canali di messaggistica come WhatsApp o Telegram. La vittima di turno viene invitata a mettere un like su un video per ricevere un bonus da 5 euro. Soldi che vengono realmente accreditati tramite una ricarica Paypal. Ma è solo l’esca per convincere le persone a infilarsi in un tunnel che alla fine, altro non è, che una truffa. Acquistata la fiducia del malcapitato, gli vengono proposti investimenti con la promessa di guadagni sicuri. Una trappola in cui è caduto un ventitreenne di Basiliano che domenica 3 novembre ha denunciato l’accaduto ai carabinieri di Lignano Sabbiadoro. Il ragazzo si è fatto convincere a tal punto da aver fatto una serie di bonifici per un valore totale di 14 mila euro. Sono in corso le indagini da parte dei militari dell’Arma per tentare di risalire alle utenze che hanno adescato il ventitreenne.

La logica che sta alla base di questi raggiri è quella dell’affiliazione a piattaforme di scambio di denaro e criptovalute. Il sistema prevede la formazione di gruppi chiusi con i nuovi ingressi che vengono remunerati dalle risorse messe a disposizione del “sistema” dagli iscritti di lungo corso. E infatti i primi 5 euro accreditati dopo il click iniziale al video sono frutto dei soldi sottratti ad altre vittime ignare.

Il sistema è ben rodato e porta a ramificazioni in Paesi diversi, dalla Cina alla Lituania. Superato questo primo step, che solitamente coinvolge WhatsApp si passa a Telegram. Su questa piattaforma si viene invitati a entrare in un gruppo chiuso. In quattro e quattr’otto ci si ritrova in un gruppo nel quale vengono assegnati dei compiti per riuscire a guadagnare di più, attraverso un programma di affiliazione. E ovviamente tutto si basa sul denaro che si immette in circolo. A un certo punto, ed è ciò che con tutta probabilità è accaduto al ragazzo friulano, si raggiunge una sorta di livello superiore, quello delle “ricompense”, in base al quale effettuando un bonifico, ad esempio di 35 euro, se ne riceve un altro, potenziale, da 46 euro. Il problema sta nel fatto che per sbloccare le somme maturate nel corso dei diversi scambi di denaro, vengono richiesti altri bonifici, con importi duplicati se non triplicati.

In poco tempo da pochi euro si passa a migliaia di euro, che però non arrivano mai. La conseguenza, in questo caso reale, è che sul conto corrente personale i soldi non ci sono più o sono drasticamente diminuiti. Al ragazzo friulano, questo meccanismo, è costato 14 mila euro.

Le raccomandazioni delle forze dell’ordine sono sempre le stesse: dubitare di facili guadagni e soprattutto non fidarsi di persone che non si conoscono e che ci contattano attraverso social network e piattaforme di messaggistica. Non comunicare mai i dati personal. E per fugare ogni dubbio, sempre meglio mettersi in contatto con 112 o con la polizia postale.