Camper, sedie sdraio e bivacco, la protesta dei residenti di Abano: non è un campeggio
Campeggiatori abusivi al parcheggio di via Calle Pace, nel centro di Abano Terme. «Siamo esasperati», osservano i residenti della strada, «Da tempo segnaliamo la presenza di camper e bivacchi nel parcheggio senza che venga fatto nulla». I
eri mattina gli abitanti hanno notato per l’ennesima volta dei campeggiatori, seduti comodamente, chi sulle delle sedie, chi su delle sdraio.
«Stanno fuori, mangiano, bevono, come si fosse in un normale camping», le lamentele. «Tutti i weekend la situazione ormai è la medesima. Di fatto questa è diventata un’area di campeggio gratuita».
E pensare che qui vige il divieto ben segnalato da cartelli.
Arrivano fino ad una trentina i caravan che ogni fine settimana vanno a parcheggiare nella zona, occupando più piazzole riservate ai mezzi. «Accanto a questi», sottolinea il presidente del comitato Abano Dice No, Maurizio Tentori, nonché il per primo a evidenziare il fenomeno, «arrivano anche due pullman con targa dei Paesi dell’Est. Uno di colore bianco e uno di colore scuro. Non si sa se portino persone che pernottano negli alberghi. Se così fosse non si capisce perché non vadano nei parcheggi degli hotel».
I residenti di via Calle Pace sono convinti che le corriere in arrivo ogni venerdì sera facciano da spola, caricando e scaricando merci o persone da e per i paesi dell’Est europeo.
«Per questo sarebbe necessario un controllo anche per verificare, eventualmente, che tipo di mercanzia prende la strada della frontiera», sottolinea Tentori, «Sono sicuro che questi dettagli non sfuggiranno all’attenzione dei carabinieri».
C’è poi lo stato di degrado e sporcizia in cui viene lasciata l’area di sosta (impropria) una volta che i mezzi la abbandonano. «Dappertutto troviamo immondizie, scatole ed imballi lasciati alla rinfusa – prosegue la denuncia – Attorno ai contenitori della raccolta differenziata si scorgono rifiuti di ogni tipo.
Senza contare il chiasso protratto sino a tarda sera delle persone che salgono o scendono dai mezzi fermi sotto alle nostre finestre»