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Ноябрь
2024

Radicchio di Treviso e Castelfranco, stagione martoriata: la pioggia dimezza la produzione

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È il fiore all’occhiello dell’agricoltura della Marca, ma la produzione rischia di essere dimezzata. Partenza in salita (eufemismo) per la stagione del radicchio: «Perdite importanti nel raccolto per i lunghi periodi di pioggia, c’è chi ha dovuto buttare via il 50-70% della produzione.

Di solito non succedeva in questo periodo. Siamo preoccupati, ce ne sarà meno sul mercato, ma resta una certezza: la qualità sarà sempre elevata», dichiara Andrea Tosatto, presidente Consorzio radicchio rosso di Treviso Igp e variegato di Castelfranco Igp. E non manca l’appello ai consumatori: «State vicini ai produttori in questo momento».

Il tardivo è già a disposizione da questa settimana, pronto per finire sulle nostre tavole per nobilitare un risotto o, dopo essere grigliato, per accompagnare un secondo di carne. Il problema, grave, l’hanno accusato gli agricoltori: il maltempo di settembre e ottobre ha compromesso parte della produzione, in alcuni appezzamenti il danno è stato ingente. In pratica, nel momento clou dell’anno, si è dovuto fare i conti con la marcescenza di alcune porzioni di raccolto. Tante piantine da eliminare presto, come di norma non succedeva. «Colpa dell’alternanza di caldo e pioggia», prosegue Tosatto, il cui consorzio conta un centinaio di associati distribuiti su tre province (pure Padovano e Veneziano), «ogni anno si deve buttare parte della produzione, in media un 20-30%. Ma questo, di solito, era il dato di fine inverno.

Altro discorso se perdi il 30%, se non addirittura il 50-70% come rilevato in alcuni casi, a metà stagione. Gli anni scorsi il problema delle piogge, con relative marcescenze, si verificava molto più avanti. La produzione è in difficoltà, ridotta. Vedremo come andrà nei prossimi mesi».

Meno radicchio sul mercato, ma ciò non significa che sarà a disposizione più tardi: «Il precoce c’è già da un po’, il tardivo è appena arrivato. E la qualità rimarrà intatta».

Ci si domanda, allora, se potrebbero esserci rincari, se il prezzo al consumatore salirà: «Con meno prodotto, di certo il prezzo del radicchio non sarà eccessivamente basso, quindi sotto costo di produzione. Un piccolo vantaggio per i produttori. Per il resto, bisognerà capire».

Non sono stati mesi facili, più in generale, per l’agricoltura. Il maltempo persistente di maggio e giugno, la nuova ondata di piogge di settembre e ottobre. Nel mezzo, un’estate torrida.

«È stato un anno pesante per tutti i seminativi», conclude Tosatto, «ora pure la partenza in salita del radicchio. La riga si tira sempre a fine stagione, ma è pesante ritrovarsi con perdite ingenti già a novembre», sottolinea il presidente del consorzio.

Per essere radicchio Igp (la sigla sta per indicazione geografica protetta) la raccolta deve essere tassativamente effettuata nelle tre province venete interessate, con Treviso capofila. Caratteristica è la tecnica di imbianchimento: i mazzi, dopo la raccolta che comincia attorno al 20 ottobre, sono collocati in vasche riempite con acqua di risorgiva.

Dopo quindici giorni, si passa alle fasi della toelettatura, lavaggio e confezionamento del prodotto. L’aspetto finale è di colore rosso intenso tipico con nervatura bianca.