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Ноябрь
2024

Dal Pnrr in arrivo 2,7 milioni per anziani e soggetti fragili: ecco i 46 comuni bellunesi coinvolti

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Due progetti per un valore complessivo di 2,7 milioni di euro: sono quelli che il Comune di Belluno, nelle vesti di capofila dei 46 comuni dell’ex distretto 1 (ora Ambito territoriale sociale Ven01) dovrà realizzare da qui al 2026, mettendo a profitto i fondi arrivati dal Pnrr.

Parliamo di progetti a favore di anziani – soli, senza una rete familiare di appoggio h24 o non autosufficienti –, con l’obiettivo di gestire le condizioni di fragilità a domicilio o in strutture protette. In totale saranno interessati dai progetti in questione 225 anziani del territorio bellunese.

Autonomia anziani non autosufficienti

Il progetto del valore di 2.460.000 euro è indirizzato agli anziani non autosufficienti che in provincia di Belluno sono circa 10 mila (54 mila i bellunesi over 65), un numero che è destinato a crescere a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Il progetto si inserisce e si integra con la rete dei servizi a sostegno della domiciliarità, cercando di colmare le lacune nell’offerta e ponendosi come un’alternativa al ricovero in una Rsa o alla badante, garantendo così a questi anziani la permanenza a domicilio in condizioni di sicurezza. Il progetto – diviso in due azioni (A e B) – interesserà cento anziani: 91 rientrano nella prima azione e 9 nella seconda.

Azione a

Nell’azione A il piano prevede di sfruttare le tecnologie digitali per collegare le abitazioni degli anziani non autosufficienti alle centrali operative.

Gli alloggi saranno dotati di ausilii tecnologici come una sensoristica amovibile, dispositivi di wearable (cioè da indossare come braccialetti) e tablet, che permetteranno di controllare da remoto gli anziani presi in carico. Tramite i device tecnologici saranno realizzate attività per la stimolazione cognitiva, l’attività fisica e l’inclusione sociale.

L’azione b

L’azione B interessa in particolare il territorio agordino, dove saranno in parte riconvertite delle strutture pubbliche in nove gruppi di appartamento autonomi all’interno dei quali saranno inserite delle soluzioni tecnologiche per potenziare i servizi legati alla domiciliarità.

Saranno riqualificati quindi spazi adiacenti alla casa di riposo di Agordo che erano adibiti in parte a centro diurno per disabili e in parte a uffici e ambulatori. Ogni alloggio avrà connessione di rete, soluzioni tecnologiche di teleassistenza e telecontrollo (come i braccialetti individuali), strumenti di diagnostica, oltre che arredi multisensoriali.

I sensori dovranno essere monitorati da una centrale di controllo attiva h24 nella casa di riposo attigua: da qui gli utenti potranno essere monitorati da remoto, con interventi tempestivi da parte del personale, se necessario. Una parte degli alloggi potrà essere destinata anche a un’accoglienza medio-breve per chi non è in grado di rientrare a domicilio dopo il ricovero.

Rafforzamento dei servizi domiciliari

Il progetto, del valore di 330 mila euro, è destinato a 125 over 65 (il 35% dei potenziali beneficiari del territorio) dimessi dagli ospedali, ma in condizione di fragilità, senza alcuna figura che possa seguirli h 24 e con una previsione di recupero funzionale nell’arco di 15-20 giorni.

Il piano vuole sopperire alla carenza di offerta di servizi sociali e socio assistenziali alle persone fragili che vengono dimesse dall’ospedale.

A individuare i beneficiari di questo progetto saranno le assistenti sociali del Comune in collaborazione con quella dello sportello integrato e con la Centrale operativa territoriale. Gli operatori dovranno preparare e accompagnare i percorsi di dimissione “protetta” dall’ospedale, tramite un percorso che integra l’intervento dei servizi sociali comunali e dei servizi sanitari dell’Ulss.

Si tratta, quindi, di un Servizio di assistenza domiciliare interamente gratuito, che integrerà l’attività del Servizio di assistenza domiciliare esistente, ampliandone la copertura giornaliera fino al sabato e l’orario fino al pomeriggio.
Al termine del periodo di dimissione protetta le persone, dove sarà necessario, resteranno in carico al Servizio di assistenza domiciliare (Sad) e agli altri servizi sociali