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Ноябрь
2024

Arriva “Canvas Melodies”: il disco d’esordio di Alessio Zoratto è una rilettura di dieci opere d’arte

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È uscito su cd, vinile e digitale, per doKumenta Music, “Canvas Melodies”, l’album d’esordio del musicista friulano Alessio Zoratto, contrabbassista già conosciuto e apprezzato in regione ed in Italia per le innumerevoli collaborazioni che ha già in atto da diversi anni.

La stampa specializzata e il pubblico ne hanno avuto uno splendido assaggio alla Fondazione Friuli di Udine che ha ospitato presentazione del disco e un concerto del contrabbassista, confermando ancora una volta la sensibile collaborazione con la cooperativa Simularte. È stata proprio questa società ad appoggiare in pieno l’opera di Alessio Zoratto, mettendo in campo tutta la loro professionalità e capacità oramai più che riconosciute nell’ambito della musica jazz.

Forte del sostegno del Mic e della Siae nell’ambito del programma “Per chi crea” (si tratta di un’iniziativa volta a selezionare di anno in anno le giovani promesse, destinata agli under 35), Alessio Zoratto per questa prima prova a suo nome su disco si è potuto avvalere di una vera e propria formazione europea, che vede il vibrafonista amico Giovanni Perin, l’incredibile chitarrista francese Manu Codja ed il sensibile batterista lussemburghese Paul Wiltgen (ospite in due brani anche lo stellare sassofonista – argentino di nascita, ma italiano di adozione – Javier Girotto).

Come si evince dallo stesso titolo dell’album, ispirazione per le dieci composizioni originali sono state altrettante opere visive che in qualche modo hanno ispirato il contrabbassista.

Contemporaneamente è stato anche coinvolto un giovane artista digitale, Giacomo Urban, che utilizzando l’intelligenza artificiale ha creato dieci opere inedite, contenute nel libretto che accompagna il disco e la stessa copertina ispirandosi alle composizioni di Zoratto.

Un disco, tra l’altro, magistralmente registrato negli studi Artesuono di Stefano Amerio, uno dei più importanti ingegneri del suono a livello europeo.

Quindi fra dadaismo, espressionismo, astrattismo e cubismo (ma anche la fotografia di Man Ray e Franco Fontana o i “graffiti” di Basquiat) Alessio Zoratto si è mosso efficacemente componendo brani che in qualche modo si muovono fra tradizione e innovazione, senza mai dimenticarsi degli ascolti punk o rock o come quelli della musica classica, che hanno costellato il suo percorso di vita. Dagli studi al liceo artistico fino al diploma al Conservatorio di Udine (da dove è uscito con il massimo dei voti e la lode con la menzione d’onore) perfezionandosi con due caposaldo del jazz come Glauco Venier e Alfonso Deidda.

Ne è scaturito un disco fresco, originale, ricco di improvvisazioni efficaci e puntuali, dove anche l’ospite di turno (in questo caso Girotto) sembra proprio far parte dell’ensemble da sempre.

Perché la specificità di queste “melodie per quadri” è proprio che, pur essendo leader e compositore il giovane contrabbassista – che indubbiamente dimostra in ogni brano abilità, tocco, cavate, sonorità uniche – suona come se leader non ci fosse, e su tutto prevale preponderante una musica inconsueta e meravigliosa.