I rifugi sotterranei di Pola ritornano alle origini
Con le catastrofi naturali ormai dietro l'angolo o quasi e le schegge della guerra che potrebbero arrivare anche da queste parti, meglio correre ai ripari e prepararsi a qualsiasi evenienza.
Questo il senso del Piano di sviluppo del sistema della protezione civile a tutela della popolazione e del territorio nel settore meridionale dell'Istria che l'amministrazione municipale del sindaco Filip Zoricic ha inviato in dibattito pubblico online fino al prossimo 29 novembre.
Nel documento, comprensivo degli investimenti per il periodo 2025-2027, emerge l'intenzione di completare la mappatura dei rifugi sotterranei, ripulirli e dotarli dei requisiti necessari.
Si pensa di nominare dei gestori con l'incarico di definire le procedure per l'uso in caso di necessità. Considerati i venti di guerra in Europa, non si sa mai. Nel sottosuolo di Pola esistono 36 rifugi per il riparo da attacchi atomici in grado di accogliere 6.000 persone. Altre 23 gallerie possono ospitare per un breve periodo circa 45.000 persone.
Tirando le somme, esiste un riparo praticamente per tutti i polesani. La costruzione di questi rifugi ebbe inizio sotto l'Austria poco prima della Grande guerra per offrire riparo dai bombardamenti aerei. Durante il Ventennio e poi sotto la Jugoslavia, i rifugi vennero ampliati e migliorati. Da qualche decennio alcuni vengono usati per coltivare funghi o come magazzini e sono sorte diverse proposte di valorizzazione in chiave turistica. Adesso, invece, si fa largo l'idea di riconsiderare la loro finalità originaria.
Il Municipio di Pola intende stanziare oltre 5 milioni di euro per l'intero sistema della protezione civile nell'Istria bassa, inclusi i comuni di Barbana, Lisignano, Marzana, Medolino, Dignano e Sanvincenti. La cifra andrà a favore del corpo professionisti dei vigili del fuoco, della Croce rossa, del soccorso pubblico e del soccorso alpino, per disporre di un piano aggiornato per qualsiasi tipo di emergenza.