Non c’è fine alla crisi di Wärtsilä, l’azienda valuta altri esuberi: a rischio 23 lavoratori
Nemmeno il tempo di metabolizzare la chiusura della crisi Wärtsilä, che nella fabbrica di Bagnoli della Rosandra si aprono crepe sulla credibilità del piano industriale “Restart” per le attività che la multinazionale ha deciso di mantenere in Italia dopo lo stop alla produzione di motori navali.
La corporation ha manifestato ai sindacati la volontà di esternalizzare alcune funzioni: un intervento che a Trieste si tradurrebbe nell’uscita di altri 23 dipendenti sui 620 rimasti in forza al gruppo finlandese.
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La notizia è confermata dai vertici di Wärtsilä Italia. La compagnia intende affidare a una società specializzata le attività del ramo Technical information, che dà lavoro a 120 persone fra Italia, Finlandia, Olanda e Norvegia. Il settore si occupa di costruire i manuali di funzionamento e manutenzione dei motori, gestendo le informazioni tecniche verso i clienti. Il cosiddetto data management è oggi effettuato da società dedicate e Wärtsilä ha avviato con una di esse trattative per esternalizzare l’attività, con il passaggio contestuale degli impiegati al nuovo soggetto «a pari condizioni salariali».
Per Bagnoli si tratta di 23 unità, dopo le 261 appena passate a Innoway, che userà l’impianto produttivo per realizzare vagoni ferroviari per conto del colosso della logistica Msc.
Azienda e sindacati si sono incontrati nella sede di Confindustria, alla presenza del nuovo amministratore delegato Gianluca Bertossi, che ha raccolto il testimone di Michele Cafagna, in procinto di tornare a responsabilità internazionali dopo aver gestito i due anni di crisi.
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La direzione aziendale ha confermato l’esistenza di un piano di esternalizzazione. Fim, Fiom e Uilm parlano di «grave e sbagliata scelta annunciata», che contraddice «quanto sottoscritto nell’Accordo di programma in materia di mantenimento degli attuali asset industriali e occupazionali almeno sino al 31 dicembre 2027».
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Fino a questa data Wärtsilä si era impegnata a lasciare inalterato il numero di assunti, nell’ambito di un piano industriale quadriennale incentrato sulla conversione dei propri motori circolanti all’utilizzo di carburanti di ultima generazione.
Per i sindacati, «le attività oggetto dell’esternalizzazione ricoprono un valore strategico in termine di know-how tecnico-industriale decisivo nel processo del business della multinazionale e nella qualità del servizio offerto ai clienti». In questo modo «si indebolisce ulteriormente la sede di Trieste trasferendo a terzi le divisioni industriali strategiche».
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In settimana saranno calendarizzate assemblee di fabbrica per informare i lavoratori e intraprendere azioni di contrasto. L’auspicio è che la società ci ripensi e perciò le sigle chiedono l’intervento del ministero delle Imprese e della Regione, firmatari dell’Accordo di programma assieme alle parti private.
L’assessore al Lavoro Alessia Rosolen si schiera con Cgil, Cisl e Uil, ricordando come Wärtsilä abbia assunto «precisi impegni in termini di investimenti e garanzie occupazionali». L’esponente della giunta Fedriga sottolinea che «la Regione aveva auspicato che si potesse aprire una nuova fase di collaborazione. Per questo desta preoccupazione la prospettata esternalizzazione. L’auspicio è che la corporate non dia corso all’opzione e che si possa continuare a lavorare insieme per attuare, anche potenziandolo, il piano industriale per Bagnoli in termini di livelli occupazionali e strategicità delle funzioni mantenute».
Il tavolo convocato in Confindustria ha permesso un aggiornamento rispetto al piano “Restart” di Wärtsilä Italia da 54 milioni. Ad oggi la società occupa 795 dipendenti, di cui 620 a Trieste, 122 a Genova, 44 a Napoli e 9 a Taranto. L’azienda ha riconfermato l’impegno a ripristinare, in tutti i siti, il turn over per uscite per pensionamenti o dimissioni volontarie. Anche gli investimenti seguono quanto previsto. Le organizzazioni sindacali chiedono di aumentarli, «tenuto conto dei positivi risultati finanziari della corporate formalizzati nella recente semestrale».
Nel mentre, a Bagnoli è cominciato il riassetto della sede: Innoway e InnoFreight hanno preso possesso dei primi uffici, stanno studiando le modifiche da apportare al sito e hanno organizzato un open day per i nuovi dipendenti, oggi in cassa integrazione.
Dal canto suo, Wärtsilä sta liberando gli spazi e ha riportato in Finlandia tutti gli strumenti legati alla produzione dei motori, con l’eccezione di quanto il gruppo Msc ha deciso di rilevare nell’officina e nella gestione di logistica e magazzino