Braccio di ferro De Luca-Schlein sul terzo mandato. Lo sceriffo fa il blitz: è guerra aperta
Lo sceriffo non molla e va al braccio di ferro con Elly Schlein, una sua ricandidatura alle regionali del 2025 contro il limite dei due mandati. Lo scontro tra i due pezzi forti del Pd è in atto da tempo, ma ora entra nel vivo, perché come De Luca stesso ha ammesso apertamente, non ha alcuna intenzione di lasciare la carica di presidente di Regione.
Braccio di ferro De Luca-Schlein: lo sceriffo non molla la presa
Niente, resta avvinghiato a quella poltrona che lo ha reso popolare più per le imitazioni di Crozza che per le risoluzioni attuate, e norme e moniti vadano a farsi friggere… La cosa però confligge – e apertamente – con i progetti in fieri della segretaria dem che, stando a quanto riportato dal Giorno e rilanciato da Libero proprio in queste ore, avrebbe altri progetti, promettendo una candidatura al M5S di Giuseppe Conte, che al Sud, stante gli schiaffi presi dagli elettori ovunque altrove, sembrerebbe godere ancora di un certo consenso.
Terzo mandato, De Luca batte Schlein
E così arriva il via libera alla proposta che spiana la strada al terzo mandato di Vincenzo De Luca. La prima commissione del Consiglio regionale della Campania ha approvato la proposta di legge per il recepimento della norma nazionale che prevede l’ineleggibilita del presidente della giunta che abbia compiuto due mandati. Ma il computo dei mandati scatta dalla entrata in vigore della legge martedì prossimo all’esame del Consiglio. Voto contrario da centrodestra e Movimento Cinque Stelle. Il Pd del Consiglio Regionale, dunque, si è adeguato alle richieste del Presidente della Regione, mentre la linea politica della segretaria nazionale Elly Schlein e dei vertici del partito, che si erano detti contrari al terzo mandato, è uscita con le ossa rotte.
Nel corso della discussione, il gruppo consiliare del Partito Democratico, come si evince da una nota stampa diramata al termine del confronto, così come richiesto dai vertici nazionali del partito, avrebbe inizialmente spinto per un possibile rinvio della discussione sul provvedimento. «L’ampio confronto che ne è scaturito – scrivono nel comunicato i rappresentanti del Pd in Regione Campania – ha evidenziato una netta prevalenza in seno alla riunione in favore del mantenimento del voto per la prevista seduta del 5 novembre».
Tra tecnicismi e furbate
A questo punto «il gruppo del Pd ha preso atto di tale prevalente posizione ed ha deciso di uniformare ad essa anche la propria, sia per perseguire prioritariamente l’unità della coalizione, sia per garantire una leale sintonia politica con le posizioni espresse dal presidente della giunta regionale». Sempre i presenti all’incontro delle forze che compongono la maggioranza in seno al consiglio regionale sono stati d’accordo nel riconoscere che quello del 5 novembre rappresenta «un atto tecnico, di doverosa attuazione della legge nazionale in materia d’ineleggibilità, come peraltro già fatto da altre Regioni».
Per i rappresentanti del Partito Democratico in Regione Campania, «va distinto da tale adempimento formale di natura istituzionale il diverso aspetto politico, riguardante la scelta del futuro candidato presidente della coalizione. Tale decisione avverrà al momento opportuno e sarà la conseguenza del confronto che si svilupperà in seno alla coalizione, anche in aperto rapporto con gli organismi nazionali. Con questa impostazione, il presidente De Luca e le forze della coalizione, in condivisione con i livelli politici locali, sono impegnate a sostenere analoghi schieramenti impegnati in altre competizioni elettorali, in Campania ed a livello nazionale»
FdI: e la Schlein che dice?
Un caos su cui il senatore salernitano di FdI Antonio Iannone ha commentato: «I Consiglieri regionali del Pd campano hanno votato il terzo mandato per De Luca. E la Schlein cosa dice? I Parlamentari hanno votato contro il terzo mandato e i Consiglieri regionali a favore del terzo mandato. Esiste un Pd a Roma e un Pd a Napoli. Semplicemente ridicoli».
De Luca-Schlein: è guerra aperta
Insomma, i grillini al netto delle scuffie prese alle ultime consultazioni elettorali, vanterebbero qualche pretesa proprio in Campania, e come scrive Libero, «potrebbero proporre come candidato governatore Sergio Costa o Roberto Fico. Quest’ultimo, però, potrebbe anche correre per la poltrona di sindaco di Napoli nel caso in cui venisse candidato alla presidenza della Regione l’attuale primo cittadino Gaetano Manfredi». Un gioco a incastri, insomma, che mal si concilia con i propositi enucleati e rivendicati dal governatore in carica che, fa sapere, non ha nessuna intenzione di mollare la presa… Tanto che, per aggirare l’ostacolo del tetto dei mandati, sarebbe pronto ad approvare in Consiglio regionale una riforma della legge che lo autorizzerebbe al terzo incarico.
De Luca non molla la presa, ammutinamento Schlein?
Terzo mandato che i vertici del Pd hanno provato a blindare, e non solo a parole. La schermaglia frondista in capo al Nazareno passa dalle parole ai moniti, e dagli avvertimenti alle dichiarazioni molto più che allusive. «Nessuno è eterno e nessuno è indispensabile», avrebbe mandato a dire Schlein a De Luca, forte del fatto che i vertici del Pd hanno chiaramente ribadito di non voler in alcun modo rinunciare alla regola dei due mandati per i presidenti di Regione.
La chiamata a raccolta dei consiglieri regionali dem
Non solo dichiarazioni d’intenti o asserzioni coercitive. A quanto riferisce sempre Libero, infatti, la numero uno del Nazareno «avrebbe anche chiamato i consiglieri regionali dem, chiedendo loro di non approvare in Commissione la legge che autorizza il terzo mandato. Pena l’esclusione dal partito e nessuna possibilità di essere ricandidati. L’appuntamento è lunedì 4 novembre, quando gli otto consiglieri regionali dem si riuniranno alla presenza di De Luca per discutere l’approvazione della riforma».
Il tentativo di mediazione
Il gruppo nel frattempo si è attrezzato per una replica e la controffensiva che punterebbe su una mediazione: votare la riforma elettorale col terzo mandato per poi lasciare al partito la scelta sulla candidatura. Ma può bastare? Neanche per sogno: perché De Luca, al netto di aggiustamenti e correzioni in itinere, vuole candidarsi in ogni caso. Inoltre non è da escludere l’eventuale impugnazione della legge da parte del governo.
Iannone (FdI): «Su terzo mandato balletto vergognoso»
Già, il governo: che mentre il Pd si macera sulla questione Campania, fa sapere attraverso il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, commissario regionale del partito in Campania, che «per la terza volta viene rinviato l’inizio della Commissione Statuto. De Luca ha scambiato la Regione per il cucinotto di casa propria. I balletti tra presidente e maggioranza sono una vergogna senza fine. Se la Schlein e il suo Pd consentono questo scempio perderanno ogni residuo di credibilità. Tanto non li salverà nessuna legge truffa. Faranno la fine dei capponi di Renzo». Aggiungendo in calce: «I consiglieri regionali del Pd campano hanno votato il terzo mandato per De Luca. E la Schlein cosa dice? I parlamentari hanno votato contro il terzo mandato e i consiglieri regionali a favore del terzo mandato. Esiste un Pd a Roma e un Pd a Napoli. Semplicemente ridicoli».
Il marasma a sinistra e la richiesta di elezioni anticipate
Insomma, Mentre il centrodestra, con Fulvio Martusciello, capodelegazione degli eurodeputati di Forza Italia e il favorito alla vittoria secondo i sondaggi del centrodestra, vedendo il marasma a sinistra propone le elezioni anticipate: «Se la proposta avanzata da De Luca di creare le condizioni giuridiche per la sua ricandidatura non dovesse ottenere il via libera, riteniamo che sia più corretto per tutti evitare che la legislatura si prolunghi fino a ottobre 2025 in un clima che non gioverebbe alla politica». E si voti insomma nella primavera 2025. Il fatto è che De Luca martedì in consiglio regionale vuole far votare la norma che elimina l’elezione diretta del governatore e che dia così la possibilità di una sua terza ricandidatura. Un periodo ipotetico della possibilità su cui la Schlein appone il veto categorico: «Non esiste proprio», è l’avvertimento della segretaria ai rappresentanti del Pd in consiglio.
Ipotesi compromesso?
Eppure, alla fine della fiera, il sentore è che si viri verso una sorta di compromesso per evitare di indicare subito il nome di De Luca che invece potrebbe essere formalizzato. In ogni caso, scrive Libero rilanciando sulla faida interna al Pd, «il governatore starebbe vincendo la partita a man bassa, poiché la maggioranza dei consiglieri è orientata verso il sì al terzo mandato». La partita è aperta, e in pieno corso di svolgimento. Non resta che aspettare di vedere se si concluderà con l’ammutinamento della Schlein. O con la richiesta di un passo indietro dello sceriffo che insiste a dire di non aver alcuna intenzione di indietreggiare…
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