L’allarme del Garante dei detenuti: «La prima sezione del carcere di Udine è un luogo malsano e invivibile»
«La richiesta di chiusura della prima sezione del carcere di Udine, ridotta a luogo malsano e invivibile nel quale una cinquantina di detenuti sono costretti a convivere stipati in spazi angusti e inagibili, sostenuta da oltre 140 sottoscrizioni di cittadini, ha ottenuto l'attenzione delle istituzioni politiche. Nessuna risposta, invece, dall'amministrazione sanitaria».
Lo scrive in una nota il Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale del Comune di Udine, Andrea Sandra. «Il Comune - ricorda - ha approvato, con il voto unanime di tutti i consiglieri, una mozione di sentimenti affinché il sindaco intervenga per quanto di sua competenza presso il Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria e la direzione sanitaria» per «un'adeguata ispezione dei locali».
L'assessore regionale Riccardi «ha risposto a un'interrogazione accogliendo l'invito di occuparsi della vicenda. La trasversalità politica è un risultato inaspettato e straordinario. Il Provveditorato ha risposto di volere imbiancare le celle interessate", intervento che però "non risolve il problema».
Nelle celle della prima sezione, sottolinea il garante, «i fili elettrici sono scoperti, gli interruttori divelti, i lavandini senza tubo di scarico, le infiltrazioni di umidità impregnano le pareti, la muffa sui muri affiora indipendentemente dall'intonaco, l'acqua delle docce è gelata e dei rubinetti bollente. L'amministrazione sanitaria non può più esimersi da una corretta ispezione e assumere i provvedimenti per il risanamento, senza altri indugi e rinvii. Dia risposte, ma soprattutto faccia».