Mogliano, causa anti fotovoltaico al Tar: Comune e comitato assieme
«La guerra contro l’impianto fotovoltaico di via Cavalleggeri si sposta in tribunale»: con queste parole il sindaco di Mogliano, Davide Bortolato, ha aperto ieri la conferenza stampa dedicata alla presentazione dei due diversi ricorsi presentati al Tar del Veneto per fermare il progetto.
E non poteva trovare sintesi migliore, perché idealmente l’amministrazione comunale con questa mossa, schierandosi ancora una volta di fianco al comitato dei residenti, si è messa idealmente l’elmetto. Per combattere contro chi? Contro la Regione Veneto, nella fattispecie i suoi tecnici, che ai primi di agosto hanno ufficializzato il via libera definitivo all’installazione di 13.500 pannelli fotovoltaici, su un’area di circa 9 ettari, per la produzione di 10.970 mwh/anno.
A proporre il progetto sono la società Sicet di Bolzano, in tandem con Ren Project su terreni della ditta Pesce. Fin dal dicembre 2021, quando questo progetto è stato presentato in Regione, i residenti della zona hanno alzato le barricate e l’amministrazione guidata da Davide Bortolato ha fatto altrettanto.
Dopo una battaglia fatta di prese di posizioni pubbliche, mozioni in consiglio comunale (con maggioranza e opposizione tutte allineate contro il progetto) superconsulenze, osservazioni, contro-osservazioni, sospensioni del procedimento, integrazioni progettuali, dibattiti pubblici e manifestazioni, ora l’ultima chance per il fronte del no sta tutta nel giudizio del tribunale amministrativo.
A depositare i ricorsi, entrambi con richiesta di sospensiva del provvedimento, sono stati due legali: l’avvocato Alessandro Calegari, docente di diritto amministrativo dell’università di Padova, affiancato dal collaboratore Riccardo Bertoli, per conto del Comune; l’avvocato Andrea Michielan per conto di 28 residenti e dell’associazione di quartiere presieduta da Andrea Pellizzon.
«Siamo convinti che i ricorsi siano fatti bene. La nostra speranza fondata è che si possa fermare questo scempio sul nostro territorio e l’arroganza di questi proponenti», ha dichiarato il sindaco Bortolato, ricordando che su terreni degli stessi proprietari sono stati presentati anche altri progetti, in particolare l’agrivoltaico, anche questo contestatissimo, di via D’Azeglio. «Abbiamo dato più volte alternative, indicando luoghi preferibili», aggiunge Bortolato «ma continuano a presentare progetti in zone agricole di pregio».
Secondo i legali vi sarebbero molte falle nell’iter seguito per il rilascio del Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale). In più, i privati hanno anche allegato una perizia in cui viene calcolata in 2,6 milioni di euro la minusvalenza complessiva nel valore delle case presenti nelle immediate vicinanze dell’area interessata dal progetto: «Sono state colpite da una svalutazione tra il 27% e il 30%» dichiara Michielan.
«Ci sentiamo violentati da questo progetto, che ci è caduto dall’alto», ha aggiunto Andrea Pellizzon per conto del comitato, «e nonostante tutti noi crediamo nell’energia alternativa, ancora non riusciamo a capacitarci del fatto che qui presto ci sarà un impianto industriale a pochi metri dal centro città e dalle nostre case».
Quella dell’amministrazione e dei residenti è una battaglia va a scontrarsi contro un quadro normativo sovraordinato che nel nome della decarbonificazione si è progressivamente orientato sempre più a favore di operazioni di questo tipo. In parte questa vicenda per i tribunali c’è già passata: il Consiglio di Stato a maggio (su ricorso straordinario presentato da Sicet) ha annullato alcune norme urbanistiche anti-fotovoltaico inserite dal Comune nel piano degli Interventi.