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Giovanni Besenzoni: l'inventore-artista della Nautica

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Siamo negli anni Sessanta, quando molte aziende che producono motoscafi, iniziano ad accusare la crisi che sta gravando sul settore nautico. In una di queste fabbriche, a Sarnico, sul lago d’Iseo, lavora un ventenne che, un po' per necessità ma soprattutto per intuizione, decide di fronteggiare la situazione in un modo originale: in un comparto dove non esiste l’esternalizzazione, dove tutto, dalla progettazione al collaudo viene rigorosamente eseguito all’interno dell’impresa, lui si propone come «terzista». Offre ai costruttori, il vantaggio di non preoccuparsi della realizzazione dei componenti: perché se ne sarebbe occupato lui.

Quel giovane si chiama Giovanni Besenzoni e pone le basi di quella che, all’epoca, nella nautica, si è rivelata una rivoluzione… È stato lui, per esempio, a mettere a punto le passerelle automatiche movimentabili a distanza con il telecomando, così come le plancette di poppa (per agevolare salita e discesa in acqua), e di una serie di invenzioni che gli sono valse premi e brevetti. Prodotti tanto innovativi da entrare in un museo come quello «Della Scienza e della Tecnica» di Milano.

Come in tutte le storie di grandi imprenditori, l’inizio non è stato semplice: il suo laboratorio è stata una soffitta prestata da uno zio e il suo primo strumento, un fornelletto regalato dalla nonna, con cui scaldava i profili dei parabrezza per le barche. Una volta realizzati e caricati sul tetto dell’auto, andava dai clienti. Prima nella sua zona, poi spingendosi in tutt’Europa, giusto con qualche parola di francese. Il successo alla fine è arrivato.

L’azienda aperta nel 1967, oltre che per l’ingegno, si è distinta subito per sensibilità estetica. Una passerella o una scaletta che si riconoscono per l’eleganza, una poltrona riconoscibile per la cura di ogni singola cucitura. Non soltanto un artigiano, dunque, Giovanni Besenzoni ha applicato un approccio artistico e sartoriale alla nautica. E questa vena creativa, l’imprenditore scomparso nel 2019, l’ha trasmessa anche ai figli Giorgio, (amministratore delegato) e Fiorella (direttore marketing).

Loro - questione di Dna - hanno mantenuto l’imprinting paterno, rispettandone lo spirito innovativo e raffinato, garantendo al marchio «Besenzoni» una leadership nel settore.

«Abbiamo vari progetti che dal mondo nautico si sviluppano in quello industriale», dice Fiorella Besenzoni a Panorama.it. «I tempi cambiano, le esigenze in barca si modificano, ma posso dire che eleganza, raffinatezza e semplicità non passano di moda. Su queste continuiamo a puntare. La grande sfida del 2023 è stata presentarsi al mondo del design nella ribalta più famosa: la Design week di Milano.

“A fine 2024, dopo i successi nelle fiere nautiche di Cannes, Monaco e Fort Lauderdale” - continua Fiorella - “consegneremo una borsa di studio intitolata a Giovanni Besenzoni, al progetto focalizzato sul ”living outdoor” nella nautica ritenuto più innovativo e che più riesce a rappresentare il nostro design e la nostra filosofia. Il tutto in collaborazione con il LABA di Brescia e gli studenti di Industrial design”.

1967-2024. Ne è passato di tempo dal fornelletto in soffitta. Eppure, dopo quasi sessant’anni, la Besenzoni conserva l’approccio che unisce arte e tecnologia, nautica e design e l’ha resa famosa. Il Made in Italy - quello autentico - è fatto con questi ingredienti.

L'azienda Besenzoni