Puppo: “Connors e Kafelnikov su Sinner? Essere un ex n.1 non dà diritto a dire certe cose…”
Si riparte ancora a Parigi-Bercy, ma nella più recente puntata di TennisMania, trasmissione condotta da Dario Puppo (giornalista e telecronista di Eurosport) e visibile sul canale YouTube di OA Sport, arriva quello che è un po’ il bello (o il brutto) della diretta. Dopo un’ora di analisi, arriva il forfait di Jannik Sinner a Parigi-Bercy, il che sposta inevitabilmente numerosi temi. Ad ogni modo, se ne sono toccati di numerosi.
Prima del ritiro del numero 1 del mondo, questa era stata l’analisi: “Ljubicic ha detto che Sinner è favoritissimo per le Finals. Si tratta di un contesto che a lui è graditissimo. Parlando di Bercy, Auger-Aliassime si è ritirato, sarà Moutet con Shelton a deciderne l’avversario. Nella parte alta, ribalterei il ragionamento anche se effettivamente Jannik ha beccato 9 volte su 12 la testa di serie numero 5 e 10 volte su 12 la peggiore in semifinale anche quando non era numero 1 del mondo“.
Apre poi il tema di Jack Draper, in riferimento ad alcune situazioni toccategli in sorte a Vienna: “Vorrei fare una considerazione: da piccolo mi impressionavano certe cose e mi veniva un blocco allo stomaco. Non credo sia la stessa cosa per Draper, ma avendo provato certe cose, quando capitano queste situazioni, è qualcosa di più psicoemotivo da parte di Draper. Questa cosa sta venendo fuori per lui. Psicologicamente, se ne parlerà sempre di più, mi auguro che possa risolvere questa cosa, sempre se è così. Non l’ha buttata Musetti, ha avuto le occasioni di vincere il secondo set“.
Siccome sono arrivate anche altre dichiarazioni da parte di Yevgeny Kafelnikov, ex numero 1 del mondo e vincitore Slam (Roland Garros 1996), ecco quel che ne pensa Puppo: “Hrbaty? Una sorta di recordman nelle vittorie contro i numeri uno. Thomas Johansson non c’entra nulla con Sinner! Qualcuno sostiene che se sei numero 1 del mondo allora puoi dire quello che vuoi. No. Una cazzata è una cazzata. Andate a cercare perché Kafelnikov ha smesso di giocare a tennis. Questa è una dichiarazione, quelle di Kyrgios neanche le tiriamo in ballo. Connors tira in mezzo gli sport professionistici… e cita Maguire che è una cosa da sciacquarsi la bocca, detto che all’epoca potevano fare quello che volevano nel baseball. “Se viene squalificato Sinner il tennis non regge come sistema”. Se viene squalificato 3 mesi cosa cambia? Se mi si citano i 150 titoli, 109, di Connors, fuori!“.
C’è semmai da vedere anche dichiarazioni di altro tenore: “Schwartzman, in questi giorni, ha detto una cosa simile: ha giocato diverse volte con Sinner. Ha detto che è una bestia, ne evidenziava la qualità di gioco difensiva, rimarcata anche dallo stesso Fritz. Sui sei milioni: secondo me Sinner non s’aspettava quella domanda, e con il suo fare normale ha detto una cosa che per lui basta. E’ che su certi argomenti si può scatenare una polemica sul nulla. In quel torneo si supponeva ci fossero i sei migliori al mondo. Quattro c’erano. Secondo voi è più credibile chi dice che il Six Kings Slam è una pagliacciata o chi dice che per lui non è un’esibizione? La domanda è stata posta in modo stile ‘Com’è tornare con una borsa così?’. Lui pensa a giocare a tennis. Alcaraz aveva già visto quello che aveva detto Sinner, è uno che queste cose le sa cogliere. Sinner è uno che pensa ad altre cose, questa non lo tocca e non ha calcolato quella che poteva essere la reazione. Secondo me la verità è che ci sono state due cose nel Six Kings Slam: una parte era più per avere lì Nadal. Quella parte di partite aveva un clima diverso, si sapeva che non poteva essere il miglior Nadal ed è stato bello che abbia avuto il suo spazio. Su Sinner, invece, quando all’inizio c’è stata la prima edizione della Laver Cup sono stato il primo a dire che tutti giocavano seriamente. Tutti a dire una ‘baracconata’. Oggi tutti a dire che giocano davvero la Laver Cup“.
Si passa poi al tema di Jasmine Paolini e delle Finals a Riad: “Due finali Slam nello stesso anno non le avevamo mai avute. Quest’anno: con due giocatori, vittorie agli Australian Open e US Open, finali a Roland Garros e Wimbledon, numero 1 (Sinner) e 4 (Paolini, che è vicina a Coco Gauff). Al quarto posto ci sono stati Panatta, Schiavone e Paolini. Se si parte dai discorsi su diritti umani, dovremmo dire cose anche di Paesi che non si possono toccare. Su Paolini, un altro dato: le partite vinte negli Slam. Sinner ne ha vinte 23, poi c’è un gruppone con Alcaraz a 19-2, quindi un gruppo a 18. Zverev, Sabalenka (ne ha però perse due), e con questi citati c’è anche Paolini che ha 18-4. Un dato folle. E’ più facile farsi attrarre da quel tipo di dichiarazioni sulle vittorie del tennis italiano“.
Non manca però un’analisi del tennis femminile allo stato attuale delle cose: “Il problema del tennis femminile è che è l’argomento posto da Sinner sui sei migliori. I guadagni sono quelli degli uomini, ma come ha detto Nadal una volta, non c’è dubbio che la gente compra il biglietto per vedere la partita maschile. Se Serena Williams vende più biglietti di lui, niente di male. Ma il tennis femminile è per dispersione lo sport che permette alle protagoniste di guadagnare di più. Coco Gauff per vendibilità, almeno secondo le classifiche fatte negli USA, è la numero 1. Però le forti, da un po’ di tempo, a parte Swiatek, dopo l’arrivo in cima con quello che guadagnano da lì per diverse stagioni perdono motivazioni. E questo non è un problema di Sinner, e quella risposta l’ha data perché è davvero così, perché fa un percorso di un certo tipo. Il fatto di non accontentarsi, di andare alla scoperta di qualcosa di più efficace nel gioco, nel rendimento, nella preparazione. Non vogliamo fare l’apologia, ma dico le cose che vedo e sono queste. Nel femminile c’è un problema di motivazioni. Ottengono dei risultati e poi non vanno più avanti perché guadagnano troppo. Gli infortuni, per com’è strutturata la WTA, sono anche dovuti a quello, a improbabili spostamenti logistici“.
Puppo va poi a lanciarsi sul discorso programmazione del torneo: “Quando ho visto l’ordine di gioco di lunedì senza Shelton in campo mi sono chiesto: è ovvio che l’ATP cerca di avere un senso nel fare gli orari di gioco, però se il numero 1 del mondo avesse chiesto di giocare martedì, perché sicuramente il tabellone era bello intenso, per Sinner avrebbe avuto senso giocare martedì anche se fosse andato via dal torneo. A me pare di ricordare che Sinner giocò con Shapovalov dopo una finale in Australia e perse in cinque set. Il numero 1 avrebbe dovuto giocare 5 giorni di fila. Capita che giochi un torneo, perdi, hai le qualificazioni, giochi il giorno dopo“. Vero è che la situazione di Shelton, finalista a Basilea di domenica, non consentiva di portare Sinner in campo già martedì; nondimeno, quel problema australiano fu causato da una nefasta combinazione di lato di tabellone “sbagliato” e piogge di quel gennaio 2021.