Il casting per la pubblicità al Rocco di Trieste fra aspiranti calciatori e una panchina contesa
Una cinquantina di giovani calciatori, affascinati dall’idea di poter diventare i protagonisti di uno spot pubblicitario, convinti di raggiungere quella che, per la loro generazione, rappresenta una meta molto ambita: apparire sul piccolo schermo. Al loro fianco solo due allenatori, che hanno sinceramente ammesso di essersi presentati al casting «per semplice curiosità».
È riuscita, almeno per ciò che ha riguardato la parte dedicata ai calciatori, la selezione organizzata dalla Trieste casting, individuata da una società di produzione cinematografica di Lubiana, che il 31 girerà uno spot pubblicitario, anche di notte, allo stadio Rocco per lanciare una catena di discount.
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Il filmato comprenderà una parte dedicata a un allenamento tipo e una partita, ovviamente simulata. Il tutto avrà come cornice lo stadio di Valmaura intitolato al “Paròn”.
E forse anche per questo sono stati numerosi i ragazzi che, puntuali all’apertura del casting, fissata per le 15, si sono presentati davanti alla telecamera, sistemata dai tecnici della società di produzione nel centro del minuscolo campetto di calcio a cinque di via Vespucci.
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Pochi secondi a testa per dimostrare di saper calciare con buona padronanza il pallone e di muoversi come autentici professionisti del football. Uno dopo l’altro hanno seguito le direttive del regista, lasciando poi la fotocopia del documento d’identità, nell’auspicio di essere richiamati.
Ben diverso, e non poteva essere altrimenti, l’atteggiamento dei due allenatori. Il loro ruolo nello spot prevede la capacità di saper impersonare, in pochi secondi, quella che è l’immagine del trainer tipo, che deve essere severo ma comprensivo, autorevole ma al contempo bonario. E i due candidati, Federico Musco e Alberto Bertocchi, triestini entrambi, il primo di adozione, il secondo di nascita, non si sono fatti pregare.
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Con la mano alzata, fingendo di dare indicazioni tattiche, oppure simulando la voce grossa del rimprovero al giocatore che sbaglia o dello stimolo a quello un po’ pigro, Musco e Bertocchi si sono volentieri offerti al gioco dello spot pubblicitario.
«Ho iniziato col calcio da piccolissimo – racconta Musco – e poi fatto tutta la trafila fino a diventare allenatore. Ho il patentino “Uefa B”, elemento indispensabile per poter partecipare al casting, conseguito nel 2000, e ho allenato a lungo nel settore dilettantistico. Sono legato soprattutto alla Roianese e ora ho deciso di tornate a preparare i più piccoli, che è la cosa più bella per un allenatore». Nella vita di tutti i giorni, Musco fa il personal trainer.
«Confesso che, accanto alla curiosità – dice – sono qui anche per una piccola sfida con gli amici. Vedremo...». Percorso simile quello di Bertocchi: «Ho allenato dai Pulcini alle prime squadre del Chiarbola e del Sant’Andrea – racconta – e adesso che sono in pensione, dopo aver lavorato alla Poste per tutta la vita, volevo provare quest’esperienza legata alla mia grande passione per il calcio». Vedremo chi la spunterà. —
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