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Октябрь
2024

Al Villaggio del Pescatore trecento anime e diportisti chiedono «uno sviluppo condiviso»

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Un piccola realtà, dove vivono meno di 300 persone, ma che d’estate, soprattutto nei fine settimana, arriva talvolta a superare le mille unità, grazie soprattutto all’attività di alcune società nautiche, le cui sedi sono dislocate attorno alle banchine, e alla presenza di circa 1.500 ormeggi.

È il Villaggio del Pescatore, frazione del comune di Duino Aurisina, costruita nei primi anni Cinquanta per accogliere una quarantina di famiglie di pescatori, esuli giuliani e dalmati, provenienti dai territori passati alla Jugoslavia.

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Un piccolo centro dunque, caratterizzato però da una fisionomia nettamente distinta, che quasi divide l’abitato in due. Da un lato, in direzione delle vicine foci del Timavo, ci sono le società nautiche, come la Laguna e la Duino 45° Nord, poi la Polisportiva San Marco e ancora il cantiere Timavo con le sue gru. Tutte realtà particolarmente impegnate, ciascuna nell’ambito della propria vocazione, a uno sviluppo che guarda al futuro, a una crescita inserita in un contesto complessivo votato al domani della frazione.

Dall’altro invece, puntando verso l’area del sito paleontologico, chiuso fra l’altro da tempo, si succedono rovine ed edifici dismessi, aridi testimoni di un mondo che da almeno un ventennio non c’è più.

Un tempo sede di società dedite alla depurazione e all’allevamento dei molluschi, come la Sidam spa, alla quale subentrarono dapprima la Friul fish e poi la Friul pesca, la costruzione principale attualmente offre di sé uno spettacolo deprimente, con mura diroccate, strumenti della lavorazione dei molluschi abbandonati e arrugginiti alla vista dei passanti, rovine sparse un po’ ovunque a pochi metri dal mare.

Ed è proprio su questo versante dell’abitato del Villaggio del Pescatore che, da qualche tempo, ha posto il proprio sguardo imprenditoriale la “Duino 2020” (srl con capitale sociale di 250 mila euro).

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L’architetto milanese Marco Piva è il progettista incaricato della rigenerazione di quell’area e prevede di sostituire gli edifici abbandonati della parte Est dell’abitato, con un complesso alberghiero e abitativo. Si è parlato di una struttura dotata di una sessantina di camere, cui si aggiungono una trentina di appartamenti e un’area commerciale in linea con la tradizione locale, dedita alla pesca e al turismo da diporto. E ancora, un grande parcheggio, da realizzare proprio alle soglie di quel potenziale tesoro, rappresentato dal sito paleonotologico, che non riesce a decollare per una serie di pastoie burocratiche che ne stanno minando il futuro.

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Il piano ha subito destato grande sorpresa all’interno della comunità del Villaggio del Pescatore, suscitando in qualche caso anche una ritrosia. In alcuni, infatti, il pensiero ha subito accostato il progetto della “Duino 2020” a Portopiccolo. «Nulla di tutto questo – si è affrettato a replicare Piva – non abbiamo pretese di imponenza e l’impatto sarà contenuto». Però, quando si parla di 15 milioni di investimento, è difficile passare inosservati. Ed ecco prendere corpo i distinguo.

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«Siamo a livello di idea progettuale, peraltro presentata già più volte in passato – spiega il sindaco, Igor Gabrovec, dopo aver consultato i suoi uffici – ma mai approdata alla fase iniziale del necessario iter amministrativo. Questo non significa che il Comune di Duino Aurisina sia contrario alla proposta, anzi – aggiunge Gabrovec – tutti siamo favorevoli, in linea di massima, a una riqualificazione dell’area degradata. Va però precisato che, qualsiasi sia il piano, è necessario procedere con un progetto unitario convenzionato, questo è il termine tecnico, che deve passare il vaglio del Consiglio comunale. In sostanza si tratta di un piano particolareggiato che deve incontrare il consenso dell’amministrazione comunale ed essere condiviso dalla comunità. Niente cementificazione dunque come qualcuno ha ipotizzato». —

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