L’Anm torna alla carica contro “i dileggi” del governo cattivo. Ma le toghe indipendenti si sfilano
Poche ore dopo il Consiglio dei ministri che mette mano al decreto legge con l’elenco dei paesi sicuri, l’Anm torna all’attacco. E con una nota bellicosa chiede il rispetto dell’autonomia delle toghe, attacca il governo e la politica per i continui ‘dileggi’ e denuncia l’ennesimo rischio per la tenuta democratica. Una mossa che sa di ‘vendetta’ per la mano ferma del governo che ha messo in sicurezza il protocollo Italia-Albania finito nel mirino della giudice di Magistratura democratica Silvia Albano. L’Associazione nazionale magistrati – si legge nella nota della giunta esecutiva centrale – “chiede con forza che la giurisdizione sia rispettata come esercizio di una funzione del tutto autonoma ed indipendente. Non può attendersi dalla magistratura che assuma decisioni ispirate dalla necessità di collaborazione con il governo di turno. Se agisse facendosi carico delle attese della politica, la magistratura tradirebbe il mandato costituzionale”.
L’Anm insiste: non si può compiacere il governo di turno
Dopo la mail ‘segreta’ del giudice che chiede ai colleghi di marciare compatti contro il ‘pericolo Meloni’ il sindacato dei magistrati torna a inasprire i toni mentre dal Colle, indispettito, arrivano appelli a rientrare nei ranghi per evitare conflitti di potere. “Le ricorrenti accuse di politicizzazione in danno di quei magistrati che assumono decisioni sgradite alla politica – prosegue la nota – offendono, prima ancora che i magistrati e la magistratura, il Paese e il suo assetto democratico. L’auspicio è che si prenda tutti consapevolezza che primo interesse della collettività intera è la salvaguardia della credibilità delle sue Istituzioni”. Ma non è tutto. Nel comunicato l’attacco a Palazzo Chigi è esplicito, celato dalle consuete preoccupazioni per la tenuta democratica.
Critiche “all’insofferenza e al dileggio del governo”
“È sorprendente – si legge – che questa elementare evidenza democratica debba essere riaffermata. Per rispondere alle aspre e strumentali polemiche che si sono scatenate all’indomani delle ordinanze con cui la Sezione specializzata del Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di alcuni richiedenti asilo allocati nel centro sito in territorio albanese. I provvedimenti giudiziari possono certo essere criticati. I magistrati italiani non sono chiusi alla critica anche severa ma rispettosa del loro ruolo. Esprimono però fondata preoccupazione quando il dileggio prende luogo della critica. E il dissenso dei più alti esponenti del governo viene affidato ad accuse di pregiudizialità ideologica, di abnormità o di esondazione nella sfera riservata alla politica. Tutte manifestazioni di dichiarata insofferenza nei confronti di una funzione che risponde soltanto alla legge e in alcune materie, come l’immigrazione, prioritariamente al diritto sovranazionale ed europeo in particolare”.
Magistratura indipendente si sfila dall’attacco
Alla chiamata alle armi di Anm però non tutti i togati si allineano. Tutti i componenti togati di Area, Magistratura democratica e Unicost e gli indipendenti Fontana e Mirenda, ma non quelli di Magistratura indipendente, hanno depositato la richiesta di apertura di una pratica a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati. “Le critiche alle decisioni giudiziarie non possono travalicare il doveroso rispetto per la magistratura”, si legge nel documento. Le firme in calce alla petizione sono 16, la maggioranza del Consiglio. Ieri “senza alcun intento polemico”, e senza fare nomi, il vertice di Magistratura indipendente (la corrente più a destra dell’Anm) in un comunicato si era sfilato dalla crociata contro Palazzo Chigi. “Il presidente del Consiglio, di qualsiasi partito, non è mai un avversario da fermare o combattere, ma un interlocutore istituzionale da rispettare. Sempre». Una critica sufficientemente esplicita nei confronti di Patarnello, al quale Loredana Miccichè e Claudio Galoppi (presidente e segretario del gruppo) ricordano che «essere e apparire indipendenti è la prima condizione per la credibilità della magistratura”.
La Lega: basta comizi, per fare politica si devono candidare
La Lega è la prima a replicare alla nota di Anm. “Dalle toghe ci si aspetta che applichino la legge, che non cerchino di ribaltare il voto popolare e che la smettano di fare comizi sfruttando ruolo e impunità”
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