Ce l’hanno pure con la polizia: per il Consiglio d’Europa è razzista. Meloni: “Gli agenti meritano rispetto”
Omofobi, xenofobi e razzisti. A leggere l’ennesimo report europeo sull’Italia pare proprio che questo sia un Paese da cui è meglio fuggire, con buona pace di quanti a sinistra sembrano ritenerlo l’unico posto sicuro al mondo. Stavolta a disegnare a tinte fosche ciò che avviene sul nostro territorio nazionale è l’Ecri, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, ma che non appartiene alle istituzioni Ue. L’Ecri, oltre a mettere sotto accusa il dibattito pubblico italiano, “sempre più xenofobo”, e alcuni politici, in particolare della Lega, ha accusato anche il complesso delle nostre forze di polizia di essere razzista. Colpevoli, sostiene l’organizzazione, di fare “racial profiling”, “profilazione razziale”, vale a dire controlli e fermi basati sull’origine etnica. “Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”, ha scritto sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Il report dell’Ecri registra le lamentele dei soliti noti
L’Ecri, che sul proprio sito dichiara come missione quella di “promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto in Europa e non solo”, per il suo rapporto si è avvalsa di fonti disparate: alcune istituzionali, come i ministeri o la Commissione europea, altre associative, come Arcigay, l’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association o la Ong immigrazionista Human Rights Watch. Non sorprende dunque che, mentre riconosce all’Italia progressi nella lotta al bullismo, tracci invece un quadro desolante per quanto riguarda le presunte discriminazioni della comunità Lgbti e dei cittadini stranieri. Si tratta di uno schema già visto in cui a determinare certe letture di organismi internazionali sono gli stessi che le propagandano in Italia e che magari poi portano quei report a testimonianza di quanto le loro parole fossero veritiere. Sostanzialmente una echo chamber bollinata con nomi altisonanti.
Le persone Lgbti, sostiene il report del Consiglio d’Europa, “continuano a subire pregiudizi e discriminazioni nella vita di tutti i giorni”. Il discorso pubblico, si legge ancora nel report, è diventato “sempre più xenofobo” e il discorso politico ha assunto toni “altamente divisivi e antagonisti”, prendendo di mira in particolare i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti, nonché i cittadini italiani con background migratorio, i rom e le persone Lgbti. L’Italia, è poi l’ammonimento, deve “combattere l’incitamento all’odio da parte di personaggi pubblici”. Il dito è puntato in particolare contro la Lega, dal generale Vannacci a Matteo Salvini, senza tralasciare anche alcuni esponenti locali del Carroccio.
Pure la polizia accusata di essere razzista
Ma, si diceva, anche le nostre forze dell’ordine finiscono sul banco degli imputati. La delegazione dell’Ecri, si legge nel rapporto, è venuta a conoscenza di “molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana”. Il problema sarebbero i “frequenti fermi e controlli basati sull’origine etnica” e il fatto che “le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell’entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale”. Questo, sostiene l’Ecri, “ha effetti notevolmente negativi”, perché genera un senso di “umiliazione ed ingiustizia” per i gruppi coinvolti, provocando “stigmatizzazione e alienazione”.
Il Coisp: “Non accettiamo lezioni di morale da non conosce il nostro lavoro”
“Non accettiamo lezioni di morale da chi non conosce la realtà operativa e non ha alcuna competenza per giudicare il nostro lavoro, perché la verità è che le nostre attività di controllo e sorveglianza sono basate esclusivamente su criteri di legalità e necessità operativa, e sono dirette a contrastare mafie, criminalità organizzata e terrorismo”, ha commentato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “Se qualcuno pretende che si debbano chiudere gli occhi davanti a queste minacce e smettere di raccogliere informazioni vitali per la sicurezza del nostro Paese, abbia almeno il coraggio di dirlo chiaramente. Questa campagna denigratoria – ha avvertito – non è solo falsa ma è soprattutto pericolosa, perché indebolisce il morale delle forze dell’ordine e mina la fiducia dei cittadini verso chi è impegnato a proteggerli”.
Il centrodestra dalla parte degli agenti
“Rimaniamo allibiti dalle accuse di razzismo rivolte alle nostre forze di polizia dall’Ecri, l’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa”, dichiarano i componenti della delegazione italiana al Consiglio d’Europa di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Udc-Maie, che aggiungono: “Non si capisce come la basilare attività di controllo dell’ordine pubblico – svolta regolarmente verso tutte le persone, non solo straniere – venga spacciata provocatoriamente come profilazione razziale”. “È un dato di fatto che determinate organizzazioni criminali hanno radici in luoghi di provenienza ben precisi. Vale per quelle italiane come per quelle straniere e questo non significa fare alcuna violazione di diritti né operazioni basate su pregiudizi, bensì analizzare fenomeni per quello che sono, per combattere i quali i nostri agenti impegnano tutte le loro energie. Per questo alle forze dell’ordine va la nostra riconoscenza e il nostro plauso”, ha commentato la vicecapogruppo di FdI alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli. “Le accuse mosse dall’Ecri all’Italia in merito a presunte pratiche di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine sono una follia ingiustificata”, ha sottolineato poi il capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, Fulvio Martusciello.
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